L’orgoglio che manca alla sinistra lucana

Pubblicato sul Quotidiano del 7 maggio 2013

La provocazione dell’Assessore provinciale SEL, Paolo Pesacane, su De Filippo, a noi uomini di buona volontà, sembra del tutto  lapalissiana, anche, se, Giovanni Alfredo Chieppa sul Quotidiano di domenica  non l’ha condivisa sia nell’analisi storica che in quella politica.

Al contrario per l’onestà intellettuale che ci ha sempre contraddistinto dobbiamo ribadire  che tutti i lucani provvisti di buon senso e di qualche informazione “politica” conoscono la carriera e il potere ,quasi assoluto, esercitato da De Filippo  in questi ultimi otto  anni.

Otto anni da Re Sole, forse, il solo Berlusconi lo ha imitato  nel governo e nella gestione del PDL.

Se De Filippo non è immune da colpe e da responsabilità la Sinistra lucana di questo ultimo ventennio non può ritenersi nè immune nè innocente.

Ho conosciuto e frequentato (ci siamo ritrovati in qualche Commissione concorsuale) il Prof Carlo Pesacane negli anni settanta e ottanta.

La sua dirittura morale il suo insegnamento sono  ancora scolpiti  in tanti suoi allievi, oggi, maturi.

Ho citato il prof. Pesacane per far comprendere ai neofiti della politica quanto poco “compromesso” c’era in lui.

Era un uomo tutto d’un pezzo; aveva esperienza e competenza tali da poter spiccare un volo più alto.

Ha preferito lo scranno del Consiglio provinciale e quello comunale di Rionero.

Da anni aspettiamo un botto dalla Sinistra lucana.

Un botto sui privilegi della magna casta.

Da secoli aspettiamo che il Sindaco SEL, ora deputato, e l’Assessore provinciale SEL di Rionero, dicano qualcosa sulle umilianti royaties pagate dai gestori delle acque Minerali (trecentomila euro contro i nove milioni ipotizzati dall’esperto Gerardi).

Da anni aspettiamo che il Sindaco Placido  e l’assessore provinciale Pesacane dicano qualcosa sull’angosciosa situazione debitoria del Consorzio di Bonifica del Vulture (nove milioni di euro da coprire).

Forse, caro Paolo, se si desse un segnale in questo senso l’orgoglio della Sinistra rimarrebbe intatto.

Se, al contrario, si glissa continuamente vorrà dire che si è correi o corresponsabili.

Se la Sinistra lucana avesse maturato in questi ultimi venti anni un briciolo di orgoglio , forse, non saremmo arrivati  alla disgustosa clientela del  debordante e sprecone sottogoverno lucano,alle ambiguità della Fenice, al saccheggio della Val d’Agri e  al nauseante rimborso facile.

Un rimborso che non ha salvato la Sinistra e  il Consiglierie dei Comunisti Italiani.

Le mani sulla regione per mutuare il film di Francesco Rosi (Le mani sulla città) sono divetanti in questi anni veri e propri tentacoli.

Non c’è bisogno che ce lo ricordi Pesacane perchè lo sappiamo che  tutto doveva ruotare intorno al Re Sole.

Però dobbiamo amaramente constatare che nessuna seria contestazione e nessuna interrogazione a queste oligarchiche performaces si sono levate  dai banchi della Sinistra.

“L’assumificio” defilippiano compreso quello del Portavoce e dell’uffico Stampa erano  emblematici.

Neanche il Minculpop aveva osato tanto.

Sono macigni che non abbiamo mai rimosso, caro Paolo.

L’assumificio dei boiardi di Giunta e dell’inutile e sprecone  sottogoverno completano questo quadro desolante.

Caro Paolo  siamo vissuti come arredi umani e sudditi in un surrogato di democrazia. Purtroppo, lo dobbiamo ribadire, che per Voi della sinistra l’importane era salvare qualche posto in Giunta Provinciale  o in Consiglio Regionale .

Oggi, grazie, al porcellum, e ai voti di tanti giovani, come mio figlio, vi ritrovate con due parlamentari.

Caro, Paolo, devi convenire con me che la Sinistra lucana è terribilmente compromessa con il centrosinistra-destra.

Mancando la spina dorsale laico-socialista e progressista, non quella degli affari e delle camarille (sempre in voga nella DC e nel PSI dei decenni scorsi ), la SEL come Rifondazione e i comunisti Italiani si sono ritagliati un mero ruolo di sudditanza disgustosa.

L’importante era confermarsi per venti lunghi anni con un seggio provinciale o/e regionale.

Un ruolo grigio e un ruolo di riserva.

Un ruolo che si appassiva giornalmente con la crescita paurosa dei cassintegrati in deroga(senza copertura) e un distacco siderale con il paese reale.

Forse, qualche piccolo sollievo munito di tanto  tabulato ideologico lo avete sbandierato con poveri extracomunitari del pomodoro,ma, per tutto il resto, la percezione che il popolo lucano della Sinistra ha recepito è stata quella di assoluta assuefazione.

Se i grillini dotati di sola improvvisazione e  di manifesta inesperienza  raggiungono tali risultati in Basilicata vorrà dire che non solo De Filippo ha toppato, ma, anche, la sinistra, vocata al bene comune (solo negli slogan).

Se a tutti questi angoscianti interrogativi il buon Paolo Pesacane mi darà una seria risposta sarò il primo a votare per la Sinistra del Bene Comune.

Se, al contrario, le risposte non saranno chiare e oneste intellettualmente , forse, tanti uomini di buona volontà della sinistra  cominceranno a riflettere.

Cominceranno a riflettere sui mancati buoni esempi di una sinistra che preferisce la poltrona alla seria alternativa di regime.

Un regime manifesto come quello ultimo di De Filippo.

Putroppo, scrivere una nota non è operare concretamente.

In questi ultimi tempi così disgustosi abbiamo avuto due soli esempi degni di essere citati.

L’esempio  è dato dalle figlie del maresciallo Pezzulo morto a Kabul e del brigadiere Giangrande che lotta tra la vita e la morte dopo lo scellerato attentato del “disperato” Preite.

Ci hanno spiegato con il loro severo e umile comportamento cos’è l’ideale, cosa sono i doveri verso il popolo e cos’è la solidarietà umana.

mauro.armando.tita@alice.it

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