Il fenomeno dei 18mila contatti del TiGiuro

Pubblicato sul Quotidiano in grande EVIDENZA sulle pagine di Primo Piano

Vivere in questo periodo ci fa sentire oltremodo vuoti.

Da qualche tempo tacciono tutti, belli e brutti. Tace  l’intellighenzia lucana. Tace, pure,  la middle class, consci, come siamo,  che la stessa, non è più il “motore del cambiamento” della società lucana.

Da troppo  tempo, irrispettosa del proprio passato, ha abdicato in maniera paurosa.

Da tempo immemorabile, è caldamente protetta dalle braccia del politico di turno ora pittelliano e renziano.

La middle class lucana è, ormai,  nel letargo più assoluto, senza  alcuna “dignità” e senza alcuna “reattività” di montanelliana memoria.

Nel frattempo,  però,  per fortuna, nella rete vi è una realtà concreta una piccola oasi di sana ribellione e di bella e simpatica ironia.

Tanta bella intelligenza, tanto sarcasmo, tanta rara umanità.

Mi riferisco al TiGiuro di Angelomauro Calza e di Antonio Nicastro e di tanti bravi tecnici volontari;18 mila contatti giornalieri sono un’enormità.

Analizzare e studiare tale fenomeno mediatico per la Basilicata, lenta e fatalista, è, forse, per noi, uomini di buona volontà, impresa difficile.

Un fenomeno, quello del TiGiuro che contribuisce a scavare nei meandri della stupida burocrazia lucana e che allegerisce come per incanto le più intollerabili disfunzioni.

Un fenomino pronto a ridare a noi uomini maturi pagine di rara umanità e di tanta nostalgia.

L’intervista all’ultimo sciuscià è un capolavoro di ingenuità e di genialità.

Un fenomeno mediatico fatto di tante individualità pronte a dosare sarcasmi e riflessioni amare.

Un mix di lucanità originale e intelligente  e una seria  innovazione mediatica di metodo e di processo.

TiGiuro si è autorganizzato, si è autoregolato e si alimenta di un entusiasmo che non conosce alcuna poltiglia e alcuna mucillaggine di derivazione CENSIS.

Gode anche grazie alla nostra presenza, (sono presuntuoso, sto scherzando, non mi prendete sul serio) della più ampia forma di democrazia e di libertà.

Non vi sono sicuramente capi e capetti.

Tutti possono liberamente esprimersi senza condizionamenti di sorta.

Tanti sono i giovani e le persone libere che optano per questo “contatto”.

La società civile e democratica lucana cresce grazie a facebook in maniera esponenziale.

Tanti sono i temi all’ordine del giorno.

Quelli del TiGiuro oltre alla metafora del “giuramento”, ben riuscita,sono ormai diventati  una vera realtà  socio-politica.

Sono preparati e svolgono il loro impegno con meticolosità e precisione.  E’ difficile farLi recedere.

Hanno un bagaglio di preparazione e non amano il millantato credito, la demagogia e la goffaggine sempre presente nel mondo politico lucano.

Sono contro tutte le forme del nuovo  machiavellismo lucano.

Per loro governare e amministrare la cosa pubblica non è far credere ma, realizzare.

Cercano con caparbietà di sensibilizzare fasce di popolazione lucana, disinteressata, ferma, abulica e poco incline,  alle battaglie politiche e sociali.

Sono uomini di buona volontà che hanno ripudiato le vecchie armi spuntate delle “filiere e delle correnti partitiche”.

Rifuggono dal conformismo più bieco. Non amano i pavidi e gli ignavi.

Sono uomini che hanno maturato serie esperienze di vita e di lavoro, non hanno alcuna grettezza di natura provinciale.

Sono infastiditi dai comportamenti rassegnati e fatalisti della gente lucana.

Il TiGiuro è certamente una grossa novità nel firmamento della  ” rete” lucana.

Ci rammarichiamo che il mondo politico non abbia recepito tale fenomeno mediatico.

Questa nuova classe dirigente ha già smarrito tutti i buoni propositi e se,  pur contestata e rifiutata dalla maggioranza dei lucani è convinta che può governare, ancora, per tanto tempo… data l’altissima percentuale di giovani professionisti inoccupati.

Al contrario noi crediamo e lo dimostrano i 18mila contatti giornalieri che queste forze vive della rete  potranno condizionare  gli attuali assetti  organizzativi.

Assetti che non hanno mutato di una virgola il vecchio modus operandi e la vecchia forma mentis del doroteismo lucano.

Ai politici lucani bisogna far capire che  i 18mila fruitori del TiGiuro, non accettano supinamente le disgustose sperequazioni odierne.

Questo tipo di lucano aborra le “massime oraziane  del carpe diem”.

Non sono più disposti a cogliere l’attimo. Non vogliono più afferrare il presente e affidare al domani il “meno possibile”.

Vogliono e pretendono un futuro  lucano rispettoso  della dignità umana.

Sono pronti a ricreare un rapporto forte e solidale con le classi più umili e, soprattutto, con la  generosa classe operaia lucana.

Ricordo con piacere e orgoglio lucano la presa di posizione di qualche tempo fa del Quotidiano sul lavoro in fabbrica, Fiat Sata, in primis.

Anche questa dura presa di posizione  è stata molto apprezzata dalla rete e  dall’esercito dei 18mila, in special modo, le nuove generazioni.

Questi ragazzi della rete  hanno recepito che, nell’immaginario lucano, la fabbrica FIAT Sata è ormai scollata dalla realtà sociale.

La fabbrica è ormai relegata a luogo di terzo mondo.

L’insensibilità mostrata ultimamente dalla società politica verso le tante  morti bianche e i tanti fumi della Siderpotenza e del Centro Oli e Fenice, è sotto gli occhi di tutti.

I Sindacati non attirano più. Le manifestazioni, da loro organizzate sono degli  autentici  flop.

Scandaloso è il divario tra fatturato e buste paghe.

Fa impressione che il tema della sicurezza degli impianti sia del tutto scomparso nei mass media lucani  e sui giornali.

Fa impressione che a parlare di disagi, dissesti ed elettrosmog (vedi Centrale ENEL Gallitello) siamo solo NOI del TiGiuro.

Il bollettino delle morti bianche  è sempre, purtroppo,  impressionante.

Questi giovani della rete hanno recepito che bisogna agire a 360 gradi.

Una società lucana che vive da anni una stagnazione economica paurosa, drogata da un inaffidabile PIL e tanto  distante dai suoi giovani  deve rintracciare, altrove, le fonti del benessere.

Questi giovani generazioni movimentiste che si nutrono di rete e di reattività  saranno la nostra speranza e saranno le nuove “fonti rinnovabili” della politica lucana.

Come ha detto Adriano Celentano nel recente show televisivo all’arena di Verona,  il nostro “lavandino” non funziona da tempo: ci vuole un buon idraulico.

Siamo convinti che con gli insulti e le grida dell’antipolitica alla Forcone maniera  non si ripara un bel niente.

Questi 18 mila lucani di buona volotà con tanta ironia e con tanta dignità  saranno sicuramente  dei buoni idraulici per la società di Basilicata.

Li conosciamo e li apprezziamo.

Altri possono farsi luce, sia nel TiGiuro e sia nei presidi che contano (Terre Joniche e Montescaglioso, in primis).

Noi, dal canto nostro, saremo vigili e faremo uscire dal “pozzo” dell’anonimato tanti  movimenti giovanili e, soprattutto,  questi  18mila  lucani inimitabili,  coraggiosi e volenterosi.

mauro.armando.tita@alice.it

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