Le risorse finanziarie del PNRR nel Sud e in Basilicata sono ferme per la contestata rimodulazione di Fitto e la velata minaccia del Sindaco Sala che vorrebbe che i fondi vadano ai Comuni che sono in grado di investire con rapidità.
I progetti del PNRR nel Sud e in Basilicata continuano a sparpagliarsi in mille rivoli. Addio effetto moltiplicatore. Tornano le famigerate Cattedrali nel deserto.
Assistiamo inerti a un PNRR che tralascia “Ripresa e Resilienza” e si avviluppa confusamente in “Recuperi e Rappezzi”.
Sarà molto difficile e molto complicato far rientrare i cervelli in fuga.
Ignorato il modello olivettiano : “Dobbiamo far bene le cose e farlo sapere”.
La mancanza di figure specialistiche e la presenza di una burocrazia impreparata ci condiziona enormemente .
Da un lato sempre più cavilli, dall’altro Bandi congelati da Tribunali amministrativi o Consiglio di Stato che paralizzano pezzi importanti di economia meridionale e lucana.
Da “Patria del Diritto” come sosteneva Sergio Rizzo nei giorni scorsi siamo passati alla “Patria del Formalismo”.
Sergio Rizzo, cittadino onorario di Viggianello, ha richiamato la nostra attenzione sulla mancata attuazione di centinaia di norme approvate dal Parlamento.
Lo stesso dicasi di tanti provvedimenti regionali carenti di regolamentazione attuativa .
Attivare un dinamismo progettuale e una seria capacità gestionale, innovativa e di impatto con questa burocrazia così formale, così tortuosa, così assente dalla realtà produttiva sarà veramente dura.
Ci siamo chiesti , più volte, al varo del Recovery fund, se la burocrazia lucana e del Sud fosse stata in grado di progettare e gestire la complessità degli interventi con la maggioranza dei Comuni fuori dalle Reti e dai Progetti Comunitari.
Avevamo constatato amaramente solo stucchevoli incarichi esterni e selvagge esternalizzazioni.
Tutto ciò aveva prodotto una deresponsabilizzazione del personale tecnico-amministrativo mai seriamente studiata e mai seriamente analizzata.
In questo quadro desolante nutriamo seri dubbi. Le ” incompiute” ci danno ragione.
Immagino le rovinose ricadute delle nostre Pubbliche Amministrazioni quando si riparlerà di burocrazia in versione digitale .
Nei decenni scorsi come Confederazione Italiana Unionquadri (CIU) ci siamo battuti per la seria applicazione della direttiva europea n. 36 del 7 settembre 2005 relativa al “Mercato delle Professioni” e al riconoscimento delle nuove “Qualifiche professionali” .
La Direttiva Europea n. 36/05 è stata ridotta a un “simple chiffon de papier”, “un écrit sans importance” un semplice straccio di carta, uno scritto senza importanza.
Si trattava di passare dalla vecchia concezione del “Certificatore amministrativo” alla nuova figura del “Promoter di sviluppo socio-economico e territoriale”.
Si è preferito penosamente ignorare la Direttiva.
Oggi lo spiacevole ritardo nella gestione del PNRR è dovuto soprattutto a queste scellerate scelte politiche compiute a Roma, a Napoli, a Bari, a Palermo e a Potenza nel lontano 2005.
Armando Tita
Sociologo