Vi sono medici di provata professionalità e di grande serietà e medici pronti a “prostituirsi” per una “direzione generale”.
Pure, la Rai Tre Basilicata qualche tempo fa in un servizio pomeridiano a firma Stolfi nel lontano 16 maggio scorso ci aveva aggiornato su l’ultimo sondaggio del Ministero della Salute, e, soprattutto, sulla proliferazione dei “primari medici ” nei nostri ospedali lucani.
In Basilicata erano 68 i primari medici in esubero su 500.000 abitanti, quasi 800 nella Campania felix, quella della Terra dei Fuochi.
Tali numeri non possono riguardare una mera ricerca statitistica, ma, al contrario, un serio e deprecabile malcostume politico con annessa spesa milionaria.
Un posto sdoppiato di primario rappresenta certamente un investimento politico per chi pone in essere l’intervento e un forte aggravio di spese per il nostro bilancio regionale.
Per decenni anche in Basilicata si è assistito a veri e propri “miracoli evangelici” contrassegnati da una moltiplicazione sconsiderata di primari medici.
Decenni contrassegnati da incertezze sul piano occupazionale e convissuti con periodi bui che sicuramente hanno influito sul nostro vivere quotidiano.
Quello che appariva a tutti sorprendente era la morbosità e la celerità del clientelismo lucano di natura sanitaria.
Non ci hanno mai sorpreso nepotismi e poteri partitocratici (sempre gli stessi).
Ma, un dato restava importante e significativo e faceva tanto riflettere.
Il dato che faceva riflettere era basato sulle celerità degli iter brevi posti in essere dalle miriadi di “operazioni politiche”, sia in termini di assunzioni che di trasferimenti e di concorsualità.
Nelle varie concorsualità i cosiddetti candidati dop (dottori di origine protetta) facevano parte delle caste di sempre quali: figli di “padri” politici, “padri” manager, “padri” medici, “padri” docenti universitari, ecc.
Il medico bravo preparato e specializzato lucano riveniente da categorie sociali, fuori tribù, ha sempre sperato invano nella meritocrazia.
L’aria che si respirava e si respira ancora è sempre triste e malinconica.
Eravamo e siamo al famoso bivio, nonostante l’ottimismo della volontà manifestato ultimamente dai giovani democratici lucani.
A tal proposito quei giovani medici lucani bravi e specializzati di oggi, rivenienti da categorie sociali, fuori tribù, sono più consapevoli o sono sempre più rassegnati? (come lo sono i loro umili genitori o come i medici bravi del recente passato, costretti a subire, sopportare e supportare le tante mosche cocchiere sulle loro spalle).
Ce lo siamo chiesti qualche anno fa nel filone sulle intercettazioni “Potere e Sanità in Basilicata”.
Tutto il popolo lucano ha capito che per tanti politici dediti alle facili “operazioni” clientelari di sdoppiature dei primariati la stagione della fioritura è davvero finita.
Speriamo che per loro venga riservata una stagione di frutti e di fiori appassiti.
L’effetto Grillo (forse in forma indotta) vi sarà anche in Basilicata.
Ora, più di prima, dobbiamo puntare su quei politici, quei giornalisti e quei funzionari pronti a denunciare le disgustose sperequazioni e a praticare la meritocrazia (in primis ci rivolgiamo al nostro gentleman difensore civico Dr. Aprea).
Gentlemen pronti a dare un mano ai tanti nuovi poveri che si affollano quotidianamente sotto gli uffici della Regione.
Le denunce sulle “patogenesi” sanitarie lucane e meridionali (dopo tanti e innumerevoli esempi di malasanità) sono salutari perchè per la prima volta mettono alla berlina tanti modus operandi che la maggioranza dei lucani riteneva scontati.
Eppure c’è un paese legale e una cittadinanza attiva lucana (Caso Fenice e Popolo di Lavello insegna) che reclama trasparenza negli atti e nei fatti.
Sono quelle avanguardie che si rispecchiano nel volontariato e nell’associazionismo.
E’ difficile che nelle sedi onlus e nelle sedi dell’ambientalismo lucano si parli di clientelismo o di concorsi regionali per primari da sdoppiare o per accontentare i capi bastone delle varie filiere partitocratiche.
Oggi non vi è più il “doroteismo scientifico” del passato , aperto al Cencelli.
Oggi vi è una forma nuova di clientelismo che si riassume in Consorzio misto, Convenzione, Stage, Contratto Junior e Senior, long e short list.
Operazioni che fanno lievitare come i primariati gonfiati e le sdoppiature dirigenziali delle ASL e della SEL l’occupazione pubblica e fanno emigrare tanti cervelli che hanno la sfortuna di essere nati fuori dalla tribù.
Forse le sdoppiature dei primari accelereranno la fuoriuscita di tanti vecchi dirigenti che non si erano mai arresi e che hanno condizionato, anche, alle loro venerande età, tanta politica e tanta gestione clientelare, influendo negativamente sui nuovi assetti organizzativi.
Alcune mancate ristrutturazioni di dipartimenti regionali ne sono la conferma più lucida.
Il programma comunitario 2007/2013 è al termine e non ha ancora avuto la giusta veicolazione nelle strutture gerarchico- funzionali e per certi versi si naviga sempre a vista.
Speriamo in una vera rivoluzione copernicana e in Marcello Pittella con la sua notoria determinazione.
Purtroppo, caro Marcello, le strategie occupazionali sono ancora basate sulla mera capacità di spesa e senza alcuna finalizzazione produttiva.
Le mancate ristrutturazioni dipartimentali hanno prodotto gravi ritardi e gravissime inadempienze, la P. A. lucana è lontana dal creare un contesto produttivo e competitivo.
Siamo costretti ad assistere e, forse, ancora, per un ulteriore quinquennio a piccoli interventi guscio, di nicchia e a macchia di leopardo, senza alcun serio impatto con le realtà locali.
Forse assisteremo ad ulteriori assunzioni di formatori e avremo tante altre Società accreditate, senza una vera e incisiva politica di crescita e di sviluppo.
Saremo ancorati al PIL drogato della FIAT o del Petrolio e da qualche “sito” agro alimentare senza alcun beneficio dei piccoli borghi interni.
I piccoli borghi saranno sempre più cimiteri dei vivi e saranno sempre più dimezzati nonostante i nostri accorati appelli (uniti a quelli di Brancati e Soave della Rai Basilicata).
Mancherà la passione civile, l’entusiasmo e la vivacità culturale del passato, e, forse, saremo sempre più tristi e più “malinconici”, con nuovi precari e nuovi portaborse pronti a sostituire i “fortunati” assunti del recente passato.
Cresceranno a dismisura gli elettori entropici, quelli dediti all’astensionismo.
Ci sarà certamente un nuovo esodo giovanile, nonostante, il facile ottimismo dei Giovani democratici , lo scossone del Rapporto Svimez e i tanti sbandierati e pluricitati risultati modesti dell’Area Science Park di Trieste e della “morigerata” agenzia di “Sviluppo Basilicata” (tutti …sotto la lente della Corte dei Conti …con “dati” e spese da verificare).
Ci sveglieremo quotidianamente, ob torto collo, sempre più vecchi e sempre più demoralizzati.
mauro.armando.tita@alice.it