Si sono susseguite tante belle riflessioni sulla Scuola e sui bimbi in casa catapultati in una quarantena spropositata.
Scarne le riflessioni sulla Fase 2 della Scuola Lucana.
Nessuno ha mai posto l’attenzione tra l’allievo “metropolitano” e l’allievo di periferia.
Tranne qualche timido post su Facebook il silenzio sull’argomento regna sovrano.
Su quali basi la Scuola lucana riprenderà la sua normalità “didattica”.
Ricordiamo tutti i debutti di Franceschini e Veltroni , come Segretari del PD ,… da Barbiana, Barbiana, un simbolo, un modello di una scuola che include, non esclude e che integra.
Un presagio per lo stupendo libro “Lettera a una professoressa” di don Lorenzo Milani.
Non un progetto di riforma ma una testimonianza che chiudeva per sempre con la Scuola nozionistica post bellica.
Nella Fase 2 pretendiamo una Scuola lucana autentica, di grande spessore morale e valoriale.
Una Scuola che non premi le élite, ma, ricrei quel comportamento virtuoso che acceleri i “picchi” dell’equità e dell’uguaglianza terribilmente ignorati da questa quarantena ingiusta.
Quante riflessioni amare abbiamo fatto in questi giorni sugli strumenti didattici e informatici assenti nei nuclei familiari meno abbienti, senza tablet, senza connessioni e senza spazi abitativi congeniali , con genitori poco scolarizzati impossibilitati a dare “l’aiutino” dovuto ai loro figli.
La Fase 2 , purtroppo, accentuerà queste patogene differenze e per dirla alla Luciano Gallino costruirà nel prossimo futuro una Scuola lucana a due velocità.
Sono queste le ragioni che imporranno l’applicazione della discriminante positiva del “ dare di più a chi ha di meno”.
Discriminante positiva che cozzerà con i Programmi ministeriali da completare, lasciando gli ultimi nella vana rincorsa dell’acquisizione dei crediti formativi mancanti.
Sono interrogativi che gli addetti ai lavori devono porsi per non creare nei prossimi anni una Scuola lucana “differenziata” (chi non ricorda la Scuola Aurora per “fanciulli deficienti” di Torino) con una parte consistente di allievi destinata ad un avvenire di irrimediabile esclusione.
Come sarà inevitabile e fatale il risultato della “quarantena” porterà disuguaglianze crescenti.
Come sempre avvenuto in questi ultimi decenni le differenze sociali non determineranno proteste sociali rilevanti perché si innescheranno immediatamente processi di autocolpevolizzazione.
Quanti saranno gli allievi di periferia che arrancheranno faticosamente?
Questo “effetto depressivo” impedirà ogni loro progetto di miglioramento.
Caro direttore ritorneremo quasi per incanto alla vecchia Scuola pre- Barbiana che non solo escludeva ma anche persuadeva l’escluso della giustezza e dell’inevitabilità dell’esclusione.
L’istruzione, lo voglio ricordare a dirigenti scolastici e professori lucani è un bene in sé ed è condizione ineluttabile per l’esercizio del diritto di cittadinanza.
Diritto di cittadinanza e art. 43 della Costituzione vilmente calpestati con processi terrificanti di privatizzazioni e liberalizzazioni selvagge portati avanti con una brutalità senza precedenti negli ultimi venticinque anni sia nell’economia, sia nella Scuola, sia nella Sanità.
(con annesse ipocrite e inaccettabili “lacrime di coccodrillo” odierne).
Armando TITA