Culi di Pietra e facce di bronzo. Oasi giovani evaporate e ruolo subdolo della middle class lucana

La “salutare” polemica tra Andrea Di Consoli e il sen. Latronico ripropone il tema delle vergognose oligarchie lucane e dell’evaporato ruolo della middle class.

Oligarchie e middle class che sono sempre le stesse, immutate, nel tempo.

Basterebbe rileggere le note e le denunce del povero Giovanni De Blasiis per capire i tanti misteri e i tanti segreti lucani.

Misteri e segreti che ad onor del vero  favoleggiano un po’ su Logge massoniche e infiltrazioni malavitose varie.Ogni tanto si scopre perfino  un agente dei servizi segreti in libera uscita e  in vacanza nelle nostre terre.

La vera e  unica indagine seria  era  stata  quella del bravo e defunto Giudice Nicola Maria Pace sulla Trisaia.

 

Una seria indagine che aveva  davvero scosso i Palazzi di Giustizia di mezza Italia.

Molto strano era sembrato il suo trasferimento in quel di Trieste.

Ogni tanto per queste serie ragioni avvertiamo, anche  noi, uomini maturi e LIBERI,  una fisiologica e umana riprovazione e un naturale biasimo verso questi culi di pietra e facce di bronzo.

Siamo alla ricerca, da secoli, di uomini e donne con attributi, dignità e Valori, ormai caduti in disuso e nel DISARMO TOTALE.

Detestiamo da sempre  quel contesto lucano e potentino in particolare, che si ciba  di troppa  pavidità e di  troppi ammiccamenti.

Siamo costretti a ripeterci perchè amiamo da sempre solo la gente umile e le madri coraggio di Plaza de Mayo di  Policoro e di  Potenza.

Purtroppo non vi sono buoni esempi da annoverare  non solo nel Centro destra, ma, anche nei meandri del Centro Sinistra e nella cosiddetta sinistra radicale.

Qualche poltroncina nei vai Consigli d’Amministrazione del sottogoverno lucano (vedi AQL) non la si nega a nessuno.

Culi di pietra dediti al peggior clientelismo come quello scoperto negli anni scorsi in Basilicata nello scambio delle assunzioni tra  figli d’arte nei vari sottogoverni lucani, ora magnificamente riproposto anche dai Senatori Latorre, Marini, Mastella alla Finmeccanica e da Pagnozzi e Befera.

Tu assumi al CONI, mio figlio e io assumo all’Agenzia delle Entrate il tuo.

Non amiamo gli OMISSIS e gli anonimi pronti “evangelicamente ” a colpire e nascondere la mano .

Preferiamo,  lo ribadiamo per l’ennesima volta,  RIMETTTERCI LA FACCIA e rischiare in prima persona come da sempre fin dalla nostra  giovane età.

Le denunce alla Di Consoli  possono sembrare anche  un po’ tranchant.

Non lo sono, esse manifestano solo il disagio di molti cittadini di buona volontà e di tante oneste maggioranze silenziose  poco dedite alle provocazioni e alle contestazioni.

Nessuno deve avere il monopolio della VERITA’, del dolore e del grido di ingiustizia.

In questo caso l’apologia al mondo doroteo lucano e ai suoi uomini più illuminati,  fatta dai vari Di Consoli e Zappacosta, sembra  del tutto esagerata.

Agli inventori del clientelismo più bieco e ai maestri del vergognoso familismo amorale, pur con le debite eccezioni (vedi Lapenta, Ambrico o Picardi) , fare delle lodi, così, sperticate, è  sicuramente un azzardo.

Siamo consci, purtroppo, dei silenzi assordanti degli uomini probi e dabbene.

Uomini probi e dabbene che non amano le chiassate e le provocazioni.

Siamo convinti che la bella middle class  lucana, quella laica, quella cattolico-democratica e quella liberal/socialista  alla Mazzarone non esiste più.

La Middle class odierna, tanto subdola,quanto pavida, è stata spazzata via da una politica politicante e da tempo immemore  non rappresenta più il “motore del cambiamento” della società lucana.

Lo abbiamo detto e denunciato in tutte le salse.

Pochi sono gli uomini liberi e senza prezzo.

Da troppo  tempo, irrispettosa del proprio passato, la middle class lucana  ha abdicato in maniera paurosa.

Da tempo immemorabile, è caldamente protetta dalle braccia del politico di turno compresi i culi di pietra.

La middle class lucana è, ormai, nel letargo più assoluto, senza  alcuna “dignità” e senza alcuna “reattività”.

Sa alimentare solo  le demagogiche   “schermaglie” …nei vari partiti e nei vari Santuari che contano.

Qualche timido  malumore è rappresentato dai soliti notisti e opinionisti dediti alla “grafomania” acuta.

Sopportiamo tutti i diktat di natura politica che non potremo mai tollerare.

I nostri figli crescono in  un clima di incertezza e di mancate concretezze.

Si naviga a vista  e nella vaghezza.

Nel frattempo  le tante “oasi” giovanili  di libertà che erano cresciute, in forma esponenziale, nel recente passato, sono evaporate e sono  state, immediatamente, assorbite dalle varie pastoie partitocratiche.

Erano oasi giovanili cresciute  nell’indifferenza generale della società politica lucana.

Oasi che si  erano autorganizzate e autoregolate e si alimentavano di un entusiasmo che non conosceva alcuna poltiglia e alcuna mucillaggine di derivazione CENSIS.

Godevano delle più ampia forma di democrazia e di libertà.

Non vi erano capi e capetti.

Tutti potevano liberamente esprimersi senza condizionamenti di sorta.

Avevano un  ottimo bagaglio di preparazione  culturale e professionale e non amavano il millantato credito, la demagogia e la goffaggine, sempre presente nel mondo politico.

Erano contro tutte le forme del nuovo  machiavellismo.

Per loro governare non era  far credere ma realizzare concretamente.

Cercavano con caparbietà di sensibilizzare fasce di popolazione lucana, disinteressata,  ferma, abulica  e poco incline  alle battaglie politiche e sociali.

Erano ragazzi, uomini e donne di buona volontà che avevano ripudiato le vecchie armi spuntate delle “filiere amicali e familistiche”  e delle correnti partitiche”.

Rifuggevano dal conformismo più bieco.

Non amavano i pavidi e gli ignavi.

Erano ragazzi che avevano maturato  serie esperienze di vita e di lavoro nel profondo Nord.

Non avevano alcuna grettezza di natura provinciale.

Erano  infastiditi dai comportamenti rassegnati e fatalisti della gente lucana.

Erano certamente una grossa novità nel firmamento della politica lucana.

Erano quei professioniti, quegli  operai e quelle  forze vive del volontariato cattolico e ambientalista che potevano da sole essere  in grado di  condizionare gli attuali assetti  politici ed economici.

L’ ULTIMO ESEMPIO, tanto  CALZANTE quanto  mal digerito dalla nostra  Classe Dirigente  lucana, era  stato fornito  dalle forti denunce di qualche anno fa dell’ Azione Cattolica potentina.

Azione cattolica che  aveva tuonato contro malcostume e familismi insopportabili.

Erano uomini giusti e tanto professionalizzati, definiti, impropriamente,  “estremisti di Centro” che non erano più disposti a perdonare le ataviche disfunzioni sociali e politiche lucane.

Volevano  afferrare concretamente il presente e affidare al domani il “meno possibile”.

Volevano e pretendevano  un futuro  lucano rispettoso soprattutto  della dignità umana e della meritocrazia.

Non  ci sono riusciti.

Il loro esodo dalla Basilicata  è stata  una chiara sconfitta per  loro e per tutti noi  lucani di buona volontà.

mauro.armando.tita@alice.it

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