Stellantis, ombre giganti e luci fievoli…tra sogni e fallimenti

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Nei prossimi giorni il Comitato “Comunità e Sviluppo” organizzerà un interessante Focus su “Stellantis” con personalità di spicco del mondo accademico, politico e sindacale.

Nei giorni scorsi d’intesa con l’Edizioni “IL SEGNO” è stato pubblicato il Dossier “Fiat/Sata e Dintorni”, una “Rassegna Stampa” dedicata ai Reportage e agli Editoriali  sull’argomento usciti sul “Quotidiano della Basilicata” dal 2007 al 2010 e  sulla “GdM” dal 2019 al 2022.

Nonostante l’accordo Stellantis /Sindacati del 25 giugno scorso  continua a regnare un clima di incertezze ben descritto dall’editoriale di Massimo Brancati sulla Gazzetta dell’8 giugno 2021 : “Stellantis, Equivoci e silenzi”. Cresce la preoccupazione, la Fiom CGIL ci ricorda in questi giorni  che affrontare il tema della transizione dell’automotive è fondamentale per superare il grande rischio della “deindustrializzazione” di un settore chiave dell’economia italiana e della nostra regione. Poche luci, molte ombre tra “missioni produttive”, “sospensioni illimitate” e “incentivi all’esodo”. Ombre giganti e  luci fievoli . Mi preme ricordare  la nostra anticipazione sulla GdM nella primavera dello scorso anno. Eravamo gli unici a denunciare l’ingiustificato ritardo del Piano industriale della proprietà francese. Un Piano industriale arricchito  da tante promesse e da poche proposte concrete senza una seria strategia per il futuro. In questo campo, per dirla alla Natalia Aspesi, sono pieno di memorie che mi tengono compagnia. Amo le storie del passato “Fiat/Sata” e le conservo con cura gelosamente  come le continue denunce del  Gruppo di Lavoro (formatosi spontaneamente)dei Sindaci del Bacino . Il “bacino” non quello rappresentato da un genuino desiderio d’amore, ma, da un Team di Sindaci e Amministratori comunitari dei primi anni novanta dell’area del Melfese e del Marmo . Sindaci tanto volenterosi quanto beffeggiati  da un “avversario”, agguerrito e determinato .  

Memorabile fu l’incontro in quel di Muro Lucano. Ci illudevamo di recuperare  la lezione di Adriano Olivetti. L’azienda intesa come progetto di vita che affonda le radici nelle relazioni e nelle opportunità offerte dal Territorio. La Fabbrica/Territorio come luogo della Comunità che genera valore anche identitario, il Territorio che diventa metafabbrica, che crea valore in una economia circolare. (Economia circolare…Badate bene lo sostenevamo oltre trent’anni fa).

Auspicavamo una  formazione continua, l’apertura di tanti asili nido per i figli dei dipendenti con un ambiente informale senza organigrammi e senza chiusure, aperto e condiviso. Tutto vanificato. Utopie, Sogni, Illusioni di tanti poveri visionari.

Abbiamo atteso per tanto tempo, avevamo richiesto con sobrietà e senso della misura un po’ di chiarezza nei Piani Industriali futuri.

Spazientito, con un certo coraggio  e con tanta determinazione denunciai sulla stampa dell’epoca il “Silenzio furbo dei dirigenti Fiat/Sata”. Un silenzio ambiguo che si è protratto fino ai giorni nostri.

Un onesto sindacalista qualche giorno fa  mi dichiarava la sua completa incapacità a gestire simili vertenze. Le mancate conoscenze delle nuove tecnologie, digitali, in primis, la nuova organizzazione interna con la proprietà francese, i nuovi scenari di mercato globalizzati dopo pandemia e guerra in Ucraina penalizzano ulteriormente il sindacato e la classe dirigente lucana.

Smarriti, amareggiati, demoralizzati siamo costretti , ob torto collo, a ratificare la “Basilicata senza classe dirigente” e, soprattutto, a riconoscere e constatare una Confindustria che governa le “presunte” politiche industriali di Stellantis, da perfetto fantasma, pur non ignorandone l’USCITA…dalla stessa.

Armando Tita

Sociologo

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