L’articolo è stato pubblicato su “Primo Piano” del Quotidiano della Basilicata
Carissimo direttore,
Il grido di dolore dei cervelli in fuga si mescola con il sipario calato di Mariano Paturzo.
Condivido e sottoscrivo il manifesto politico di Pierluigi Argoneto.
La presenza di tanti giovani ricercatori e la presenza “interdisciplinare” di tanti professionisti accendono un lumicino di speranza.Purtroppo dobbiamo fare i conti con la realtà e con i puntuali e precisi rapporti SVIMEZ.
Da anni sosteniamo che le migrazioni intellettuali in special modo quelle lucane sono ormai intollerabili.
Non sono serviti correttivi e “percorsi di ritorno”.
Le tante ricette di economisti di grido e i tanti laboratori posti in essere dalla Regione e da presunti Centri di eccellenza si sono rivelati autentici flop.
E’ inutile elencarli, gli imputati sarebbero tanti.
Si parte dagli anni ottanta con le centrali cooperative (dalla Lega alla Conf) con le ingenti risorse sull’imprenditoria giovanile e sull’edilizia agevolata.
Le Centrali cooperative si sono ritagliate da sempre un mero ruolo di supplenza e di assumificio partitocratico di riserva.
Molti funzionari di partito o di strutture federali connesse sono passati a “stipendio” presso la Lega o la Confcooperative.
Non dimentichiamo le ingenti risorse della 219 e i trasferimenti singolari per obiettivi fumosi.
Sull’agrindustria e sul ruolo della cooperazione lucana forse è meglio stendere un velo pietoso.
Eppure quello che Argoneto vorrebbe porre in essere con la sua “Comunità permanente” ripropone il tema tanto dibattuto e poi ignorato delle “Cooperative del Sapere”.
Gli ultimi anni della mia permanenza alla Regione sono stati caratterizzati da seminari , focus e giornate di studi sulle nuove frontiere del sapere con la presenza dirigenti della Legacoop e del Presidente Nazionale CIU Corrado Rossitto.
Con Legacoop e CIU (confederazione unionquadri) ci siamo sfozati di proporre un percorso strategico basato sull’ economia della conoscenza creando una società cooperativa formata da seri professionisti.
Professionisti chiamati a svolgere un ruolo importante ai fini del miglioramento della competitività regionale.
Una società cooperativa che doveva cogliere tutte le oppportunità per rendersi competitiva sia sul mercato nazionale che europeo.
Era sicuramente un progetto ambizioso e rivoluzionario.
Ripartiva dalla competenza e dalla cultura.
Ripartiva dai tre parametri ignorati nell’ultimo decennio da una ottusa e oligarchica classe dirigente.
I tre parametri sono quelli della partecipazione/condivisione, della consapevolezza e della responsabilità e sono stati ignobilmente dimenticati.
Questi tre “parametri” di riferimento caro Argoneto sono stati del tutto vanificati da una ulteriore e iniqua legge elettorale che ha dato ampio mandato ai partiti ,a tutto discapito di un concreto e auspicato rinnovamento.
Noi maturi ricordiamo la vecchia legge proporzionale basata sulle preferenze che ogni tanto portava sulla scena politica un nuovo “protagonista” frutto del rinnovamento e/o della società civile.
Era una lieta sorpresa che sconvolgeva gli assetti e le “correnti” dei partiti chiusi ermeticamente e non disponibili a nessuna apertura.
A tal proposito sono nati movimenti e organizzazioni che hanno visto sulla scena politica degli autentici “parvenus” fuori controllo.
Erano gli anni di Tommaso Morlino (che non ho vissuto) e quelli di Don Bisceglia, Don Peppino Grieco e delle Comunità di Base che mi hanno visto positivo collaboratore.
Erano il “sale” della politica che ci facevano ben sperare in qualche positiva novità, comunque, sempre presente, in ogni competizione elettorale.
Oggi ritroviamo chiusura, scarso entusiasmo e l’ARCA perduta, soprattutto, per noi uomini di buona volontà , simpatizzanti e “tifosi” della buona politica, quella pulita e quella caratterizzata dalla forte condivisione, mista a seria motivazione.
Forse con qualche dose di speranza riusciremo a ripristinare (grazie ai tanti Argoneto sparsi sul territorio) quel clima di forte emotività e di forti passioni. (Il sogno degli utopisti)
Come negli anni passati, se i Partiti più sensibili avranno la volontà di esplicitare i Programmi in piena trasparenza con o senza Argoneto, con o senza le nostre Cooperative del sapere , forse, in Basilicata sarà ripristinata la partecipazione e una dose di giustizia sociale con uno spicchio di VERITA’.
Quella “verità”che langue da decenni sulla ignorata questione intellettuale lucana.
Una classe intellettuale che non è più motore di cambiamento e che è il frutto delle continue e ataviche chiusure e di una presunta “globalizzazione”, mai posta, in essere, in tutte le sue varie forme liberistiche, a cominciare dalle “professioni”.
Ha prevalso un mix di confusione e di chiusure .Confusione e chiusure oligarchiche che hanno creato il deserto dei giovani ricercatori.
Tutto è stato caratterizzato dall’ improvvisazione pura.
Bonus, Borse di studio, assegni formativi, vouchers sono diventate solo “combinazioni assistenziali”.
Mai è stato posto in essere il monitoraggio delle ricadute occupazionali (sempre scarne),mai è stato posto in essere un serio percorso di ritorno nonostante i proclami dei vari Documenti Strategici Regionali.
Caro Pierluigi quello che tu agogni con la tua Comunità Permanente altro non è che la riproposizione di quei progetti (voluti solo da uomini d buona volontà) che, negli anni settanta , coniugavano “professionalità e cultura” e consentivano la vera “crescita democratica” delle nostre popolazioni.
Era progettualità virtuosa che, oltre, a determinare un successo democratico nelle nostre amministrazioni locali hanno avuto un crescendo di attività e di controlli sociali dal basso che hanno portato lo “sviluppo e la competitività” tra le varie aree.
In questo modo sono nati i nostri Comitati di sostegno e sono nate le grandi infrastrutture come l’ “Ofantina Vitalba” e le grandi aree industriali come quelle di San Nicola di Melfi.
Una popolazione “convinta e responsabile”, caro Argoneto, si appropria del territorio e crea quei processi innovatori e globalizzanti che l’ economia finanziaria e la politica odierna hanno ridotto drasticamente.
Gli “spazi operativi” da te agognati,, caro Pierluigi, li ha colti lo storico Giuseppe Galasso nella sua prolusione, in quel di Rionero in Vulture, (per i 150 anni dell’Unità d’Italia e alla presenza di Napolitano) sia per il nuovo Sud e sia per la Basilicata.
Un nuovo Sud e una nuova Basilicata che, come auspicato da Galasso, devono ripartire dai grandi meridionalisti lucani come Nitti, Fortunato,rimasti ignorati per tanto tempo, e che la Basilicata moderna della tua Comunità Permanente non può e non deve più ignorare.
Rivisitare in chiave moderna i due grandi meridionalisti, testè citati (senza alcuna vena storicistica) significa, caro Argoneto ,per noi lucani, in particolare, essere al centro dell’attenzione generale di un nuovo meridionalismo.
Tale possibilità è data solo dalle “nuove leggi sui Saperi” e dalla economia della conoscenza che cercano solo oggi e timidamente di “sfrontare”, con il coinvolgimento serio delle popolazioni locali, un iniquo e negativo percorso politico, ormai desueto .
Tanto desueto che le ultime crisi lo hanno definitivamente sconfitto e seppellito.
Ritroviamoci con passione e rispetto, per far si che, anche, i lucani di buona volontà, alla Argoneto, possano riappropriarsi del territorio e delle sane abitudini di un tempo.
Sane abitudini che non risentono di “puzzetta sotto il naso” o di “boria intellettuale”, ma, che, sono l’orgoglio di noi tutti, per aver dato i natali a così insigni meridionalisti, come Giustino Fortunato, Rocco Scotellaro e Francesco Saverio Nitti, non dimenticando Rossi Doria e il suo incommensurabile interesse/amore per la nostra regione.
Caro Pierluigi dal territorio dobbiamo ripartire se non vogliamo sconfinare nella solita ennesima, demenziale e snobistica “operazione intellettuale”.
Dimenticavo una cosa importante il progetto della Società Cooperativa è miseramente fallito.
mauro.armando.tita@alice.it