Cumpari e cumparielli e il “vizietto” potentino della richiesta “ad libitum”

Cari amici  vi propongo la “versione integrale” del mio ultimo articolo pubblicato sul Quotidiano del 18/04/2014 con molti “tagli”

Ciao e auguri

Armando

Ho approfondito con un certo interesse la pagina curata da Sara Lorusso e da Antonella Giacummo.

Potrebbe sembrare una informativa del tutto ordinaria. Non è così.

Ho estrapolato due  commenti; il primo è dell’ex Sindaco Sampogna. Il secondo è dell’ex deputato Molinari.

L’ex Sindaco Sampogna chiude  la nota di Sara Lorusso con una confessione amara, il nostro errore è stato  culturale.

Abbiamo  perpetuato, come amministratori comunali, da Colombo ai giorni nostri, la cosiddetta subcultura della RICHIESTA.

La popolazione cittadina potentina è stata costretta per decenni a fare richiesta  di favori e di prebende varie  ai “vertici” comunali.

Un diritto sacrosanto è stato scambiato per “favore” politico.

Una sorta di vizietto che ha creato lentezze, burocrazie parassitarie e biechi assistenzialismi.

Pure un semplice certificato di residenza o di famiglia doveva essere prima  “amplificato” e poi   “filtrato” attraverso la segreteria del politico di turno.

Ricordo un episodio singolare per il rilascio di un certificato storico da buon cittadino mi sono rivolto allo sportello, il certificato mi è stato rilasciato dopo qualche minuto.

Altri miei parenti potentini hanno seguito il vecchio percorso doroteo il certificato è stato rilasciato dopo oltre  due mesi e dopo continui e snervanti solleciti.

I miei parenti mi hanno additato come super-raccomandato, nonostante le mie semplici spiegazioni.

Non hanno mai creduto alla storiellina del rilascio del certificato avvenuto allo sportello.

L’uso del filtro politico è entrato nel DNA del potentino.

Nonostante qualche timida innovazione il cittadino potentino non ha rimosso di un millimetro questa insana convinzione, questo incivile atteggiamento e questo vergognoso comportamento.

I servizi e le prestazioni della P. A. comunale devono subire, ob torto collo, questo lento processo clientelare.

Non ti preoccupare cumpà, ci penso io.

Conosco il responsabile, tutto filerà liscio, salvo IMPREVISTI.

Gli imprevisti il più delle volte ci sono e le attese diventano estenuanti, lunghe e irrazionali.

La motivazione è sempre la stessa il tuo caso lo seguo con particolare attenzione, devi avere fiducia tutto si risolverà.

Questo continuo e iniquo rapporto cittadino-politico locale e macchina comunale ha creato i cittadini sudditi e non ha subito alcuna variazione e modifica di sorta.

Tanti  politici (anche quelli seriamente impegnati) hanno dovuto soccombere di fronte a questa “canea”umana di piccolo cabotaggio, di spudorati interessi individuali, familiari o di gruppo.

In questa “idilliaca” atmosfera sono nate le OLIGARCHIE del cemento e del “Vento del SUD” dell’ immotivata e ingiustificata “consulenza” facile nonostante un presunto e probabile dissesto finanziario, tanto pauroso quanto vergognoso.

Un probabile dissesto che viene da NOI cittadini onesti pagato salatamente con addizionali da URLO e da una TARSU ipergonfiata.

Non entriamo nel merito delle “partecipate “(e dei tanti cosiddetti Manager rinviati a giudizio) e delle incompiute, degli sprechi di qualsiasi natura e dei servizi alla persona e sociali che languono da secoli (asili nido, in primis) correremo il rischio di essere noiosi e di creare dossier e report con migliaia di pagine e di amare riflessioni.

Ci limitiamo a commentare l’addio del consigliere Molinari.

Un addio che non ha bisogno di ulteriore commento.

Riporto le testuali parole di Molinari”:

“In questi cinque anni onestamente va detto che ci sono consiglieri che non hanno offerto alcun contributo alla discussione, ci sono consiglieri di cui non conosco la voce”.

Sono espressioni che ci stupiscono e ci fanno ribollire il sangue, ci inducono a scendere in campo maledicendo partiti e gruppi consiliari che non sono stati capaci di dare un senso al loro mandato politico.

E’ terrificante  l’affermazione di Molinari.

Pensare che decine di consiglieri hanno solo scaldato lo scranno e non hanno avuto il coraggio di interrogare e interpellare Sindaco e Giunta sul loro operato, è di una gravità che non si presta ad alcuna giustificazione.

I Partiti e i Gruppi consiliari devono rispondere di questa malapolitica.

E’ gravissimo constatare che per un intero quinquennio questi consiglieri (muti, chini e supini) non abbiano avvertito il bisogno di partecipare al dibattito politico.

Un dibattito che doveva essere serrato e mutuato su trasparenza e merito.

Trasparenza e merito che non si sono mai tradotti nel Consiglio Comunale di Potenza in partecipazione, coinvolgente e responsabile, come da noi tutti agognata.

Non a caso insospettiscono, purtroppo, strutture dirigenziali di dubbia professionalità senza alcun serio carico di lavoro.

Strutture dirigenziali e personale gonfiato a dismisura che non trovano riscontro in una seria governance di Città /Capoluogo.

Non è il momento di fare sarcasmo e ironia.

A tutto ciò fa da contraltare l’assenza ingiustificata e lo scarso entusiasmo “giovanile” potentino, definito qualche tempo fa da Roberto Speranza:  “timidezza lucana”.

Con questa timidezza e con questi modelli lucani da “imitare” (vedi insane dichiarazioni di BERSANI) abbiamo foraggiato un iniquo imbarbarimento della cosa pubblica, sudditanze terrificanti e neo colonialismi.

Abbiamo fatto trionfare un nepotismo e un tribalismo di ritorno duro a morire.

Per fortuna l’unica seria novità cittadina è data da un crescente e proficuo Associazionismo giovanile e da tanto Volontariato.

Un Volontariato potentino fatto di pochi giovani determinati che si autofinanzia e si autoregola con i nuovi  “strumenti di partecipazione”, con una nuova  “educazione al dialogo” e, soprattutto, con una una nuova politica dell’impegno fattivo e del  tempo libero.

Questa nuova politica giovanile del Volontariato potentino non ama i diktat e i surrogati partitocratici a “forte impatto dirigista”.

Questa nuova politica giovanile auspica un rapporto costruttivo tra studenti UNIBAS e cittadinanza attiva, e preferisce stare bene insieme, portare avanti progetti condivisi che partono dal “basso” con amministratori competenti, di spessore e di sensibilità.

Se vi è stato un peculiare e negativo riflusso giovanile potentino fortemente recettivo ai soli  richiami massmediologici e dell’evasione, lo si deve, soprattutto, alla insensibilità delle fameliche filiere partitocratiche annidate in Consiglio Comunale, troppo prese dal Vento del sud, dal bieco clientelismo nostrano e dai sospetti e inopportuni mutismi consiliari.

Un riflusso che non è stato in grado di riannodare i fili della identità giovanile, e, soprattutto, non ha  avuto più alcuna percezione/visione della società potentina contemporanea del Volontariato.

Tutto ciò ha concretamente prodotto il “disimpegno e la deresponsabilizzazione” dei giovani, con  un sempre più manifesto”divorzio dalla realtà”.

Per queste serie ragioni confidiamo in Amministratori seri e impegnati in Consiglio Comunale,nel Volontariato, nell’Associazionismo come panacea dei mali giovanili potentini stanchi come siamo di nutrirci di egoismi familiari e di casta  e/o di secolari disimpegni ormai desueti.

mauro.armando.tita@alice.it

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