Pubblicato in Primo Piano del Quotidiano del 19 dicembre2013
Mi ha tanto stupito il rientro “assessorile” di Folino, anche, se, condito da un “condizionale”(potrebbe) e la ripetitiva e noiosa attualità del pensiero di Scotellaro di Domenico Logozzo.
Non ho alcuna intenzione di riprendere il pensiero di Scotellaro e di riproporre Manlio Rossi Doria e i “suoi” intellettuali “inorganici” ancora tanto presenti nel Sud e nella Basilicata, in particolare.Ho già dedicato per decenni fiumi di parole, di denunce e di analisi, non solo su Rocco Scotellaro e su Manlio Rossi Doria, ma, soprattutto, (da uomo della Sinistra) sul pensiero forte di Pasquale Saraceno,l’unico protagonista di un serio sviluppo socio-economico lucano dagli schemi idrici alle politiche agricole “californiane”del metapontino.
Ora sono veramente molto stanco, ambisco solo a una serenità d’animo e a un po’ di onestà intellettuale.
Se qualche tempo fa “Vito (De Filippo) ballava con le streghe” sicuramente Vincenzo (Folino) “ballava con i lupi “.
L’assenza e il silenzio di Folino in questi ultimi mesi non lo avevamo compreso e recepito adeguatamente.
Eravamo orfani di quelle lunghe e corpose analisi (pubblicate sul Quotidiano) sul drammatico momento storico-sociale e politico-economico che viveva la Basilicata.
Vincenzo ci ammoniva e sosteneva che il dramma lucano della disoccupazione giovanile non era stato nè recepito e nè approfondito adeguatamente.
La critica forse era solo di facciata ed era imbevuta di uno stucchevole gossip che non ci faceva sperare nel futuro.
Del resto il 2014 non si presenta roseo, lo riconferma lo Svimez e l’Eurispes Basilicata.
I giovani lucani continuano ad emigrare con un esodo ormai inarrestabile.
Gli andamenti demografici che, fino, a qualche tempo fa, riguardavano solo le coppie giovani, si cibano solo di emigrazione intellettuale e giovanile.
Bisognava e bisogna dare un segnale vero di discontinuità con il passato.
Bene ha fatto l’UNIBAS ad aprire in questi giorni allo Svimez e al prof Masullo.
I giovani universitari lucani devono sentirsi, come non mai, protagonisti.
I giovani universitari di un vero partito democratico devono avviare un processo di vitalizzazione.
Aldo Masullo ha ribadito con la sua proverbiale veemenza che senza un’animazione diffusa, capillare, dell’interesse attivo dei problemi giovanili, le istituzioni, come in questi ultimi tempi, lasciate all’antipolitica e al loro isolamento, ammesso, pure, che lavorino in grande, non sono in grado di produrre quei cambiamenti profondi.
Per produrre i cambiamenti profondi e per conseguire simili risultati la prima e fondamentale condizione è la “qualità della cultura civile”.
A tal proposito è mai esistita in Basilicata, in questi ultimi anni una vera qualità della cultura civile?
Noi crediamo di no ad eccezione delle performances di qualche sparuta oasi giovanile.
Per queste ragioni siamo convinti che la vittoria di Renzi potrà riproporre buoni momenti di di vita e di relazioni, dentro e fuori le istituzioni.
Potrà riproporre un sogno che è voluto dagli oltre trentamila lucani che hanno dato il loro voto al cambiamento.
Lo ribadiamo per l’ennesima volta fino alla noia.
Siamo stanchi di comportamenti “gattopardeschi o da Marchese del Grillo” determinati solo dal CENSO. Siamo stanchi di progetti fatui alla Eurogeneration e di progetti ibridi non finalizzati all’occupazione concreta.
Progetti che si cibano solo di una nuova rivoluzione terminologica alla “generazione 2015” di lacorazziana memoria cratterizzata da tanto fumo e da un futuro sempre più incerto.
I Salesiani di Potenza negli anni scorsi si erano impegnati in un ciclo di azioni seminariali dall’intrigante titolo : “Tornare ad educare”.
Credo che il concetto di educazione, di umiltà e di semplicità devono soprattutto riguardare il PD lucano.
Ci siamo resi conto che le filiere e le rendite di posizione sono state riconosciute e confermate di fatto soprattutto in queste ultime Primarie con la presenza di mature e maturi burosauri all’Antezza e alla Margiotta.
Da inguaribili sognatori siamo un po’ delusi dal “RENZISMO” lucano.
Noi che avevamo creduto che il PD di Renzi sarebbe stato il nostro “sol dell’avvenire” moderno e concreto (rispetto ai tabulati ideologici del passato) siamo diventati sempre più astensionisti una sorta di elettori entropici alla sola lettura delle liste.
Avevamo sognato una società civile fatta di tante belle occasioni e di tanto entusiasmo.
Avevamo creduto in Renzi e in una Woodstock più moderata e più matura.
Ci siamo svegliati con i politici di sempre e con una voglia matta di fuggire.
La “cosa rossa” che si rifugia in Decanter non esisteva e non ci interessa.
E’ il solito pachiderma di sempre fatto da Politici con piu mandati parlamentari, Assessori e Dirigenti regionali quelli più bonificati e privilegiati dalla prima repubblica, intellettuali snob con signore, animatrici di salotti bene, staccati anni luce dal paese reale.
Pochi presunti “compagni”, che non hanno mai conosciuto lavori umili e “catene di montaggio”, vissuti negli agi e nella borghesia parassitaria lucana e folgorati dal Socialismo in età matura e, soprattutto, dopo aver “guadagnato” un ruolo pubblico “sicuro e stabile ” (ndo’ culo a tutti precari laureati di oggi avrebbe proferito Cetto Laqualunque).
E’ un quadro deprimente che si commenta da solo.
La mia vuole essere una semplice e forse troppo sincera e brutale constatazione.
Non avevo e non ho alcuna intenzione di voler dare lezioni di rivoluzione o di bieco moralismo a qualcuno.
Sono io che devo ancora crescere nonostante i miei maturi 62 anni.
Forse un socialnetwork ci aiuta a credere in un qualcosa.
Un qualcosa che in Basilicata non è ancora maturo.
Forse i soliti mille volenterosi di qualche trentennio fa ci fanno sperare in un qualcosa di “democratico” vero.
Forse il relativismo e il nichilismo si è preso gioco del PD di Renzi e delle sue buone intenzioni.
Rispondiamo con serietà e coraggio (lo dico ai renziani) agli oltre trentamila lucani che hanno votato il cambiamento del PD.
Nutriamoci di vera e di Buona Politica fatta di dialogo e di relazioni. Sarà un miracolo e una vera lezione democratica per tutti.
In questo modo forse la nuova generazione 2014/ 2015 resterà in Basilicata, cosciente di vivere una vera stagione democratica, stanca di subire umiliazioni e sonore sconfitte politiche sarà meno pavida e più reattiva.
Meno Affari e più UMILTA’, più rispetto e più DEMOCRAZIA, Più dialogo e più relazioni con il territorio lo diciamo ai renziani sparsi nel territorio e lontani dalle donne e dagli uomini affamati di incarichi e potere.
Mauro.Armando.Tita@alice.it