Abbiamo vissuto con un certo pathos la nomina del Papa Francesco, Papa della semplicità e dell’umiltà.
Se è un preludio a grandi riforme per dirla alla Lucio Lecce non può che farci piacere.
I primi giorni di Superbo avevano lo stesso “sapore”.
Il nostro Superbo, da cittadino normale, faceva la spesa e si autogestiva.Per noi lucani avvezzi ai Vescovi, distinti e distanti dal popolo e dai fedeli, un tale comportamento ci aveva positivamente impressionato.
Poi il caso Claps e le opacità della Trinità ci hanno riportato alla quotidianità di sempre un po’ scossi e un po’ sconfortati.
La candidatura di Petrocelli alla Presidenza del Senato per un solo pomeriggio ci ha riportato alla mente il caso PSIUP.
Il PSIUP, Partito Socialista di Unità Proletaria pur conseguendo un “pacchetto” di oltre seicento mila elettori non raggiunse il quorum e fu spazzato via dal Parlamento.
Da quel momento il PSIUP è stato riconosciuto da tutta la Società adulta e matura come il Partito Scomparso In Un Pomeriggio.
Può sembrare una Crozzata, una metafora , una delle tante amare ironie, ma, così, non è.
Da decenni il panorama politico lucano segna il passo.
Mancanza di autorevolezza, di professionalità e di competenza.
Parlamentari alla Razzi, operai e sindacalisti, funzionari di partito con dubbia professionalità e con scarsa autorevolezza.
Il nullismo e lo scarso peso politico dei nostri parlamentari è racchiuso in queste brevi e demoralizzanti critiche.
Ci salva ancora il novantatreenne senatore a vita Emilio Colombo.
La sua lucidità ci inorgoglisce.
Ai Parlamentari lucani che ricordiamo per zelo e alta competenza diciamo grazie per il sogno realizzato.
Un sogno realizzato per tutti i lucani patentati e che si è concretizzato nel bonus benzina.
Se ho dimenticato altre cose importanti siamo curiosi di conoscerle.
Per il resto non possiamo che applaudire a questi stupendi risultati.
Sono conquiste che hanno segnato il corso della storia politica lucana.
Peccato che i tanti pecoroni lucani stanchi di questi stupendi cadeaux hanno preferito il Movimento di Grillo.
La perdurante mancanza di protagonismo giovanile ci fa riflettere.
Se la vitalità di una regione (dopo il successo “giovanile” di Grillo) si misura con il ruolo delle nuove generazioni, allora, caro Grillo e cara Liuzzi la Basilicata non è in declino è in coma.
L’esercizio della intelligenza in Basilicata è divenuta una sorta di optional.
Molta “giovane intellighenzia” lucana, forse, anche, quella grillina, ha “delegato” da secoli alle famiglie e ai politici di turno “dignità e orgoglio”.
La maggioranza dei giovani lucani continua ad essere assente dal dibattito politico.
Tranne i soliti giovani del PD, amanti delle primazie e delle vanità, gli altri sono del tutto evanescenti.
Ma,i giovani lucani, quelli che si affacciano sul mercato del lavoro e delle professioni sono sognatori o pragmatici?
Ce lo siamo chiesti alcuni anni fa, ce lo chiediamo ancora oggi.
Il Quotidiano con la bella rubrica della Vaccaro ci aggiornava continuamente sulla presenza di giovanissimi manager lucani, inseriti perfino nell’alta finanza, nelle varie università europee ed americane, nella grande industria del Nord, nelle multinazionali ecc.
Questi giovani, caparbi e pragmatici, non erano per niente condizionati dai loro genitori e/o dal loro contesto ambientale.
Risultavano, per qualche verso, fuori dal giro e si riconoscevano nella loro regione solo come mero “territorio di provenienza”.
Non avevano alcun “afflato” non avevano passione e pathos per la terra di origine ed erano freddi a tutti i presunti SOS lanciati goffamente e demagogicamente dalle istituzioni regionali e, ultimamente, dall’Unibas.
Erano quelli che non sarebbero più tornati, erano quelli che non avrebbero mai votato Grillo e il suo Movimento.Forse avrebbero puntato sulla Scelta civica di Monti.
A questi giovani il “percorso di ritorno” auspicato da Regione e Unibas non è certamente applicabile.
A questi giovani non dedichiamo altro tempo e non avvertiamo certo il bisogno di sprecare ulteriori energie.
La nostra attenzione deve essere rivolta ai giovani trentenni alla Lecce , alla Rubino e alla Macellaro che hanno a cuore le sorti della nostra regione.
Sono tanti i giovani trentenni lucani che governano i processi del terziario avanzato e del “quaternario”.
Sono quei giovani le cui forti motivazioni possono produrre un concreto e palpabile risultato in una sana economia, dove il mercato funzioni a dovere, dove i beneficiari di una paradossale inefficienza burocratica siano per sempre sconfitti, e dove , soprattutto, le perenni crisi industriali della regione lucana siano concretamente ridotte.
Su queste basi le nuove generazioni lucane, comprese quelle grilline, possono contribuire a portare la Basilicata fuori dalla stagnazione e dall’arretratezza.
Su queste basi i giovani lucani possono anche dirigere “task forces strategiche”, come quella dell’occupazione e delle aree di crisi industriali, ben sapendo, però, che, la “bravura tecnica” (lo ricordiamo alla deputata Liuzzi)non può da sola assicurare efficienza ed efficacia negli interventi.
Per queste serie ragioni, questa nuova generazione e queste nuove professionalità scaturite anche dal successo Grillino devono voltare pagina e operare in sinergia con le istituzioni pubbliche virtuose ed essere i primi alleati degli “svantaggiati”.
Avremo, così, una nuova prospettiva allettante dove ai tanti “noti di sempre ” della nostra generazione (over 60) ai quali vanno rimproverati scarsa innovazione e scarsa flessibilità, si affiancheranno positivamente questi capaci ragazzi, che entrano a far parte del salotto buono della politica, con una ventata di gioventù che può ,senza dubbio, beneficare e bonificare le tante categorie produttive e giovanili che faticano a organizzarsi e a farsi sentire.
Noi che siamo da sempre i fautori del ricambio generazionale, non possiamo che essere soddisfatti di questi successi grillini e giovanili che vanno nella direzione giusta e che propendono, concretamente, nel tanto agognato “percorso virtuoso, innovativo e competitivo ” che ha definitivamente bandito la vecchia e logora concezione del “posto al sole”.
Su di loro dobbiamo scommettere.
Sono processi lunghi che, comunque sono stati avviati non da uno slogan, ma, da un risultato elettorale palpabile che deve dare prioprità al cambiamento con progetti e percorsi meritocratici.
Cara deputata Liuzzi, siamo stanchi dei tremendi esodi, delle fughe di tanti giovani e di tanti validi professionisti, affermatisi in tutti i campi dalla medicina alla economia, dal management alla ricerca scientifica fuori dai confini regionali.
Un triste destino che vuole confermare drammaticamente lo slogan di De Filippo.
Una regione senza confini e senza cervelli (aggiungiamo noi).
mauro.armando.tita@alice.it