Qualche volta fare una full immersion nelle “virtù” quotidiane del nostro timido popolo lucano è cosa buona e giusta.
La vasta eco suscitata dalla presenza in quel di Matera del Commissario tecnico della Nazionale di calcio Cesare Prandelli ha riproposto il tema della borghesia e del presunto orgoglio lucano.
Quante volte ci siamo soffermati in questi ultimi anni a decantare le bellezze della nostra Matera e dei suoi stupendi SASSI.
I Sassi hanno entusiasmato ed emozionato Prandelli.I Sassi sono per noi uomini di buona volontà una sorta di bisogno fisiologico, un tuffo nel passato per anime sensibili, come il nostro Commissario Tecnico.
L’allegro vicinato, il sorriso della gente, la vivacità dei bambini e la bonomia degli anziani sono valori che si intrecciano con il nostro genuino, vivo e meraviglioso passato.
Siamo come Prandelli dei grandi nostalgici.
La bella borghesia illuminata di Adriano Olivetti non è mai stata dimenticata dalla città di Matera e dalla Basilicata.
L’incommensurabile patrimonio librario e culturale del grande industriale di Ivrea è stato venduto al prezzo simbolico di un euro alla Regione Basilicata.
E’ stato un gran bel gesto del mai dimenticato Leonardo Sacco.
Leonardo Sacco direttore della meravigliosa rivista Basilicata.
Sono queste le persone che amiamo di più.
Quelle che si sono calate senza pregiudizio alcuno con un pensiero laico e asciutto sulle nostre povertà sia materiali, che morali.
Il fascino delle meravigliose intuizioni dei Gruppi di Avanguardie culturali e dei Circoli letterari materani, mai domi, ha prodotto quell’alto senso civico che si richiede a una regione e una città dell’UNESCO alla capitale della CIVILTA’ contadina.
Qualche anno fa in un bar di piazza S Francesco a Matera un mio gesto di normale buona educazione è stato percepito, con mia profonda meraviglia, con un eccesso di “spropositato” ringraziamento.
Un gesto normale che aveva quasi il sapore di un miracolo.
Una semplice e abituale azione scontata di buona educazione.
Ho aperto la porta permettendo a una signora anziana di precedermi con un gentile: prego.
La Signora stupita mi ha “apostrofato” benevolmente con tanti “grazie” di mia pura e profonda meraviglia.
Ne ho contati oltre dieci, e non voleva smettere.
Del resto qualche minuto prima del mio gesto signorile la signora era stata fatta oggetto di un atto maleducato.
Che bel mondo alla rovescia?”.
Quanti pregiudizi e quanta cattiveria giornaliera.
Il buon esempio e il rispetto sono ormai optional per i vip e sono patrimonio delle sole persone con origini umili.
Quelle persone umili additate da Cesare Prandelli e dalla sua delegazione come cittadini da emulare.
Quelle persone che sono state collocate ai margini dalla nostra chiusa e provinciale cosiddetta borghesia nostrana sono ammirate dal civico Commissario Tecnico.
Spero che la Regione dia il giusto valore a questi umili comportamenti lucani.
Se vi sono ancora oggi atti di intolleranza vorrà dire che la socetà del buon esempio e della borghesia illuminata di Adriano Olivetti è per sempre tramontata.
Benedetto Croce nel 1923 in un suo memorabile discorso tenuto a Muro Lucano parlava del dovere della borghesia illuminata nei confronti degli ultimi e dell’impegno sociale,politico e culturale da profondere per la crescita dell’arretrata società lucana.
Da allora molto tempo è passato.
La borghesia lucana si è sempre più rinchiusa e rintanata nella sua torre d’avorio, nonostante , i dibattiti scaturiti e approfonditi sul Quotidiano.
Predomina come ampiamente dimostrato dai fatti sopra descritti un comportamento di cattive abitudini e di cattiva educazione, mai davvero censurati.
In Basilicata la borghesia non quella di Sacco e di Olivetti, è sempre vissuta all’ombra del politico di turno.
E’ muta da secoli e molti sono gli episodi spiacevoli a essa ascritti.
A questo punto è inutile approfondire la materia con noiosi sermoni, resta il fatto che questi cosiddetti borghesi lucani hanno definitivamente perduto il senso della dignità e dell’autonomia.
La miserrima politica politicante è figlia di questo negativo quotidiano.
Ci avviamo verso un medioevo poco sociale e con una dose innaturale di tanto pessimismo.
Il crepuscolo e la “caduta degli dei” sono, purtroppo, estremamente vicini.
Tutti ormai parlano di spudorati privilegi, di familismo e di franchigie sempre rivolti ai noti di sempre da oltre cinquant’anni.
Perfino Monti ha dedicato un approfondimento su questo annoso e mai domo problema del Sud e lucano, in particolare.
Speriamo solo che la lezione di tanti laici con schiena dritta alla Sacco possa essere di buon esempio per i giovani lucani di buona volontà, sempre pronti a solidarizzare con gli ultimi.
A questa non amata borghesia lucana, figlia del privilegio “senza tempo”, auguriamo, finalmente, un chiaro e duraturo isolamento dalla cittadinanza attiva.
Alla Stampa lucana, in primis, al Quotidiano e ai suoi più bravi opinionisti diciamo di elevare il contenuto di certi approfondimenti di volare alto, e, soprattutto, di smentire James Roston, la “fabbrica delle notizie”e il lattaio di turno.
Qualche volta il lattaio può consegnare un prodotto buono e fresco, pur in condizioni disagiate.
E’ quello che chiediamo noi uomini di buona volontà a tutta la stampa lucana.
Speriamo che questa ambigua campagna elettorale dia una risposta seria ai tanti discussi e atavici problemi politici lucani, in primis, alla questione energetica, ormai dimenticata.
Questione energetica che si presta a tante approsimazioni e a qualche dose di pregiudizio.
mauro.armando.tita @alice.it