Da una Lucania SALDA a una Lucania a Saldo coni tanti ambigui e pregressi silenzi degli Ordini Professionali (Architetti e Ingegneri)

Carissimo direttore,

l’SOS lanciato dall’Arch. Graziadei  che rimprovera alla classe dirigente degli ultimi venti anni di aver posto la Lucania in svendita ci sorprende e ci annichilisce.

Dopo un ventennio di larvati inciuci  il Presidente dell’Ordine degli Architetti spara a zero sulla classe dirigente.

Sbaglio o è lo stesso Graziadei, Assessore all’Urbanistica del Comune di Potenza con tante probematiche angosciose  sospese.

Gli Ordini Professionali di Ingegneri e Architetti lucani dovrebbero fare, a tal riguardo,un serio esame di coscienza.

Rivedere al loro interno le comprovate  complicità, gli ambigui  silenzi con la classe dirigente di questi ultimi venti anni non è certamente peregrino,anzi, è cosa buona e giusta.

Una Lucania SALDA nei valori e nelle aspettative, piena di orgoglio, si contrappone a una Lucania a SALDO, senz’anima e svenduta per un piatto di leticchie, non lo dicono solo Graziadei e le snob Associazioni Ambientaliste lucane, lo diciamo, da secoli, pure NOI, opinionisti  del Quotidiano.

Il Piano energetico regionale offre campo libero alla speculazione, come riferito dall’autorevole Graziadei o è il furbo dispositivo a maglie larghe di sempre?

Qualche mese fa, perfino,  il Vice Presidente della Commissione Europea Tajani, in visita a Matera,  reclamava più fondi per le regioni che estraggono petrolio e gas.

Dopo il singolare e scontato (ormai caduto nell’oblìo)  commento di Striscia la Notizia ( Perchè non chiedete e pretedete di più?) il richiamo, speriamo serio e sincero, fatto da Tajani   ci confondeva e ci rasserenava.

Ci confondeva perchè gli eventuali vantaggi saranno proiettati solo nella programmazione europea 2014/2020.

Ci rasserenava perchè  il nostro greggio  era,  finalmente, considerato risorsa preziosa per il fabbisogno energetico nazionale.

Non sappiamo, però,se,ancora, vi sono  contatori, (quelli in grado di  misurare le migliaia di barili estratti quotidianamente) mai attivati.

La Basilicata, mera  espressione geografica, per dirla alla Graziadei,  non ha mai conosciuto l’elementare correttezza di rapporti tra istituzioni regionali e governi nazionali, nonostante protocolli e Memorandum.

Anche il Governo Letta tace sull’argomento.

Lo abbiamo riferito e denunciato  sui tanti Blog e sul Quotidiano.

In Basilicata, non solo nel PER, ma, nel Gas e nel petrolio,  ha prevalso la legge del “Totem nero”.

La Pala eolica e Il Totem nero si sono   insediati indisturbati tra stupendi paesaggi, tra  faggi e cerri, tra pascoli e sorgenti, tra campi coltivati e nuovi insediamenti artigianali, industriali e produttivi, senza pagare alcun fio e senza innalzare quel tenore e qualità di vita da tutti agognato.

Oggi, nonostante i dimenticati  Memorandum e i Proclami europei di Taviani ci ritroviamo con momenti di  gravissimo “sconforto sociale”.

Lo abbiamo denunciato nell’indifferenza di sempre.

Dopo le poche maestranze non specializzate  occupate nella prima fase ci siamo ritrovati,  con centinaia di   assunzioni,  tutte rigidamente fuori dalla Val d’Agri.

Il Quotidiano, qualche giorno fa, denunciava la scarsa sensibilità della Total, pronta ad assumere “54”  addetti a partire dal 2015(sic!).

Sembra o è una  presa in giro?

La popolazione del bacino interessato, per queste ragioni e per queste delusioni aveva  preso consapevolezza facendo nascere tanti comitati civici spontanei che hanno da sempre denunciato “PER e  Totem nero” caratterizzato, quest’ultimo, da “Meno lavoro e più tumori”, meno terre da coltivare e più espropriazioni.

Con la “legge” del PER e del Totem nero e dei suoi  incommensurabili  difensori “ineggianti le meraviglie paradisiache della nuova stagione dell’economia fotovoltaica e petrolifera” si è completato un processo di un Paesaggio iperdeturpato e di un Texas lucano privo di una vera filiera.

Tajani, però, senza saperlo, dopo wikileaks, South Streem e altro, ci fa, ancora, più GIUSTIZIA.

Lo sviluppo della Val d’Agri resta e resterà  una mera chimera. Gli ultimi dati sono ancora più disarmanti.

Interi nuclei familiari hanno ripreso l’odiata valigia.

In compenso, caro Graziadei, la confusione regna sovrana.

Le royalties hanno fatto prevalere azioni municipali di piccolo cabotaggio e interventi  di basso profilo, senza alcun ” respiro ” e senza alcun  effetto moltiplicatore.

Sono nate piccole cattedrali nel deserto, con tanti impianti sportivi, senza il necessario bussiness plan e senza aver programmato  i conseguenti alti costi di gestione con la buona pace dei Tecnici locali.

I tecnici e le ristrette oligarchie locali fatte di tanti architetti iscritti all’ordine, caro Graziadei, non rinunciano agli incarichi e alle lucrose progettazioni.

Le royalties quelle indirizzate economicamente all’innovazione e agli investimenti produttivi languono da tempo.

L’Ordine degli Architetti non ha mai emanato (per l’area del Petrolio) un vero codice deontologico ai suoi iscritti.

Prolifereranno le opere pubbliche secondarie  di sempre con il silenzio/assenso secolare degli Ordini professionali degli Architetti e degli Ingegneri.

Completa questo quadro desolante, caro Graziadei, la mancanza di una legge regionale al riguardo.

La Basilicata, la regione europea con maggiore concentrazione di attività petrolifera su terra ferma,  non si è ancora dotata di alcuna strumentazione legislativa specifica.

Lo denunciava qualche mese fa  il Prof Alliegro sul  nostro Quotidiano della Basilicata.

E’ prevalsa un po’ di disgustosa demagogia , sempre presente in queste  dirigenze “nordiste” pronte a vanificare progetti e proposte rivenienti dal nostro SUD.

Il tutto senza una dovuta e giusta  verifica  politica sugli atti e sui fatti prodotti.

A tutto ciò fa  scalpore la sola crescita esponenziale dell’estensione delle royalties ad  ulteriori cinque Comuni.

Resta intatta  una immotivata “gelosia” tra i territori e Sindaci interessati e territori contermini  non ancora raggiunti da tali “regalie”chiamate royalties.

Per rispondere a questa annosa questione  dobbiamo ancora una volta far ricorso ad Alessandro Baricco e i suoi “Barbari”.

Lo slogan “Padrone a casa mia” e le già menzionate azioni municipali di basso cabotaggio non sono certamente forieri di progetti di ampio respiro e alimentano i soliti egoismi territoriali.

In un simile contesto i vari “Re” del PER e della Fondazione ENI, Geostock e Total avranno sempre  Buon gioco.

In questa oggettiva situazione incresciosa resta il solo dato della ripresa dell’esodo e del miracolo che non si è verificato e non si è mai tradotto in Sviluppo Economico e Sociale nonostante i propositi di una nuova programmazione europea 2014/2020…onestamente un po’ troppo lontana.

Confermiamo, ancora oggi, come qualche mese addietro che  alla luce di quanto promesso dal Vice Presidente Tajani, il Totem nero  del petrolio e del gas  non porta lavoro,  ha solo creato competizioni campanilistiche e guerra tra i poveri, un’ aria irrespirabile, qualche sospettoso aumento di malattie tumorali e tanti  ambigui intrighi internazionali, poco chiari e poco comprensibili alla maggioranza silenziosa dei lucani.

Forse è il caso di ripetere, alla luce delle ultime denunce di Graziadei Presidente dell’Ordine degli Architetti (dopo secoli di comprovata complicità con questa classe di governo lucana)  la stessa considerazione di sempre: “Che amara consolazione”.

mauro.armando.tita@alice.it   

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