Sogni e bisogni di un lucano normale

Pubblicato sul Quotidiano il 5 gennaio scorso

Caro direttore,

nonostante la Befana è’ stata una settimana scoppiettante per noi tutti.

Il Berlinguer ti voglio bene e la sua “sarda” candidatura presidenziale è evaporata in sole ventiquattro ore.

Paolo Albano, dopo, il pienone al Teatro Stabile fa le prove tecniche da Sindaco della città.

Sembra che le mie continue denunce sul tribalismo politico lucano non sono piaciute.

Sembra che  qualcuno  mi abbia definito il picconatore di cossighiana memoria.

L’ ex on.le Molinari mi ha chiesto con garbo perchè sono  così “antidoroteo” e “anti Banca Mediterranea”.

Non ho pretese di imitare nè Cossiga e nè altri del vecchio establishment democristiano lucano.

Ognuno resti con la “propria” STORIA senza pentimenti e senza revisionismi di natura bolscevica.

Ammiravo la ANSELMI per la sua grande onestà intellettuale e per aver messo in piedi una legge come la mia “285” che premiava le giovani generazioni professionalizzate, le selezioni e i progetti finalizzati.

Tali  obiettivi sono stati   vanificati dalle tremende  applicazioni degli Amministratori lucani  degli Enti Locali (Comuni, Province e Regione, Comunità Montane e vecchie USL).

Noto con tanto piacere lo “spandersi” a macchia d’olio del Quotidiano tra giovani e intellighenzia lucana.

Non aspiro a grandi incarichi nè professionali nè manageriali.

Aspiro a vivere in questo nuovo anno in una regione “normale”. Credo che tante migliaia di lucani aspirino alla normalità.

Sperano che il nuovo “mattino” lucano porti, oltre, al cappuccino e al cornetto una salutare inversione di tendenza.

Un’inversione che si caratterizzi con tanti Bandi Pubblici trasparenti e chiari  aperti a tutti e non ai figli  della casta.

I Bandi Pubblici onesti che diano certezze ai nostri giovani e che non foraggino le società dei figli di e delle mogli di…

L’opinione pubblica lucana non ha certo gradito gli affari delle  società dei figli di… ma, soprattutto, non ha digerito l’ulteriore contributo di 450mila euro (sic!) elargito con tanta generosità da Sviluppo Basilicata.

Un Bando Pubblico deve essere serio e non si deve prestare ad alcun equivoco di sorta.

Un Bando  che non segua il “corvo” di turno come avvenuto con gli esperti UE.

Un Bando Pubblico dove non sia scontato il “favorito di turno” già  sulla bocca di tutti come denunciato più volte dal Quotidiano.

Abbiamo assistito da oltre cinquant’anni in Basilicata a un clientelismo raffinato e scientifico tanto chiuso e  familistico a monte, quanto legalizzato e aperto  a valle, di rara natura, bellezza e specialità.

Un clientelismo tutto cittadino e centripeto (l’on.le Cetto LAQUALUNQUE  in questo caso avrebbe detto ‘ndo culo alle periferie) con grandi abbuffate presso tutti gli Enti di sub governo, in primis i Centri di F. P.(dove credo di aver conosciuto e approfondito le centinaia  di assunzioni pilotate in versione CENCELLI).

Strano, davvero strano, che ogni qualvolta qualcuno, fuori dal seminato, metteva il naso e faceva richiesta di incarico di docenza, da laureato e abilitato dopo il ’77 presso i Centri F. P. di Basilicata, le iscrizioni erano sempre chiuse.

Poi si è continuato ad assumere fino ai giorni nostri.

Oggi tanti di questi personaggi, detentori della “scientificità” nelle assunzioni presso strutture pubbliche, sono immortalati nelle Piazze di Potenza.

Di questo passo, non me ne vogliano i diretti interessati, (auguro loro di vivere oltre i 120 anni) avremo Piazza Colombo, Via  Boccia, Vicolo Lamorte e Corso Sanza.

Parlo di soli personaggi democristiani per il momento.

La città di Potenza nella nuova toponomastica, forse, non ha ancora previsto politici di destra o di sinistra ad eccezione dello storico socialista Pedio.

All’amico Gianni Rosa che denuncia, da secoli,  le poco trasparenti assunzioni all’acquedotto lucano e nel sottogoverno lucano gli ricordiamo che (lo vogliamo sperare in tanti) che questa volta la spartonzola sia rigettata, almeno, da Fratelli d’Italia.

Se prevarranno ancora i vecchi e ambigui “accordi istituzionali ” vorrà dire che anche l’on.le Cetto Laqualunque  sarà  a disagio e  se la caverà ,  solo con un ” ‘ndo culo  a tutti i lucani onesti “.

Qualche timida nota sostiene alla Rossana Rossanda che siamo a uno dei punti più bassi della nostra storia lucana.

Una persona normale che assiste a questa metodica avrebbe dovuto avere  un gesto di stizza e di sano orgoglio lucano?

La risposta però è sempre più disarmante e rassegnata.

Tanto c’è il Quotidiano che ci pensa a denunciare le malefatte.

Noi continuiamo a inciuciare, fiduciosi che nel prossimo turno tocchi a noi.

Su questre mediocri e basse aspirazioni i partiti lucani di maggioranza e di opposizione e le forze dormienti e fallimentari del Sindacato confederale lucano  hanno cementato il proprio potere.

Mi ricordo che,  Giovanni Marra, mio direttore, nell’edizione del marzo ‘ 78  di “Cronache Italiane” inondò di titoloni su quasi tutte le pagine della rivista il mio reportage da  Matera  (Borgata Taccone): “Una sfida alla rassegnazione”.

Una bella esperienza di “comunione” tra Giovani , “Alleanza Contadini” ed Enti Locali.

Un’esperienza ripresa, qualche anno fa,   dal Quotidiano con una bella riflessione di Alessia Gianmaria.

E’ solo un bel ricordo del passato o forse siamo al redde rationem.

Forse,  il prossimo Presidente del Consiglio regionale riuscirà a riequilibrare le tante disgustose sperequazioni tra il personale del Consiglio e quello della Giunta, forse riuscirà anche a dotare la Regione Basilicata di un nuovo STATUTO dopo oltre quarant’anni di sofferenza.

Uno statuto che “fermerà”, per sempre, l’antipolitica, forse farà tante altre cose, la prima delle quali sarà una sana e robusta  decurtazione agli emolumenti dei consiglieri dopo la vergognosa rimborsopoli (spinto dagli stessi consiglieri regionali l’onerevole Cetto Laqualunque  avrebbe immediatamente “proferito”  ‘ndo culo alle decurtazioni).

In questi giorni abbiamo assistito all’assalto alla diligenza con la cosiddetta legge di stabilità (stabilità per i privilegiati di sempre).

Ricordo ancora oggi con rabbia l’emendamento della radicale Rita Bernardini.

Un emendamento che, timidamente, chiedeva la fine dei privilegi anche per gli ex parlamentari (sic!), ancora bonificati con trasporti gratis ed altre prebende, e, soprattutto, la riduzione delle singole sedi di ogni parlamentare che costa, ancora, oggi, alla comunità italiana oltre novemila euro al mese.

L’emendamento fu respinto e la parlamentare tacciata di demagogia.

E’ una notizia ancora tanto spudoratamente attuale e siamo stanchi di commentarla e denunciarla.

La casta di fronte a tali spudorati privilegi si ritrova sempre con il motto “E’ solo demagogia”.

Ora, anche, questo scontato slogan, cari consiglieri regionali  e cari  deputati lucani, è andato per sempre in soffitta.

Oggi bisogna riaprire le stanze dei bottoni alle giovani generazioni e riprendere  cristianamente a dialogare, non lo dice l’ex consigliere e Sindaco Melfi, ma,  il nostro amato Papa Francesco.

mauro.armando.tita@alice.it

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