La seria e puntigliosa denuncia di Andrea Gerardi sulla irrisorietà delle tariffe pagate dai noti gestori delle Acque minerali si assomma a tutti i nostri precedenti approfondimenti e gli Sos lanciati dal sottoscritto e dal direttore Leporace dopo il successo del Referendum.
Da anni abbiamo denunciato con seri reportages e con seri approfondimenti tutto il ginepraio del sottogoverno lucano, fatto di sprechi e di spaventosi debiti accumulati.Il lungo elenco ci fa accapponare pelle e capelli, ESAB, Centrale del Latte, Consorzio Industriale, Consorzi Agrari e di Bonifica (ultimo in ordine di tempo i nove milioni di euro del Consorzio di Bonifica del Vulture), Arpab, Alsia, Arbea , Metapotum Agrobios, Salumificio di Tricarico , Ardsu, Eper e tanti, tanti altri.
Il re Mida tutto quello che toccava diventava ORO, il manager lucano del sottogoverno… tutto quello che tocca diventa DEBITO.
Quante denunce e quante serie analisi cadute nell’oblìo e nell’ignavia.
Quante volte abbiamo riferito sui Totem dell Petrolio e dell’Acqua, minerale, in particolare(le irrisorie e ridicole tariffe, i fallimenti, gli arricchimenti su insediamenti e sfruttamenti del nostro demanio pubblico).
Se fossero stati recepiti almeno parzialmente tutte le nostre secolari denunce, la Regione Basilicata avrebbe goduto di buoni risultati sia sul piano politico-istituzionale che su quello socio-economico.
A tutto ciò si assomma la caduta verticale della Scuola lucana e dei suoi effetti devastanti sui ragazzi medi e universitari, sugli insegnanti, poco aggiornati, e, in particolare, su quelli dell’Unibas, mai domiciliati, in Città, da tempo immemore.
Lo scossone dato da Larotonda, qualche tempo fa, nel suo editoriale domenicale ci aveva fatto trasecolare.
Avevamo contezza del grado “infimo” di certi Istituti comprensivi, di ogni ordine e grado, ma, le negative performances di certi studenti, già, in possesso di lauree triennali (quelle del condominio Moratti/Berlinguer) ci aveva fatto, ulteriormente, rabbrividire.
Oggi, dopo, l’ultimo appello di Gerardi, abbiamo contezza di non essere più Cassandre inascoltate.
Confondere come riferito da Larotonda, Max con Marx , il ” Manifesto della razza” con gli editti Partigiani ci fa impallidire di vergogna.
Credo che le passate generazioni non avevano, certamente, un così pronunciato status di “ignoranza” storica paragonabile a quella emblematica di questi studenti.
La frase riportata da Larotonda “Noi veniamo qua per prendere un pezzo di carta e poi con una raccomandazione si vedrà” ci umilia ancora come lucani e come cittadini democratici.
Abbiamo imparato da tempo che è facile entrare in un “regime di precariato a vita” con l’ausilio dei vari “silenzi ” di natura sindacale, dai Centri FP all’ultimo caso del Consorzio di Bonifica del Vulture, dall’Acquedotto lucano all’Acqua SpA, dall’Arbea a tutta la Galassia degli enti sub regionali.
Se questa sarà la nuova classe dirigente auspicata dai tanti politici lucani, non ci resta che piangere.
Se questo è l’alto profilo professionale, scientifico e culturale degli studenti universitari lucani c’è poco da stare allegri.
Siamo tanto vicini al Federalismo di Trota, che non ce ne siamo ancora resi conto.
Viviamo in una sorta di limbo, convinti di essere tanto lontani da queste disgustose performances.
Con questi presupposti angoscianti, come si potrà introdurre nella P. A. il Capacity Lab.?
Come potremo garantire un serio orientamento ad una P. A. e ad una Scuola lucana più moderna, più civile, più consapevole e più responsabile?
Sembra che l’on. le Cetto Laqualunque abbia preso il sopravvento.
Quello che Antonio Albanese sosteneva nei suoi divertenti monologhi è diventata “cruda “realtà.
Il distacco tra paese reale e paese, cosiddetto legale, cresce paurosamente.
Il concetto di legalità ha raggiunto picchi insostenibili di degrado anche in Basilicata.
Degrado che condiziona enormemente gli uomini di buona volontà.
Abbiamo sempre denunciato, come, non mai, i comportamenti socialmente deprecabili, frutto, anche, di un pressappochismo sociale, politico e pseudo-culturale.
Le istituzioni hanno glissato da sempre sia sulle tutele verso ultimi e sia, soprattutto, sulla tutela della legalità, responsabilità e correttezza, in genere.
Pressappochismo e furbizie accompagnano i comportamenti sociali deprecabili in maniera ininterrotta dall’inizio alla fine della giornata.
La gravità di questa situazione è poi determinata dal fatto che, nella società , si perpetra un notevole peggioramento delle condizioni di vita degli ultimi che rimangono ogni giorno sempre più soli ad affrontare le quotidiane ingiustizie.
E’ questo un meccanismo perverso che si avverte nella sua drammaticità soprattutto nei rapporti con gli uomini e le donne delle aree depresse meridionali e lucane, in particolare.
Da noi il senso dei diritti di cui è giusto che goda il singolo cittadino è ancora oggi oppresso da una condizione di sudditanza psicologica e perversa verso il potere ,lo conferma il ragazzo che punta al pezzo di carta e alla raccomandazione, e, soprattutto, alla disarmante naturalezza dell’accumulo dei debiti e degli sprechi di tutto il sottogoverno lucano.
E’ una peculiarietà che non ritroviamo solo nella Sicilia di Lombardo, ma, nelle mere e ordinarie amministrazioni dei nostri Enti locali e sub regionali vocati alla clientela spicciola deprofessionalizzata e alle selvagge consulenze esterne. (il caso del CdB del Vulture è l’ultimo esempio).
Il grado di civiltà di una comunità si misura dalla capacità di garantire indistintamente comportamenti corretti e qualificati con qualche dose di professionalità.
Comportamenti corretti e qualificati ,capaci di soddisfare le legittime esigenze manifestate dai cittadini.
Quando invece i comportamenti tendono in tutte le forme di governo e sottogoverno regionale ad atteggiarsi a discrezionali elargizioni vuol dire che qualcosa non funziona.
Se dopo un ventennio di fusione fredda tra ex democristiani ed ex comunisti non si è riusciti ad arginare questo immane traffico sprecone e debitorio dobbiamo convenire che il Cinismo dei politici lucani è inguaribile.
Cinismo che qualche volta è sfocia in “mentalità mafiosa” che non alberga solo in Sicilia, Campania e Calabria, ma, che si ripercuote negativamente sulla costruzione di una mentalità, sottomessa e deviata e che si estende a caduta a tutti i comportamenti sociali.
Tutto ciò ha provocato seri deficit di democrazia e mancati controlli sociali.
Per queste serie motivazioni le nostre precedenti denunce e quelle di Gerardi, oggi, sono di grandissima importanza perchè fanno riflettere sul comportamento dei nostri Consiglieri Regionali.
Comportamento strano e ignavo su una materia, mai seriamente, modificata, che avrebbe fatto guadagnare alle nostre casse regionali oltre nove milioni di euro e ridimensionato gli immensi arricchimenti dei gestori.
Anche questo ambiguo comportamento politico, tanto deprecabile, quanto negativo, non fa che generare questa enorme ed informe massa di illegalità che ci tiene lontani dalle civiltà moderne ed europee e delle società mature democraticamente e ci avvicina tanto alla Sicilia di Lombardo.
mauro.armando.tita@alice.it