Pubblicato sul QUOTIDIANO -SEZIONE PRIMO PIANO- del 22 agosto
Abbiamo avuto modo di denunciare tutta l’ambiguità del Progetto South Stream (con il nostro petrolio lucano) in una strana “quiete pubblica”quasi un oblìo innaturale.
Ora queste originali uscite di pezzi da novanta, da Recchi a Profumo da Profumo a Nomisma.Che cosa si nasconde dietro questi attacchi concentrici volti a raddoppiare le estrazioni e a velocizzare le autorizzazioni?
Perchè tanto silenzio assordante della Politica che conta, dal Governo alla Regione?
La questione energetica “gas- petrolio” in Basilicata si è arricchita in questi giorni di un ulteriore e ampio reportage a tinte fosche del Prof. Tabarelli.
Qualche tempo fa sul Sole 24 Ore, Aldo Bonomi aveva posto in essere le tante macate opportunità di sviluppo collegate al nostro oro nero.
Aldo Bonomi che “debuttò” in Basilicata come coordinatore didattico del Progetto PAD”Agenti di Sviluppo “nel lontano 1986 non ha mai dimenticato l’esperienza lucana.
Dopo i primi momenti iniziali di euforia e di immotivata esaltazione sui finanziamenti petroliferi siamo caduti irrimediabilmente nel fatalismo e nella tristezza di sempre per il mancato riconoscimento del Governo Letta sia alla Regione sia ai Comuni della Val d’Agri.
Uno stanziameto di natura coloniale. Un finanziamento umiliante e sotto tutela del MISE.
Eppure le nostre campagne di stampa avevano un serio obiettivo quello di salvaguardare il territorio e quello della crescita occupazionale della Val d’Agri.
Il Memorandum ci poteva far uscire da quei momenti di gravissimo “sconforto sociale” vissuti nel recente passato.
Il provvedimento del MISE ha umiliato la classe dirigente lucana.
La popolazione della val d’Agri , per queste ragioni e per queste delusioni aveva preso consapevolezza facendo nascere tanti comitati civici spontanei che hanno da sempre denunciato il Totem nero, quello caratterizzato da “Meno lavoro e più tumori”, meno terre da coltivare e più espropriazioni.
Con il totem nero e i suoi incommensurabili difensori “ineggianti le meraviglie paradisiache della nuova stagione dell’economia petrolifera” si era completato un processo di un Texas lucano privo di una vera filiera.
Nessun governo ha riconosciuto nella Basilicata e nella sua risorsa energetica un serio VALORE AGGIUNTO.
Lo ribadiamo, da secoli, inascoltati, che non è pensabile “applicare” un Memorandum senza una dovuta regolamentazione normativa.
La Basilicata, la regione europea con maggiore concentrazione di attività petrolifera su terra ferma, non si è ancora dotata di alcuna strumentazione legislativa specifica.
Lo diciamo al MISE e agli smemorati consiglieri regionali.
Come pure denunciamo le mancate assunzioni di tanti tecnici sfornati dalla nostra UNIBAS (ingeneri meccanici, chimici, ambientali, elettro – strumentali ecc.).
Resta intatta una immotivata “gelosia” tra i territori e Sindaci interessati e territori contermini non ancora raggiunti da tali “regalie”chiamate royalties.
Per rispondere a questa annosa questione ripresa “ironicamente” dalla Serino dobbiamo ancora noiosamente far ricorso ad Alessandro Baricco e i suoi “Barbari”.
Lo slogan “Padrone a casa mia” e le già menzionate azioni municipali di basso cabotaggio non possono certamente essere foriere di progetti di ampio respiro e di duratura occupazione locale.
Il doping (denunciato dal direttore) di natura sanitaria ne è la conferma più evidente.
Sono azioni negative che alimentano i soli egoismi territoriali.
In un simile contesto i vari ENI e Total avranno sempre buon gioco, lo dicevamo qualche tempo fa lo confermiamo con tanto disincanto, pure, oggi.
L’oro nero della Val d’Agri con i suoi giornalieri 180.000 barili e con il suo 10% di fabbisogno energetico garantito alla nostra amata nazione (e ai Tabarelli di turno) ha solo creato competizioni campanilistiche, guerra tra i poveri, un’aria irrespirabile, qualche sospettoso aumento di malattie tumorali e tanti ambigui intrighi internazionali, poco chiari e poco comprensibili alla “mite” maggioranza dei lucani.
Speriamo (con tanto scetticismo e con poca fiducia) nella serietà e nella discontinuità della nuova Giunta Regionale.
Speriamo di non riprendere e ripetere la stessa cruda e crudele constatazione di sempre: ” Il petrolio lucano, Che amara delusione”.
mauro.armando.tita@alice.it