Il sondaggio del Quotidiano del giugno scorso che aveva sancito una ennesima vittoria bulgara del Partito Regione si è miseramente infranto.
Il sondaggio non mostrava alcuna “variabile” sul firmamento politico lucano.
Si partiva da un assioma: ” La Basilicata non ama le grandi rivoluzioni copernicane”.
La critica è solo di facciata e l’alternativa PDL si è “accontentata” delle “briciole” denunciate dall’amico Ribba.Bisognava dare un segnale vero di discontinuità con il passato e non è stato fatto.
Bisognava uscire dai CdA e chiedere l’azzeramento di tante strutture di sottogoverno costose ed inutili e non è stato fatto.
Lo Zappacosta sulle pagine del Quotidiano ha tuonato ancora di più contro la classe dirigente PDL accusandola di scollamento e di scarso radicamento sul territorio.
Concetti triti e ritriti che riproponevano il negativo e lo sconforto lucano già riscontrato nel recente passato.
Purtroppo per produrre i cambiamenti profondi e per conseguire risultati positivi in Basilicata la prima e fondamentale condizione doveva essere caratterizzata, in primis, da una risposta seria alle giovani e fragili generazioni lucane e l’altra da una “qualità della cultura civile”.
A tal proposito ci chiedevamo se era mai esistita in Basilicata, in questi ultimi tempi, una vera politica per i giovani e una vera qualità della cultura civile?
Noi abbiamo sempre creduto di NO.
Per queste ragioni, il PD lucano anche se riusciva a creare con i suoi uomini migliori buoni momenti di vita e di relazioni, dentro e fuori le istituzioni si allontanava definitivamente dalle categorie sociali in bilico (giovani e licenziati, in primis).
Quei momenti che avevano prodotto nel recente passato un sogno “democratico” erano stati sostituiti dall’assalto alla diligenza del ricco sottogoverno lucano.
Un assalto che non demorde.
Le ultime nomine del democratico Anatrone e del popolare Iacovino nel sottogoverno lucano lo stanno a dimostrare. Sono inguaribili.
Tutti a casa, lo slogan di Grillo è diventato prioritario in Basilicata dopo le ultime denunce di Oricchio.
Un sogno che si infrange miseramente e quotidianamente con lo spreco e i doppioni del sottogoverno lucano e l’accumulo di incarichi, con la costante ricerca spasmodica di poltrone e posti al sole.
Una “ricerca” umiliante e stucchevole che ci amareggia sempre più.
Vogliamo sperare da ottimisti della volontà e da ingenui dal cuore d’oro che il PD lucano dopo il successo grillino si trasformi e riprenda il vecchio cammino pieno di SPERANZA.
Speranza che il neo deputato omonimo non può deludere.
Un percorso che ritrovi serietà, meritocrazia e rinnovamento.
Un percorso vocato all’esercizio e alla formazione della vera cittadinanza attiva dopo anni di letargo.
Una cittadinanza attiva voluta dalle Primarie.
Lo ribadiamo per l’ennesima volta fino alla noia.
Siamo stanchi di comportamenti “gattopardeschi”.
Le giovani generazioni lucane che avevano riposto tanta fiducia in alcuni consiglieri regionali sono state deluse dalla mancata alternativa e dalle impopolari scelte delle “briciole” ribbiane.
I successi grillini lucani in un baleno sono riusciti a capovolgere lo status quo.
Oggi si spera che il nuovo soggetto M5s risponda sulle politiche UE e sui giovani.
Nel frattempo tutto quello che la Eurogeneration lucana aveva strappato era un ennesimo, ipotetico e fumoso ” patto ” da scrivere e da programmare.
Un patto ibrido che si cibava solo di una nuova rivoluzione terminologica.
Forse, si dovrà, ob torto collo, rispolverare il vecchio progetto “generazione 2015”.
Dopo le giuste e sacrosante denunce di Mons Superbo che ha ripreso le nostre sensate denunce dovremo riprendere il concetto salesiano del “Tornare ad educare”.
Credo che il concetto di educazione, di umiltà e di semplicità devono soprattutto riguardare il PD lucano.
Ci siamo resi conto che le filiere e le rendite di posizione sono state riconosciute e confermate di fatto in questa ultima crisi di Giunta.
Gli scettici della “fusione fredda”, pur nel loro cinismo di maniera, avevano avuto ragione.
Ricorderemo sempre con tanta nostalgia la partecipazione della gente alle nostre assemblee.
Ricorderemo l’interesse attivo dei giovani e le “costruttive e vibrate ” proteste dell’epoca.
Non vi erano filiere e non vi erano rendite di posizione consolidate.
Avevamo il coraggio di rinnovare la “squadra” ogni cinque anni.
Noi siamo cresciuti con questo senso democratico.
La gente ha creduto in noi.
Noi abbiamo animato la piazza con passione civile e trasparenza.
Non potevamo mai immaginare che i nostri eredi non si cibassero di partecipazione e di “democrazia diretta”.
Con nostro profondo rammarico, dobbiamo constatare (il sondaggio del Quotidiano ce lo conferma)che siamo in presenza di sole leadership consolidate.
Le parlamentarie lo hanno confermato.
Da inguaribili sognatori avevamo creduto che il PD sarebbe stato il nostro “sol dell’avvenire” moderno e concreto.
Avevamo sognato una società civile fatta di tante belle occasioni e di tanto entusiasmo.
Avevamo creduto in una Woodstock più moderata e più matura.
Ci eravamo svegliati con i politici di sempre e con una voglia matta di fuggire.
Oggi il nuovo soggeto M5S deve partire dalle tante amministrazioni civiche di stampo democratico vero nate nelle ultime consultazioni.
Forse, nonotante il positivo sondaggio, che aveva assopito la classe dirigente del PD non aveva fatto i conti con le nuove generazioni e con i cittadini senza partito.
Il relativismo e il nichilismo si era preso gioco del PD e delle sue presunte buone intenzioni.
E’ arrivato il tempo di azzerare queste incresciose e negative testimonianze e dare fiducia ai giovani del M5S con la Buona Politica fatta di dialogo e di relazioni.
Se il M5S adotterà tale modus operandi ci sarà un nuovo miracolo e una nuova vera politica democratica per tutti.
In questo modo, forse, la ipotetica e fumosa generazione 2015 resterà in Basilicata, cosciente di vivere una orgogliosa stagione democratica.
Una stagione che si caraterizza su meno Affari e più UMILTA’, più rispetto e più DEMOCRAZIA, più dialogo e più relazioni con il territorio.
mauro.armando.tita@alice.it