Bisogna umanizzare burocrazia e sanità per il cambiamento

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Può il Lucano di dignità essere così umiliato ?. Può una seria opinione pubblica sopportare un tale decadimento morale ?

Mai si erano verificati “episodi” di vita amministrativa e politica così gravi, così violenti, a giudicare dalle intercettazioni. Un uso spregiudicato della P. A. teso alla moltiplicazione degli affari più biechi e più spregevoli conditi pure da minacce e presunto coinvolgimento di criminalità organizzata.

La Genesi di tutti questi mali è ascrivibile a un peccato originale che si è consumato nel tempo, la distanza siderale tra paese reale e istituzioni regionali.

Constatavamo amaramente che, in questi ultimi anni ,grazie ai terrificanti “suggelli” e alle spregiudicate “rimborsopoli”, la fiducia nei politici e nella burocrazia regionale dei cittadini lucani si era sempre più affievolita. Oggi, questa fiducia, mutuando il giochino della “ battaglia navale” è definitivamente affondata.

Bisognava umanizzare e democratizzare le strutture regionali burocratiche e sanitarie, di promuovere una dimensione più sociale nella sua interezza. Eppure i segnali c’erano tutti. Nelle precedenti elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale di Matera centrosinistra e centrodestra erano stati umiliati dai Cinque stelle. La Gazzetta con i suoi reportage aveva sperato nei veri e concreti cambiamenti . Cambiamenti volti a riformare queste oligarchie partitocratiche (di ieri e di oggi) rozze e clientelari superando obsoleti modelli organizzativi regionali e comunali e avviando ampi processi democratici di inclusione e di semplificazione delle procedure. Semplificazioni che avrebbero dovuto riguardare lo sviluppo, la ricerca , l’offerta dei servizi e la formazione continua del personale. E’ arrivato il momento di uscire finalmente dalla supponenza e aumentare il tasso di “umilità” con la bella “ Inclusione sociale “ facendo crescere la sfera dei diritti degli ultimi. Sono queste le tematiche serie dell’ “Human Governance” che abbiamo affrontato nel deserto di sempre. Erano le Progettualità “erga omnes” amate dal FSE e valide per tutti non per gli “amici del giaguaro”. Progettualità considerate dai politicanti di ieri e di oggi come mero chiffon de papier (un pezzo di carta igienica ). L’Human Governance che aveva radici essenzialmente culturali : “Cultura delle Pubbliche Amministrazioni e Cultura del cittadino” imponeva una impostazione gestionale democratica, aperta e inclusiva con la centralità dell’individuo/cittadino e imponeva agli Uffici Regionali, alle Aziende Sanitarie e agli Ospedali l’approccio metodologico del “customer satisfaction”.

Una sorta di indagine conoscitiva nella quale venivano coinvolti migliaia di cittadini e migliaia di aziende sia sul miglioramento della qualità dei servizi erogati, sia sull’intensificazione degli investimenti nelle tecnologie innovative dell’informazione e della comunicazione, e, sia, soprattutto, sulla corretta gestione delle risorse umane.

Tutto ciò sarebbe stato fattibile coinvolgendo seriamente i tanti “operatori sociali” degli Ospedali e delle Aziende Sanitarie di Potenza e Matera, fermi al “semaforo” e caduti in paranoia irreversibile da “secoli”.

Armando TITA

Sociologo

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