Le parlamentarie lucane, quante “novità”

Il 2013 produrrà in Basilicata gli stessi ” Almanacchi ” di leopardiana memoria.

Se qualcuno aveva qualche dubbio sulla “rivoluzione civile” lucana, dopo le cosiddette parlamentarie del PD si è dovuto ricredere.

Resteranno gli stessi parlamentari in barba a qualsiasi ricambio generazionale.

Tutto il movimentismo dei tanti opinionisti presenti su tutte le testate giornalistiche locali dovrà, ob torto collo, segnare il passo.

Segnare il passo e prendere atto di una Basilicata  ferma e immobile, da oltre un decennio, al semaforo prodiano di “guzzanti” memoria.

Nel frattempo  il “Centro” lucano che aveva dato timidi segnali di rinnovamento è bloccato dal caso Mancusi.

Italia Futura è una chimera.

Nessuno ne conosce  programma e  proposte concrete.

Lo sviluppo  della Basilicata è sempre più vincolata al piano industriale di Marchionne.

Purtroppo, in Basilicata regna sovrano solo il PD.

Un partito di governo e di lotta, di presenza e di opposizione, di  clientele e di forsennato potere oligarchico  non può garantire ne noi uomini di buona volontà nè  l’alto magistrato antimafia Pietro Grasso.

Pur con la morte nel cuore (senza auspicarlo) dobbiamo constatare che Il PDL  lucano nonostante la presunta gravissima crisi del PD non è stata e non sarà  l’alternativa.

Un PDL  ,ancora, oggi, vocato al suicidio.

Le “briciole” cadenti  di Ribba memoria  ne sono la conferma più evidente.

“Vito continua a  ballare  con le streghe” ed è considerato il Migliore nel  crudo concetto togliattiano.

Roberto Speranza gode della stima di Bersani e si avvia a ricoprire forse  un importante incarico di governo.

IL PD lucano può permettersi il lusso di fare in tante realtà lucane, marginali e non la maggioranza e l’opposizione.

Mai si era verificato in Basilicata un tale “bulgaro”sistema di potere.

Neanche la forte Dc dorotea lucana con le sue maggioranze assolute aveva avuto tali risultati elettorali.

Era una DC che, nonostante, un gruppo monolitico di frange antiliberali aveva  sempre aperto  alle forze laiche e socialiste senza mai rinchiudersi  nel “fortino”.

Controllava leve del potere e sottogoverno con metodi cencelliani.

Oggi il Cencelli è quasi bandito.

Forse, con le Parlamentarie abbiamo assistito  all’ultimo timido confronto/scontro  tra ex DC ed ex PCI.

Il  futuro ci riserva  solo noia un odioso piattume e un buio pesto politico.

Quella lucana è una strana gente che ha in seno una maggioranza silenziosa che  accetta supinamente ogni forma di ingiustizia e di stucchevole clientela.

Una maggioranza silenziosa che  si muove a “macchie leopardiane” e  non ama le grandi rivoluzioni copernicane.

Una strana gente dove  realtà e sogno si frammischiano e si confondono da sempre.

Le serie analisi di tanti opinionisti del Quotidiano e il drammatico  momento storico-sociale e politico-economico che vive la Basilicata e il Mezzogiorno  hanno messo in rilievo che il nostro auspicato movimentismo  di cosiddetta  unità popolare (nell’accezione più democratica del termine) è  solo critica di facciata.

La critica è di facciata e l’alternativa si è miseramente infranta con le briciole assegnate  alla  sinistra radicale che ha accettato un posto nel CdA Acquedotto lucano.

Sembra di ricalcare il vecchio adagio: tutti hanno un prezzo.

Bisognava dare un segnale vero di discontinuità con il passato  sia per le forze di opposizione (PDL in  testa) sia per la sinistra radicale.

Bisognava uscire dai CdA e creare un vero e forte Aventino.

Un Aventino delle opposizioni  che avrebbe sicuramente dato luogo  all’azzeramento di tante strutture di sottogoverno regionale ,costose ed inutili.

L’aver partecipato con l’accettazione di  umilianti briciole ha significato creare di fatto e di sostanza un Partito Regione che sarà difficile contrastare nel prossimo decennio.

Un prossimo decennio che sarà caratterizzato da concetti triti e ritriti che riproporranno il negativo quotidiano con un rinnovato e impazzito esodo giovanile  già riscontrato nel recente passato e una  oligarchia dirigenziale sempre  più bieca.

Oligarchia che non smuoverà di un millimetro lo status quo.

Purtroppo, per produrre i cambiamenti profondi e  per conseguire  risultati positivi in Basilicata, lo sosteniamo da secoli , la prima e fondamentale condizione è la “qualità della cultura civile”.

A tal proposito ci chiediamo, pur, nei tanti movimenti  che si sono concretamente realizzati in Basilicata, da Scanzano e alle Onde lunghe del dopo Elisa, è mai esistita in Basilicata  una vera e duratura qualità della cultura civile?

Noi crediamo che, ad eccezione delle performances di Scanzano e dei suoi palpabili risultati, una vera qualità delle cultura civile di massa in Basilicata non è  mai  seriamente attecchita.

Per queste ragioni, il PD lucano, pur, in presenza di una crisi strutturale e di sistema, pur, in assenza,  di una organizzazione capillare sul territorio, riesce, con i suoi uomini miglior i(vedi Gianni Pittella), a creare  buoni momenti  di vita e di relazioni,  dentro e fuori le istituzioni.

Quei momenti  che avevano  prodotto nel recente passato  un sogno “democratico” e avevano illuso tanti seri democratici lucani.

Un sogno che si è infranto miseramente con l’accumulo di incarichi e con  la costante ricerca spasmodica di poltrone e posti al sole.

Una “ricerca” che ci amareggia sempre più.

Vogliamo sperare, da ottimisti della volontà, che, il PD lucano si trasformi e riprenda il vecchio cammino, pieno di legalità e di SPERANZA.

Un percorso che ritrovi quel  soggetto politico, vocato all’esercizio della partecipazione e alla formazione della vera cittadinanza attiva.

Una cittadinanza attiva che ha partecipato alle primarie e che ha dato la sua ingenua  “fiducia”  per un serio cambiamento.

Lo ribadiamo per l’ennesima volta fino alla noia.

Siamo stanchi di comportamenti “gattopardeschi o da Marchese del Grillo”.

Le giovani generazioni lucane che avevano riposto tanta fiducia nel PD sono state  deluse dalla mancata alternativa e dai trasformismi ad alta velocità, oltre che  dalle impopolari scelte delle “briciole” ribbiane.

Gli almanacchi  di memoria leopardiana hanno preso il sopravvento sulle tante sfide.

Oggi si spera nelle politiche UE rivolte ai giovani.

Nel frattempo tutto quello che la Eurogeneration lucana con il rinnovo del Forum Regionale dei Giovani   ha strappato alla Giunta Regionale è, forse, un nuovo ipotetico e fumoso  ” patto ” da scrivere e da programmare.

Un nuovo patto ibrido, che, per certi versi,  rispolvera il vecchio progetto   “generazione 2015”.

Gli scettici della “fusione fredda” del PD (che noi avevamo duramente contestato), pur, nel loro cinismo di maniera,  avevano avuto ragione.

Forse, nonotante, il brillante risultato delle Primarie,  il relativismo e il nichilismo si è preso gioco del PD e delle sue buone intenzioni.

Dopo l’ingresso di Pietro Grasso azzeriamo queste incresciose e negative  performances  e rispondiamo con serietà e coraggio alle migliaia di  lucani che dalle Primarie  a Scanzano richiedono il Bene Comune, la vera e  la Buona Politica, fatta di dialogo e di relazioni.

Sarà un miracolo e una vera lezione democratica per tutti.

In questo modo, forse,  la  nuova generazione 2015 resterà in Basilicata, cosciente di vivere una vera stagione democratica, stanca di subire umiliazioni e sonore sconfitte politiche.

Meno Affari e più UMILTA’, più rispetto e più DEMOCRAZIA, più dialogo e più relazioni  con il territorio, ora dopo l’avvento del Procuratore Nazionale Antimafia Grasso sembra quasi realtà concreta.

Lo spero di cuore.

mauro.armando.tita@alice.it

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