Ho approfondito con un certo interesse le “lettere” del Governatore agli Assessori.
Dopo oltre un decennio ho trovato spunti e approfondimenti che sono stati oggetto di tante nostre riflessioni.
Un dibattito serrato che va in quella direzione coinvolgente e partecipativa da noi tutti agognata.
Insospettiscono, purtroppo, le leggi ad personas e le nomine dirigenziali (sulle quali regna sovrano il famoso gioco dei quattro cantoni) noiose e stucchevoli come sempre.Non è il momento di fare sarcasmo e ironia. Abbiamo tante emergenze e tante incompiute tra le quali quella delle politiche occupazionali dei giovani.
Ai tanti smemorati lucani va ricordato il coordinamento nazionale delle Politiche Giovanili dell’ANCI tenuto qualche anno fa nel Teatro Stabile di Potenza e organizzato dal Coordinamento lucano degli Informagiovani guidati da Vito Telesca.
Non va sottaciuto il Seminario Transnazionale sulle politiche inclusive giovanili organizzato dall’IREFORR di Potenza presso il Castello Pirro del Balzo di Venosa.
Avere avuto tanta attenzione da parte di Organismi importanti come ANCI e U. E. sulle politiche giovanili lucane, stava a significare che in Basilicata erano maturate nel recente passato belle esperienze di best practices che non sono passate mai inosservate ai diretti Osservatori Nazionali ed Europei.
Ci eravamo dotati di strumenti di partecipazione e regolamenti che tutti ci invidiavano.
A tal proposito riprendere lo sperimentato e positivo (in termini occupazionali) vecchio percorso fondato sulle vere politiche attive del lavoro, bruscamente, interrotto dall’ibrido e incolore processo dell’occupabilità posto in essere dai P.O. R. di ultima generazione.
A tutto ciò fa da contraltare lo scarso entusiasmo giovanile, definito “timidezza lucana” da Roberto Speranza.
Queste belle performances lucane unite al “biglietto di ritorno” pittelliano potrebbero favorire l’Associazionismo e il volontariato finalizzato alla seria occupazione giovanile.
Il Volontariato in Basilicata non è più una forma assistenziale è vero e moderno welfare. Chiedetelo al CSV per maggiori informazioni.
Questo nevralgico settore cresce a dismisura in Basilicata. Cresce, soprattutto, l’impegno verso questa ricca e plurale eterogeneità coniugata con l’etica della partecipazione.
I giovani, come sosteneva qualche anno fa, il Presidente Napolitano sono gli unici capaci di sprigionare una vera “energia pulita”.
Non a caso, “Identità e democrazia” sono stati i nuovi valori e il nuovo “credo” nei quali i giovani lucani ancora oggi (l’esempio della folta partecipazione alla Kermesse della Camusso qualche giorno fa lo sta a dimostrare) si rispecchiano fedelmente.
La “Rete e il Contesto” di questi ultimi anni completano il quadro di riferimento e rappresentano i nuovi “strumenti di partecipazione”, di “educazione al dialogo” e di concreta realizzazione di una “nuova politica del tempo libero”.
La conferma di tali “novità” è avvalorata anche dalla crescita esponenziale dei Forum dei Giovani.
Un vero successo di partecipazione per un profondo cambiamento dei “ragazzi” lucani.
Tali Forum rappresentano la prima vera forma di contestualizzazione degli “avvenimenti” giovanili.
Tale contestualizzazione non è determinata unicamente dal vecchio e fallimentare Patto con i Giovani, ma, da una irrefranabile voglia di partecipazione, forte, condivisa e supportata da veri “ideali “.
Le concrete proposte poste in essere dai giovani lucani non sono più dei meri “chiffons de papier”.
Abbiamo constatato che la partecipazione, quella agognata da tanti ragazzi, rappresenta un impegno continuo e costante.
Un impegno che incide in maniera visibile e palpabile, sulle coscienze morali e civili dei futuri cittadini lucani.
Tanti sono gli esempi, quante volte abbiamo citato il Gruppo Abele di don Ciotti con le sue articolazioni territoriali e l’Associazione LIBERA di don Marcello Cozzi.
Sono associazioni tra le più seriamente impegnate che non amano i progetti a “forte impatto dirigista”.
Nei mesi scorsi ci siamo spesi a riproporre tante “istantanee” sul “pianeta giovani” della Basilicata.
Tutti siamo parzialmente ottimisti.
Tutti vogliamo scommettere ed investire sui giovani e sulla rete dei Forum.
Questa nuova percezione/visione del contesto giovanile lucano ha individuato nella vera partecipazione dei giovani una nuova latitudine storico/sociale.
Esserci e organizzare attività di gruppo e di tempo libero, stare bene insieme, portare avanti progetti condivisi, con impegno e molta volontà.
Una scelta e una “vera opzione politica” che parte dal “basso”.
Non può essere, infatti, un’indagine conoscitiva, Un Patto o un Piano per le Politiche Giovanili, a dare seri riscontri alle problematiche e alla fragile condizione dei ragazzi lucani.
“La società adulta” non può, in alcun modo, continuare sul “vecchio adagio”, elaborando progetti e proposte, sulla base delle “sue” percezioni.
Onestamente, ci si è convinti che è meglio attivare una rete, direttamente gestita dai giovani, che continuare a relegarli in posizione di “oggetto di ricerca”.
Attivare una rete comporta comunque un serio approfondimento.
Non a caso la rete del Volontariato potrebbe influenzare comportamenti sociali e differenti interpretazioni che potranno a loro volta generare nuovi profili giovanili.
La rete del Volontariato può moltiplicare nuovi linguaggi, aspettative, valori e inquietudini che la società adulta lucana non ha ancora seriamente analizzato e dibattuto.
Questa rete può condizionare una società come quella lucana parzialmente “defuturizzata” può aprire al “dialogo tra i giovani” potrebbe sconvolgere gli attuali assetti organizzativi.
Potrebbe addirittura far rientrare dalla profonda crisi una intera “nuova generazione”.
Una profonda crisi che attraversa da troppo tempo il “modello economico lucano”.
Un modello economico che sembra voler far pagare l’attuale fase congiunturale all’intero corpo sociale delle giovani generazioni.
La rete può invertire l’attuale tendenza, comune a tanti giovani lucani, pronti a “emigrare” senza indugi e senza tentennamenti.
La rete dei Forum del Volontariato ha anche questo “improbo” compito di superamento della società “dell’estraniazione”.
Le cause non vanno rintracciate solo nella domanda di democrazia e identità dei giovani lucani del tutto inespressa e da troppo tempo inevasa.
Se i “poteri” locali terranno i giovani, ancora oggi, fuori dai cancelli istituzionali, frustandoli nella loro voglia di poter contare e decidere, il loro comportamento non può che assumere toni di disimpegno, nei confronti dell’etica della partecipazione, rifluendo, senza scampo, sulle “spiagge dell’indisponibilità”, del rifiuto e dell’emarginazione.
La risposta comune alla condizione dell’estraniazione del giovane lucano non può che essere quella del riflusso, del ripiegamento privatistico ed intimistico.
“Ripiegamento privatistico e riflusso che, in Basilicata, ha avuto connotazioni patogene, dopo la bellissima e confortante stagione di Scanzano Jonico.
Se vi è stato un negativo e deludente post-Scanzano, se vi è stato un negativo riflusso giovanile, fortemente recettivo ai richiami massmediologici e dell’evasione, lo si deve, soprattutto, alla insensibilità delle fameliche filiere partitocratiche lucane e dei Partiti, troppo presi, dalle varie tornate elettorali.
Un riflusso che non è stato in grado di riannodare i fili della identità giovanile, e, soprattutto, non ha avuto più alcuna percezione/visione della società lucana contemporanea.
Tutto ciò ha concretamente prodotto il “disimpegno e la deresponsabilizzazione”, con un sempre più manifesto”divorzio dalla realtà”.
Per queste serie ragioni confidiamo nel Volontariato,nell’ Associazionismo e nel Biglietto di ritorno pittelliano come panacee immediate al disagio giovanile.
Disagio giovanile che non può più nutrirsi di egoismi e/o di disimpegni, ma, deve riprendere il vecchio percorso degli anni settanta con le belle e vincenti sfide alla “rassegnazione” coltivate dalla “meglio gioventù” lucana.
mauro.armando.tita@alice.it