E’ stata una settimana scoppiettante per il PD lucano.
Il “PD Regione” non si è smentito e si conferma con tutto il suo bulgaro risultato.
E’ una fatica sisifiana per i tanti indignati lucani.
Non vorrei riprendere il mio abusato e sboccato linguaggio di Cetto Laqualunque, ma, ricordare all’opinione pubblica lucana quello dello Zio Michele di Ruvo del Monte: Figlio mio (rivolto al sottoscritto) tu parli, tu scrivi e tu denunci e il c…. ti sente.Sembra una provocazione snobbistica alla Cappelli.
Eppure è così.
I tanti movimenti e le tante timide manifestazioni alla Massaro producono un piccolo e momentaneo subbuglio.
Subbuglio immediatamente ingoiato dalla partitocrazia e dai privilegiati secolari, e rimosso il giorno dopo.
Il microcosmo lucano è una continua sperimentazione delle scaltrezze e furbizie italiane.
Scaltrezze e furbizie miste a sprechi e caste senza tempo.
Qualche giorno fa nelle pagine interne è passata inosservata la nomina di Lillino Lamorte a Presidente dell’Unioncamere della Basilicata.
E’ una notizia che fa tremare i polsi, tanta è la novità.
E’ un piccolo esempio della lentezza lucana e dell’invecchiamento attivo alla Monti.
Sembra che alcuni bottoni della cosiddetta “stanza” del Palazzo si siano arruginiti e non sono mai stati cambiati.
Arruginiti da tanta incrostazione politica.
E’ un chiaro sintomo della dèbacle delle nuove generazioni lucane.
Se i settantenni sono ancora in auge e fanno “notizia e rumori” sulla stampa, vorrà dire che il vero ricambio generazionale non è mai avvenuto.
I tanti giovani dirigenti trattati come ragazzi spazzola nei nostri Partiti/Collocamento devono trovare altri lidi.
Ultimo esempio è quello di Roberto Speranza.
Forse un picconatore di cossighiana memoria, dotato di scienza e “conoscenza” e in grado di rivoluzionare lo status quo non esiste.
Tutti gli indignati e i cosiddetti alternativi si sono dimostrati fragili e impacciati.
Non abbiamo pretese di imitare nè Cossiga e ne altri del vecchio establishment democristiano.
Ammiravamo Dossetti e Pertini a Roma, Scotellaro e Rossi Doria a Potenza.
Aspiravamo a vivere in una regione “normale”.
Credevamo che tante migliaia di lucani con schiena dritta aspirassero alla normalità.
Speravamo che il nuovo mattino del post-bersani portasse oltre al cappuccino una salutare inversione di tendenza.
Un’inversione che si deve caratterizzare con tanti Bandi Pubblici aperti a tutti e non ai soli figli della casta.
Bandi Pubblici trasparenti che diano certezze ai nostri giovani.
Un Bando Pubblico che non segua la Legge BIAGI, quella bulgara (berlusconiana) di ENZO.
Un Bando Pubblico dove non sia scontato (quello dal cognome noto) il “favorito di turno” già sulla bocca di tutti.
Abbiamo assistito a un clientelismo raffinato e scientifico tanto familistico a monte quanto legalizzato a valle, di rara natura, bellezza e specialità.
Un clientelismo (tutto cittadino e centripeto) che noi abbiamo denunciato con lo sberleffo all’ Antonio Albanese, ‘ndo culo alle periferie, con grandi abbuffate presso tutti gli Enti di sub governo.
A tal proposito la brava Labanca deve continuare dopo le denunce Arpab a farci compredere assemblando i costi di gestione e gli stipendi d’oro quanto ci costa il sottogoverno lucano.
Perchè non si interviene sulle royalties dell’Acqua.
Perchè il consigliere Singetta non incalza più la Commissione preposta per accelerare l’iter della sua PdL.
Strano, davvero strano, che, ogni qualvolta una proposta di legge coglie nel segno la si fa cadere nell’oblìo.
L’oblìo paga perchè noi continuiamo a inciuciare, fiduciosi che nel prossimo turno tocchi a noi.
Su questre mediocri e basse aspirazioni i partiti lucani di maggioranza e di opposizione hanno cementato il proprio potere.
Mi ricordo che, Giovanni Marra, mio direttore, di “Cronache Italiane” (marzo 1978, sic!) abbia inondato di titoloni su quasi tutte le pagine della rivista il mio servizio da Matera (Borgata Taccone) “Una sfida alla rassegnazione”.
Una bella esperienza di “comunione” tra Giovani , “Alleanza Contadini” ed Enti Locali.
Un’esperienza ripresa, qualche anno fa, da un bel reportage di Alessia Gianmaria sulle pagine del Quotidiano.
E’ solo un bel ricordo del passato o forse siamo al redde rationem.
Forse, il nuovo STATUTO “fermerà”, per sempre, l’antipolitica, forse farà tante altre cose la prima delle quali sarà una sana decurtazione agli emolumenti e ai rimborsi famelici dei consiglieri ( il nostro amico Antonio Albanese , spinto dagli stesssi consiglieri regionali avrebbe immediatamente “proferito”, ‘ndo culo alle decurtazioni).
Dopo le furbate e gli emendamenti ci piacerebbe ricordare la Rita Bernardini di qualche tempo fa.
La povera Bernardini ,ingenuamente e timidamete aveva chiesto con un emendamento la fine dei privilegi per gli ex parlamentari, ancora bonificati con trasporti gratis ed altre prebende, e, soprattutto, la riduzione delle singole sedi di ogni parlamentare che costa alla comunità di Pantalone oltre novemila euro al mese.
L’emendamento (come tutti quelli odierni dello stesso stampo) è stato respinto e la parlamentare tacciata di demagogia.
E’ una notizia ch non si commenta, la casta parlamentare di fronte a tali spudorati privilegi si ritrova sempre con il motto “E’ solo demagogia”.
Fate voi una semplice riflessione al riguardo, stanchi e confusi come siamo… preferiamo vivere da uomini normali forse un po’ indignati e non da pavidi senza palle.
C’è una bella notizia da condividere con tutti gli uomini di buona volontà lucana, finalmente, le periferie contano Gubitosi, dg della Rai, lascia Viale Mazzini e si trasferisce in Via Laurentina.
E’ una bella rivoluzione, un vero riscatto per tutte le periferie!
mauro.armando.tita@alice.it