Il tasso di sfiducia nelle istituzioni regionali regna sovrano.
Sembra che sia scoppiata una lunga sfida tra i vari leaders del PD.
Una sfida che ha un solo obiettivo: il rinnovo degli incarichi parlamentari nelle prossime elezioni del 2013.
Si sa bene che i tatticismi sono di casa nelle grigie stanze del potere lucano.
Iniziare una rincorsa e scaldare i motori molto tempo prima può modificare assetti e candidature.Nel frattempo qualche voce isolata lancia l’ennesimo SOS sulla fuga dei cervelli dalla Basilicata.
Fuga dei cervelli che ha registrato picchi insostenibili nei mesi scorsi.
Tanti laureati con master specialistici hanno preferito lidi più sicuri.
Da anni attendiamo una Covention sui risultati prodotti dai tanti Master finanziati dalla Regione.
Su questo versante tutto tace.
Pochi i monitoraggi e pochi i report.
Scarse le informazioni e le ricadute occupazionali di tante migliaia di risorse pubbliche investite.
Poi, quasi, per incanto, arriva il SOLONE di turno e si inventa la fatidica frase: “Tanti giovani talenti lucani possono “abbandonare” con tanta facilità la nostra amata terra.?”
Perchè¨ i giovani talenti lucani sono sempre più demoralizzati di fronte ai middlescents di sempre?
“Controsenso” negli anni scorsi (nel 2009, in particolare) aveva dedicato tanti editoriali a questa sfiducia crescente.
L’Università lucana che doveva rappresentare il fiore all’occhiello della nuova Basilicata giace nella sua Torre d’avorio.
E’ fuori da ogni sano ragionamento o progetto vocato allo sviluppo della Regione.
Sono lontane, quasi secolari, le denunce della brava Iranna De Meo sulla Unibas.
La De Meo con le sue incursioni “universitarie” ci aveva fornito nel dettaglio i vizi atavici di una società BoKassiana e di alcune ulteriori e ambigue perfomances.
I “posti al sole” erano e sono sempre più riservati ai figli della casta con strani scambi tra Enti strumentali della Regione e Unioncamere.
Il Marchese del Grillo (sul quale vantiamo da anni diritti di primogenitura) è sempre in agguato.
Il tanto agognato e inesistente “privato” e privato sociale non apre ai giovani.
Le crisi industriali e le perenni crisi nel terziario privato producono effetti devastanti nelle famiglie lucane.
L’esercito dei quarentenni licenziati e in cerca di occupazione, si è letteralmente raddoppiato nel corso degli ultimi mesi.
Ha fatto tanto scalpore qualche anno fa il pianto dell’operaio licenziato denunciato da Mons. Superbo.
E’ giusto richiamare l’attenzione , sul loro status di disoccupati ultraquarentenni in una regione sempre più egoista?
E’ sempre attuale l’analisi dello Svimez sull’ inesorabile esodo giovanile lucano?
Una Chiesa lucana, sempre più attenta e sensibile, verso le nuove generazioni, può produrre un serio turbamento alle forze politiche lucane?
Il deficit di fiducia dei cittadini lucani verso la “politica” e le Istituzioni regionali produce serie riflessioni o favorisce l’indifferenza totale?
Eppure vi è sempre un’attenzione, tutta particolare, per i nostri meridionalisti, in primis Giustino Fortunato e Francesco Saverio Nitti , oltre a Rocco Scotellaro e Manlio Rossi Doria, del tutto ignorati ,da una stampa locale, troppo distratta.
Proviamo un certo “sconcerto” per le citazioni di uomini di governo verso le nostre riserve energetiche e, soprattutto, proviamo indignazione per la scarsa considerazione riservata ai nostri territori e alle nostre genti lucane.
Solo sfruttamento delle risorse e nessun accenno ai tanti giovani talenti lucani già pronti con la valigia.
Sergio Romano sul Corriere della Sera, qualche tempo fa, citando Galasso e la nuova questione meridionale, parlava della assoluta mancanza di una traccia della stessa, nelle politiche economiche dei Governi nazionali, che si sono succeduti negli ultimi decenni.
Monti non fa eccezione.
Continuano da anni gli effetti perversi di pseudo politiche rivolte al Mezzogiorno.
Speriamo di essere smentiti.
Abbiamo tante belle intelligenze “accantonate” da un dio minore.
Un esempio per tutti è dato dal Consigliere UNESCO materano Arch. Laureano.
Sono convinto che l’arch. Laureano possa diventare un buon parlamentare.
Lo abbiamo ribadito fino alla noia che la crescita di un popolo, come quello meridionale e lucano in particolare, si misura ,soprattutto,su tre parametri di riferimento:
-Il primo è quello della consapevolezza;
-Il secondo è quello della partecipazione;
-il terzo è quello della responsabilità.
Questi tre parametri sui quali si fonda la vera Politica languono da anni in Basilicata.
Sembra che tutti i Partiti democratici abbiano perduto l’ARCA e l’entusiasmo.
Tutto è “improvvisazione oligarchica”.
Il controllo sociale dal basso non esiste più e non se ne avverte l’esigenza.
L’intolleranza regna sovrana.
E’ aumentato a dismisura il tasso di violenza e di insensibilità verso gli Ultimi.
Lo ribadiamo senza tema di essere smentiti il Volontariato “retribuito ” produce prestazioni sporadiche e asettiche.
E’ certamente l’antitesi delle vecchie forme solidaristiche votate e vocate al bene comune.
Queste misure governative devono cessare perchè non producono che effetti devastanti per le giovani generazioni.
Una prova provata e un esempio per tutti lo confermiamo ancora una volta è data dalla Formazione professionale presente nelle Regioni del Sud.
Migliaia i Soggetti gli Organismi e le Istituzioni religiose coinvolte.
Poca l’occupazione prodotta.
Al contrario, vi è stata una marea e un esercito di docenti di F. P. assunti che ha raggiunto negli anni scorsi quote superiori ai quaratamila addetti.
Gli ultimi esempi dei precari APOFIL sono la riconferma di questi vecchi “vizi formativi”.
Eppure tutta la Stampa lucana aveva condiviso la portata di una rivoluzionaria intesa tra Regione e Province.
Una intesa che che dava priorità a una nuova gestione.
Gestione di tante attività formative pari a 60 milioni di euro che dalla Regione “passava” alle Agenzie Formative provinciali.
Dopo quarantanni la Regione correggeva il tiro e attuava il processo di delega, mai, ipotizzato, dalle precedenti Giunte Regionali.
Per la prima volta dopo cinque anni dalla sua promulgazione una legge quadro sulla F . P. era stata rispettata.
Speravamo che le Province fossero degne di queste nuove importanti funzioni.
Speravamo che vi fossero impegni precisi e professionalità in grado di dare risposte concrete, chiare , trasparenti e risolutive ai tanti giovani e al sempre valido Pianeta Formativo lucano.
Speravamo, infine, che tutto ciò si accompagnasse ad una riduzione drastica dei finanziamenti alle attività rivolte “tanto” agli Enti e “poco” ai giovani in formazione.
Eravamo e siamo ,ancora oggi,stanchi di una formazione fine a se stessa.
Vogliamo una vera formazione finalizzata all’occupazione e non all’ibrida occupabilità.
Vogliamo che i nostri piccoli e medi imprenditori rispolverino la loro vecchia funzione di manager formativi (tanto esercitata negli anni ottanta e novanta) con l’assunzione di tanti giovani talenti lucani.
mauro.armando.tita@alice.it