Il funerale di Don Gallo e la beatificazione di Don Puglisi ignorati dalla stampa lucana

Ignorare i funerali di Don Gallo e la beatificazione di Don Puglisi è un atto di grande ignavia verso coloro che si sono battuti con grande coraggio per gli ultimi e  per gli invisibili.

La morte di Don Gallo prete di incommensurabile bontà ci addolora e ci deprime.

Noi secolari cattolici del dissenso lo abbiamo amato e lo abbiamo seguito.

La sua  scelta di vita   per gli ultimi e per gli invisibili conditi dal canto partigiano  di BELLA CIAO ci ha da sempre emozionato.

Per fortuna vi è Papa Francesco  e la sua ormai acclarata e riconosciuta  umiltà.

Per fortuna il processo di beatificazione di Don Pino Puglisi si è concretizzato.

Il prete  barbaramente assassinato dalla cosca dei fratelli Graviano ha avuto la  sua naturale e positiva evoluzione.

Una morte coraggiosa in un quartiere a rischio.

Un prete umile che aveva a cuore le sorti della gente povera del Brancaccio, in primis i ragazzi di quel quartiere violento e degradato.

Don Pino Puglisi auspicava  una RIVOLTA morale contro la paura, la vergogna e la tracotanza.Credeva che il riscatto delle popolazioni meridionali   dalla criminalità organizzata  potesse invertire la tendenza di una esistenza grama e degradata.

Don Pino riportava nelle sue  omelie le frasi di don Tonino Bello ( morto dopo atroci sofferenze) ,altro bell’esempio di grande  umiltà,  “Dio da che parte sta? Le loro  morti  ci avevano  davvero impressionato.

Per  queste serie ragioni ci preme richiamare, l’attenzione sulla Cittadinanza giovanile lucana, stanchi come siamo dell’ingiusto  ripetersi delle  tante fragilità di deboli  ragazzi,lucani precari o disoccupati.

Problema serio e sempre   molto sottovalutato in Basilicata.

Pochi sono gli approfondimenti al riguardo.

E’ sempre attuale il tema di ” giovani, democrazia  e legalità ” dopo il grande raduno pro Falcone.

Per noi opinionisti e terzisti lucani senza padroni  il tema della legalità  è  diventato una sorta di “chiodo fisso” e l’ “aventiniano” comportamento di tanti giovani lucani ci intristisce.

Laddove i giovani lucani sono stati considerati  cittadini attivi e potenzialmente capaci di proporre idee  si sono create iniziative, forum, consulte, progettualità del privato-sociale, coordinamenti e progetti innovativi.

La stampa lucana ospita  giornalmente seri approfondimenti e denunce di giovani direttamente coinvolti nel mondo della politica, dell’imprenditoria, dell’Università e , purtroppo, anche,  del precariato di eccellenza.

Siamo stati gli unici ad approfondire in maniera seria  la questione giovanile a ipotizzare un futuro protagonismo giovanile, a credere in una lenta  “rivoluzione” e in un concreto ricambio generazionale.

Siamo stati i primi  a denunciare “oasi di privilegio”  per gli adulti e  “situazioni” di reale  emarginazione per i giovani.

Apprezziamo i tanti ragazzi delle aree interne lucane, pronti a “rischiare” e  a “restare” nei nostri paesini.Una scommessa giovanile  vinta, anche,  per noi  maturi.

Una scommessa che ci ha fatto superare  tanto scetticismo,  tanti dubbi,  tanta conservazione e  tanta chiusura, sempre presente intorno a noi.

Per certi versi, percorrere una strada difficile, irta di ostacoli, per giocare un ruolo importante nella propria terra di origine, è stato sempre importante e significativo per l’intera comunità lucana.

Noi opinionisti maturi e terzisti abbiamo colto la forte motivazione  al cambiamento delle nuove generazioni lucane, la  consapevolezza di tanti  giovani lucani, pronti a gestire la cosa pubblica, senza l’uso di particolari “tabulati ideologici”.

Gioventù sana che non vuole più delegare al politico di turno e che vorrebbe superare  del tutto la “logica burocratica” della partitocrazia e delle fameliche filiere.

Gioventù pulita  che vuole realizzare concretamente un  serio percorso politico.

Gioventù positiva che vuole “responsabilizzarsi e credere in una società legale e democratica”.

Gioventù  costruttrice di “valori e di impegni  fattivi” come lo desideravano Don Peppino Diana (altro prete assassinato dalla criminalità organizzata) e Don Pino Puglisi.

Gioventù che ama la propria terra.

Su questi principi di legalità molti giovani delle nostre aree interne, dopo lo sfasciume politico odierno vogliono la rifondazione della politica con una vera legalità.

Quella  legalità che  impone una presenza capillare di molti giovani nelle Amministrazioni locali della Basilicata.

La legalità emargina i furbi e i demagoghi di sempre.

La legalità  crea  finalmente  quella “rete” di partecipazione tra Istituzioni locali e  Associazionismo impegnato ( Libera, Caritas, Arci, Acli, “Avviso Pubblico”, Iter/ANCI  “Diritti al futuro” ecc.) anche in Basilicata.

Una “rete” che  dovrà  far uscire gli Enti Locali da una secca di  furbizie, affarismo e bieco assistenzialismo”,  che mal si conciliano con la fattiva presenza giovanile  sul territorio.

Noi speriamo che la tremenda rassegnazione  e il tremendo abbandono morale  che pervadono il negativo quotidiano dei giovani residenti nei nostri borghi interni  non abbiano più  il sopravvento.

Questa ventata e questa freschezza giovanile dei ragazzi devono  essere propedeutiche, all’auspicato protagonismo  dei nostri piccoli borghi,  per troppi decenni, emarginati, ghettizzati e sacrificati  da un mancato e ingiusto  sviluppo socio-economico regionale.

Noi ci saremo  e con grande attenzione seguiremo questi importanti “segnali” di cambiamento.

Sarà  uno degli ultimi SOS che si potranno lanciare in questa direzione.

Un futuro fatto  a misura di Don Pino Puglisi.

E’ necessario che,  questa consapevolezza diventi patrimonio della politica lucana e che venga tradotto in impegno e scelte concrete, generando, così,  una nuova cultura del vivere comune, che dà senso alle scialbe  esistenze di ciascuno di noi.

Solo così possiamo affermare con grande convinzione che il sacrificio di Don Pino Puglisi non è stato inutile.

mauro.armando.tita@alice.it

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