Troppa enfasi e troppo spazio giornalistico al gesto di Roberto Speranza ci fanno riflettere oltremodo.
Si continua a deviare sui veri problemi per farsi carico di gratuite e superficiali campagne di stampa.
Il pugno chiuso di Speranza e i commenti del furbo Blasi non ci convincono.
Condivido totalmente il tuo sarcasmo alla Mario Brega.
Purtroppo in Basilicata si continua a guardare poco alla sostanza e molto alla forma.Le maggioranze silenziose alla vecchietto di Via Pienza si limitano a fare commenti sui simboli e sui biechi trasormismi di convenienza.
Nel frattempo la Lombardia ,dopo il tanto “serio” e super “coerente” Patto Maroni-Berlusconi, pretende il 75% di rientro delle tasse.
La Basilicata che copre il 10% del fabbisogno energetico nazionale, nonostante l’esemplare e coraggiosa dimissione di sei Sindaci della Val D’Agri, lo regala quasi gratuitamente allo Stato italiano nell’ignavia e nel silenzio plumbeo di sempre.
Superare il dilettantismo e l’indifferenza delle maggioranze silenziose lucane è uno degli obiettivi di un giornale locale che si rispetti.
Lo ha ribadito e lo auspica Andrea Di Consoli.
Amiamo gli eroi anonimi, amiamo da sempre le persone pragmatiche, laiche, che non gridano, che si misurano con la realtà con asciuttezza e severità di giudizio.
Da anni andiamo sostenendo che in Basilicata i libri e i giornali non si leggono.
Ci sono più “scrittori” che lettori.
L’ISTAT e Leporace ce lo hanno ricordato crudelmente e crudamente nei giorni scorsi.
La lucida analisi di Lucio Tufano sulla nota al vetriolo di Andrea Di Consoli ci hanno fatto comprendere, brutalmente, che, in Basilicata, da sempre, esiste per davvero un “presunto” dilettantismo delle offerte politiche.
Dilettantismo che a volte è caratterizzato solo da vere e proprie “Follie dell’Imperatore”.
Politiche e interventi che hanno visto il “protagonismo” dellla piccola rassegna, della piccola sagra, delle piccole performances “culturali” locali.
A tutto ciò ha fatto da contraltare una mai dimenticata e pregressa progettazione di spessore e di qualità di solo stampo “accademico” ESTERNALIZZATA, quindi distaccata anni luce dalla società e dalla cittadinanza attiva lucana.
Non vanno dimenticati, però, qualche buona intesa con Centri di Eccellenza e Università europee.
Intese che hanno formato le ARISE, di turno, grazie ai buoni servigi di MOGOL.
Non va dimenticato l’ottimo lavoro del Prof. Lerra e , soprattutto, il BICENTENARIO 1799/1999 della Repubblica Napoletana ,di qualche anno fa.
Bicentenario che ha avuto una vasta eco nazionale ed internazionale e che ha visto il coinvolgimento di ben quindici UNIVERSITA’ europee.
L’UNIBAS guidata dal Prof De Francesco era la “capofila” di questa meravigliosa Kermesse culturale.
Una Kermesse culturale che ci ha tanto inorgoglito nel decennio trascorso.
Una tipologia di Kermesse che doveva essere riproposta ogni anno… per portare la nostra Unibas al centro delle attenzioni culturali e scientifiche europee.
Tutto ciò, come, da prassi lucana, è caduto nell’oblìo e vanificato ,come sempre, da mancanza di continuità e da seri risultati palpabili.
Ogni progetto che ha avuto un grandissimo impatto con l’opinione pubblica nazionale e internazionale si è sempre scontrato con “interessi” altri… POLITICI in primis.
Il progetto BICENTENARIO è ‘ stato volutamente ridimensionato “nicchiato” e, quindi, evaporato.
In ciò consiste il dilettantismo delle politiche culturali lucane.
Mai un seguito, mai una seria conclusione.
Resta lo stereotipo di sempre.
Restano solo le “cose di cultura dei ” migranti ” in un susseguirsi di borse di studio, protocolli di intesa e di “odiati” (dall’intellettuale)scambi enogastronomici.
L’ Università di Basilicata, La Rai tre, Le Emittenti e I Giornali ,in primis il Quotidiano, hanno imperversato per anni sul tema dei Migranti con puntuali disamine, con lucide analisi, con precisi reportage e con critiche positive rivenienti da registi e attori affermati di origine lucana, Lina Wertmuller, Michele Placido, e il nostro , non ultimo, Rocco Papaleo.
Uno scoppiettante e amplificato turbillon quasi a voler imitare i vecchi maestri dell’arte pirotecnica.Scambi culturali, Intese con varie Università del Sud America , Scambi eno-gastronomici di grande richiamo e successo in quel di Berlino, con un crescendo di attività e di iniziative di spessore che fanno della Basilicata una vera REGIONE PILOTA nel campo della vera politica dell’accoglienza.
L’esempio ultimo dato da Bella, Palazzo e da Pomarico(per i profughi) ne è la conferma.
Sembra che vada tutto a gonfie vele.Sembra che la “stella cometa del successo” sia orientata verso la Basilicata (coast to coast) e i LUCANI altrove.
Le genti lucane emigrate in Nord Italia e Nord Europa, nelle Americhe e in Australia sembrano “unte” e rappresentano quasi ” una sorta di re Mida”.
Questo eccezionale e favorevole momento “culturale”lucano deve avere la dovuta attenzione (con o senza la benedizione dell’intellettuale).
Bisogna “sfruttare” questo clima favorevole e di grande apertura verso la Basilicata.
Bisogna superare il dato ISTAT e il pudore, tutto lucano.Tante sono le Università americane del Sud e del Nord interessate ai nostri territori e alla nostra storia.
Staff di ricercatori sono sempre più interessati, non solo, al nostro Petrolio, ma, anche, alle nostre ricerche archeologiche.
Le “ali”del castello di MELFI si sono arrichite di materiali archeologici di grande rilevanza scientifica ad iniziare dal Candelabro etrusco (ora riconusciuto dalla Mostra Archeologica nazionale di Vetulonia di Grosseto).
Basterebbe vedere i vari reportage di Rai Tre ULISSE, Rete 4 e SKy.
Risultati di indubbio e indiscusso valore scientifico, frutto delle campagne di scavi e delle tante necropoli rinvenute nei piccoli Comuni lucani nei decenni scorsi.
Sembra che qualcuno metta lo zampino per riportare a galla, dopo oltre trent’anni, tutti gli “arredi funebri” giacenti nel Museo Nazionale del Melfese.Finalmente qualche studioso ,con veri attributi, ha ripreso i lavori e le ricerche portate avanti con successo dall’allora giovane archeologo milanese Angelo Bottini (oggi “numero uno” al Ministero dei Beni Culturali).
Tanta è l’attenzione a tal riguardo di molti ricercatori stranieri, quanta l’indifferenza delle istituzioni locali e regionali.Forse ,non tutti sanno che sta crescendo in Basilicata una nuova schiera di studiosi di archeologia.
Scarsi sono gli investimenti nel settore.Oggi molti sono impegnati a riscoprire gli studi “etnografici” di Ernesto De Martino.
Perfino il regista DI GIANNI è tornato qualche tempo fa nella San Cataldo dello stesso De Martino.
Oggi che tanti “metropolitani” riscoprono il Sud con le sue magie, i suoi balli e le sue “tarante ” non possono accettare il dilettantismo culturale diconsoliano e le borie intellettuali.
Noi che siamo stati i fautori di ricerche antropologiche e musicali, balli e pizziche dagli anni settanta in poi, con studi ed iniziative di vasta eco siamo terribilmente fermi.
Dopo la bella performance dei Tarantolati di Tricarico alla Biennale di Venezia di qualche anno fa ci siamo quasi arenati.
Speriamo di non naufragare negli abissi della rassegnazione.Quanta ricerca e quanti approfondimenti vanificati dal pressappochismo di oggi.
L’aver aperto tante “streets of gold” nel mondo della cultura non ha frenato il declino interno.Aumenta a dismisura la tristezza e lo scarso entusiasmo.
Quel fatalismo che era stato respinto negli anni settanta si ripropone come per incanto.La visione cosmopolita dei “Lucani nel Mondo” mal si concilia con una rassegnazione e una pavidità giovanile che si tramuta in vera “generazione Q”.Generazione che non trova più stimoli e non fa nulla per continuare su quel cammino da noi tracciato negli anni settanta.Un cammino che si riconosce in Zetema e nel Premio Basilicata.
Premio Basilicata che rappresenta dopo tanti decenni , ancora oggi, il “top della cultura” lucana.
Ci vorrebbe uno scossone di entusiasmo giovanile verso lo studio serio e non solo accademico per impegnare nuovamente nelle ricerche archeologiche tante belle realtà culturali locali.
Il nostro defunto Gruppo Archeologico Lucano che si era imposto negli anni settanta e aveva creato occasioni di lavoro concreto per tanti giovani ricercatori lucani viene ripreso oggi dai tanti amici dell’Archeo Club di Tricarico.
Grazie alla mediazione e alla grande sensibilità di Dinu Adamesteanu e di Angelo Bottini tanti giovani dell’epoca sono diventati responsabili di strutture e di Sezioni didattiche, oggi molto apprezzate.
Riproponiamo quel clima favorevole, usciamo dal dilettantismo delle politiche culturali e riportiamo nel giusto alveo i tanti giovani archeologi e antropologi lucani presenti e ingiustamente emarginati.
Le Comunità “tribali” lucane che sono state oggetto di studio e hanno fornito per decenni materiale scientifico di tutto rispetto a tanti studiosi americani e non ( da Banfield a De Martino ecc.) si sono organizzati in Centri di Documentazione e Studi (vedi osservatorio di Chiaromonte).
Centri e Osservatori che potranno risollevare le sorti delle nostre Comunità Marginali alle prese con un letargo e un torpore, ormai secolare e ingiustificato.
Usciamo da questa irrazionale passività e riprendiamo un percorso propositivo con la stessa caparbietà e con lo stesso impegno dimostrato negli anni settanta.
Uniamo le nostre passioni e il nostro fattivo impegno tralasciamo le borie e le protervie intellettuali.
Solo in questo modo possiamo far tesoro dei buoni risultati prodotti sul piano culturale dalla Commissione Lucani nel Mondo(oggi ,in crisi di rappresentanza) e provare a ricreare quel circolo virtuoso che tanto bene ha prodotto alle generazioni degli anni settanta.Del resto le intese, gli scambi giovanili e i protocolli devono servire a trovare soluzioni concrete, anche, di tipo occupazionale.
Soluzioni occupazionali che devono riguardare, in particolare, il Pianeta Giovani lucano.
In questo modo avremo un doppio risultato positivo, usciremo dal dilettantismo delle politiche culturali e daremo a tanti giovani studiosi lucani (che vogliono restare nei nostri amati borghi ) la possibilità di affermarsi in loco , finalizzando concretamente il loro percorso culturale a una occupazione duratura e stabile.
Mauro.Armando.Tita@alice.it