Riprendiamo la nostra vecchia provocazione sulla SEL (Società Energetica Lucana)

Mentre Zingaretti  nel varo della sua Giunta Regionale apre alle personalità esterne di spessore (dal Rettore Fabiani alla scrittrice Lidia Ravera) noi (Regione Basilicata) ci chiudiamo egoisticamente a riccio.

L’amico Ribba con uno slogan cristallino e per certi versi lapalissiano ha dichiarato che i grandi privilegi regionali devono, ob torto collo ,coniugarsi con le grandi responsabilità.

Credo che, con una qualche dose di  presunzione e dopo aver esercitato (spero, fattivamente e positivamente, per oltre trentanni) un ruolo di funzionario regionale, non passivo e non parassitario ,la responsabilità, in tutte le sue forme, mi appartiene.

Il tema della responsabilità  quello tanto auspicato dall’amico Antonio  Ribba  è  terribilmente serio.

Sono convinto da sempre che, noi cittadini lucani, siamo stati e siamo ancora governati da  poteri oligarchici e da surrogati di democrazia.

Per queste ragioni, cara Lucia, non abbiamo fatto sconti a nessuno e non siamo stati mai tacciati di monotonia o di sudditanza psicologica.

Le nostre denunce sono state sempre  motivate e recepite da una opinione pubblica lucana  di “minoranza”, presente e reattiva sul territorio.

Una opinione pubblica alla Ribba  che recita al plurale senza condizionamenti di sorta e con tanta  onestà intellettuale.

Quell’onestà intellettuale sempre molto apprezzata dagli addetti ai lavori che ha fatto pagare un  fio molto amaro (in termini di carriera ed altro) a tanti uomini e donne con schiena dritta.

Pur tuttavia, non abbiamo lesinato critiche e incoraggiamenti verso i pochi e “mega progetti” di seria politica attiva del lavoro.

Progetti che avevano l’onestà di  coinvolgere giovani, precari e licenziati cinquantenni.

Ci riferiamo all’ormai  dimenticato e mega intervento ” Generazione verso il lavoro”.

Un progetto che aveva un orgoglioso obiettivo: “Costruire un serio humus per moltiplicare occupazioni intellettuali e non”.

In questo senso andavano  lette le tante nomine di giovani e preparati professionisti all’uopo occupati nei vari Nuclei di Valutazione.

Ma, per  l’onestà intellettuale che ci ha sempre contraddistinto non possiamo glissare sulle precise osservazioni e sulle  coraggiose denunce di Antonio Ribba.

Dobbiamo ricordare che da qualche mese è vacante la  Presidenza SEL.

Noi pazzi utopisti  ci facciamo promotori per l’ennesima volta  di una forte provocazione (caduta nel dimenticatoio e nell’oblìo di sempre).

Vogliamo una nomina prestigiosa alla SEL : “CARLO RUBBIA”. Premio NOBEL.

Rubbia, del tutto emarginato dagli ultimi Governi Nazionali di Centro Destra e  Centro Sinistra, compreso Monti, forse,  potrebbe  accettare  questa nuova scommessa lucana.

La nomina di  un premio Nobel, come Rubbia, può portare  la Basilicata alla ribalta nazionale e  al centro di una strategia globale che  nessun  Ministro dello Sviluppo Economico potrebbe ignorare o vanificare.

Tale nomina può, finalmente, far rivedere  tante  presunte progettualità  che, forse,  si sono già accavallate in previsione di tanti nuovi bussiness.

Tale nomina può produrre nella nostra delusa  opinione pubblica un sussulto di condivisioni e di  consensi.

Tale nomina può rispettare, perfino, un movimentismo giovanile lucano (compreso il 5 stelle)sensibile alle politiche energetiche e  stanco delle nomine di solo stampo partitocratico.

Immaginare  per un solo giorno   la presenza di Rubbia in seno alla SEL potrebbe  innescare, immediatamente, un circolo virtuoso con una serie di positivi riscontri, in primis:

– La Mission avrà una valenza etica significativa;

– Il  Piano Industriale  della società energetica lucana  vedranno  il  concreto e positivo coinvolgimento delle popolazioni locali;

– La Total e l’ENI ridimensioneranno  il loro  modus operandi e il loro linguaggio;

– Le assunzioni di maestranze locali saranno accelerate da un dispositivo estremamente trasparente;

– I politici di turno  non saranno certamente invogliati a chiedere una noiosa  tipologia occupazionale improntata sul “becero” clientelismo nostrano;

– I Sindaci della Val d’Agri (dopo tante pagine nere) sarebbero   più orgogliosi, più  autonomi , più propositivi e, quindi,  più produttivi per alimentare  una certa e beneaugurante competitività fra di loro;

– La classe dirigente lucana,ob torto collo, dovranno mediare tra programmazione regionale e politica locale di sviluppo;

– La Fondazione ENI non potrebbe più rinviare alle calende greche le assunzioni di laureati UNIBAS.

Tutto il popolo della Lucania sarebbe orgoglioso di annoverare un Premio Nobel tra i suoi  manager, stanchi, come siamo, di presunti esperti  autoctoni, di sola nomina partitocratica.

La Regione senza Confini con Rubbia sarà  in grado di fare certe scelte coraggiose.

Se, al contrario, la Regione senza Confini, rientra in  un mero slogan, le nostre speranze per un futuro migliore saranno sempre più vanificate e il “default irresponsabile” ,quello denunciato da Ribba,  potrebbe subire una forte accelerazione.

La Basilicata con Rubbia deve uscire dalla sua sudditanza (in politica energetica) ed essere al centro dell’attenzione nazionale in questo critico momento ” politico-economico”.

Ci sarebbe una vera rivoluzione anche  nella Stampa lucana;

Controsenso sensibile alle nostre ricche risorse endogene lucane e  allo sviluppo autopropulsivo quanto spazio darebbe a un Premio Nobel.?

Conoscenza, informazione, Progettualità, Competenza potranno essere, finalmente, “bagaglio di tutti”.

Rubbia può dare AUTOREVOLEZZA alla Basilicata, una Basilicata che garantisce un ragguardevole  fabbisogno energetico nazionale (ora si parla del 15% ).

Forse, per la prima volta, saremo orgogliosi di proporre  la vera devolution e il vero  federalismo fiscale.

Per fare ciò abbiamo bisogno di un sussulto vero di discontinuità e di responsabilità rispetto al passato.

Se siamo stati gli unici fautori (alla Cassandra maniera) di un vero rinnovamneto  una ragione ci deve pur essere.

Siamo stanchi di giovani conformisti dal vecchio  sapore “doroteo”,  e di politici, pur se, autorevoli e nostalgici  della prima Repubblica, ormai, ultrasettantenni.

Abbiamo bisogno, al contrario, di giovani con attributi e con vera e sincera voglia di cambiare.

Noi (condividendo le denunce di Antonio Ribba)saremo in attesa  e coglieremo tutte le novità.

Non vanificate queste nostre proposte.

Sono rivolte al bene comune senza tornaconti  personali o di casta.

La scelta di  RUBBIA  può far   ricredere tutto l’establishment politico e imprenditoriale nazionale.

Tutti saremmo costretti a rispettare tale decisione e guardare  la classe dirigente di Basilicata con occhio diverso e con  fierezza.

E ‘ una grande occasione  da non perdere. Sarei tanto orgoglioso di coniugare un nuovo slogan “Da Ribba a Rubbia, per cambiare e per rinnovare”.

Forse, saremo, caro direttore, ancora, una volta, delusi, perchè le nostre denunce e le nostre proposte  saranno, emblematicamente, come, al solito,ennesime grida manzoniane.

mauro.armando.tita@alice.it

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