Le LISTE e le facce di bronzo e il popolo dell’ orgoglio lucano.

La lunga e penosa presenza di persone lontane anni luce dalla Basilicata e  presenti nelle varie Liste, come, Tremonti, è vero esercizio di faccia di bronzo.

Tremonti che ha ignorato per anni la Regione Basilicata e vanificato quel demagogico libro dei sogni del Memorandum si presenta capolista della Lega Nord in Basilicata.

Il Di Pietro di qualche anno fa avrebbe proferito: Che ci ‘azzecca.

La vanità, forse, impone anche  all’ottanduenne Allegretti di candidarsi con la Lega Nord.

Non abbiamo alcuna intenzione di commentare tale candidatura.

Ci limitiamo al paradossale momento politico che stiamo vivendo.

La lettura delle liste è una continua sorpresa.

Sorprese sono Samorì e la Liuzzi che preferisce il Ten Di Bello a Rocco Papaleo.

Noi la condividiamo senza se e senza ma.

Il Ten. Di Bello fa parte di quella piccolissima schiera di lucani con schiena dritta e dignità.

Schiena dritta e dignità che fanno parte del bagaglio di quei lucani orgogliosi, mai intruppati.

Lucani liberi e vivi che pagano di persona un fio amaro per la  loro scelta di libertà.

Mi fa molto piacere che MirKo Somma non demorda.

Si ripresenta anche se con una lista monca con la sua Comunità Lucana (No oil).

Bandiamo da decenni il mutismo agevolato dei furbi e il nepotismo tribale.

Non a caso, quello lucano, è superiore anche  al “quoziente familiare” dei vari Casini, Fini.

Un  “quoziente familiare” immobile nel tempo e sempre vocato ai cognati e alle cognate.

Bandiamo da sempre l’affarismo camuffato dai diversi effetti cromatici.

Basterebbe riprendere gli atti della Commisssione Scalfaro per capire quali erano i doveri della società politica lucana, sia negli anni ottanta che nei novanta, e,  sia, soprattutto, nel nostro duemila.

Alla Basilicata che non aveva alcuna infilltrazione camorristica si bandivano le furbate e le scelte paracadutate dall’alto e imposte ai poveri Enti locali.

Basterebbe citare l’esempio vergognoso delle aree industriali 219 imposte dal Consiglio regionale mutuata solo su filiere partitiche e totale incompetenza.

Mi fatta una serie analisi costi/benefici.

Mai fatto un discorso sui Mercati e sulle prospettive.

Le aree 219 con le mafiose anticipazioni normative  avevano di fatto costruito la dismissione e l’incompiuta.

Incompiuta e dismissione di Stato che la Commissione Scalfaro aveva denunciato nelle sordità politiche dell’epoca.

A tutto ciò va aggiunta la bancarotta fraudolenta della Banca Mediterranea perpetrata ai danni di oltre settemila piccoli azionisti. Una parte di quella incompetente  “dirigenza”  che  viveva comodamente nelle segreterie dei politici del tempo  oggi  DECIDE il nostro futuro  con liste preconfezionate e con parlamentarie scontate negli uomini e nelle filiere di sempre.

Tanti erano e sono gli amministratori onesti che  venivano e sono ancora oggi del tutto emarginati e umiliati.

Tanti amministratori onesti  hanno subito l’ostracismo e i diktat delle Federazioni di partito dell’epoca, anche di sinistra,  e sono stati “collocati” ai margini della politica politicante.

Tanti amministratori onesti hanno vissuto pagine di grande impegno e di grande trasparenza ,purtroppo, solo nel fervido periodo dei gemellaggi con le Amministrazioni  del Nord.

Spero che i  tanti giovani grillini e volenterosi lucani alla Liuzzi,  prima di sparare nel mucchio,  riflettessero anche su questi ex amministratori e sui tanti politici  lucani che hanno operato per decenni per  il bene comune e per l’interesse generale,  senza mai chiedere prebende  personali e “quozienti familiari” di qualsiasi natura.

Hanno lavorato per decenni e sono rientrati nella società civile come Pietro l’Aretino.

Se non ci sorprende la candidatuta, solo ,riempitiva, di Allegretti, qualche anno fa, ci aveva scosso negativamente  la lettera di Angelo Zambrino di Moliterno rivolta alla Lega Nord.

Lega Nord vista come la soluzione e  la panacea dei nostri mali. (SIC!)

Oggi sarei curioso di conoscere il giudizio di Zambrino sull’operato del Trota e di  Belsito.

Da decenni tanti uomini di buona volontà lucani  si battono inutilmente, senza gratificazioni di sorta, a portare avanti progetti concreti finalizzati all’occupazione.

Progetti interamente finanziati  dal FSE ( Fondo Sociale Europeo)  che hanno avuto ricadute occupazionali per migliaia di unità.

Cara Liuzzi sono terribilmente d’accordo con Lei sul dimenticato Ten Di Bello che ha operato da solo nell’oblio assoluto dei partiti, sinistra compresa.

Ha operato e denunciato  con le sole solidarietà di opinionisti liberi, senza prezzo.

Ho partecipato alle lotte di Terzo Cavone.

Ho assistito a tante riunioni di snob e di alternativi  e a tanto “rumore della vanità”.

E’ prevalsa in me la consapevolezza di solidarizzare solo con gli agricoltori lucani e tarantini.

Ho letto nei loro volti la rabbia di chi con grande dignità aveva sacrificato la sua vita  solo per il lavoro (all’estero) vanificato da governanti assenti, ottusi e cinici.

Nessuno aveva messo in  conto la  forte reazione di questi  agricoltori e, soprattutto,  delle loro consorti.

La difesa dei loro campi è stato l’annuncio di qualcosa di grande.

Il movimento “sindacale e politico” che ne è scaturito “intorno” è stata la cinica, demagogica e  interessata conseguenza.

Da un decennio i furbi di turno cavalcano la tigre e fanno tanto rumore.

E’ bello gestire la lotta con un forte movimento spontaneo che si autoproduce e si autoregola.

Questi furbi politici lucani  pronti a saltare sul carro del vincitore sanno, pure, demagogicamente, trovare il linguaggio giusto.

Vivono da sempre nell’inciucio e negli intrecci.

Del resto l’inciucio catto-comunista lucano, con una buona dose di seguaci ” di  ex laici ed  ex socialisti rampanti,  ha  prodotto una classe dominante  incapace di essere classe dirigente, l’esempio di Carta, ieri  della timida e impacciata  Fattorini e del senatore uscente Labellarte… del qualche condivido solo il cognome sono gli ultimi esempi di una mancanza di fierezza e di orgoglio lucano.

Chi ha usufruito  in Basilicata del “brodo” della cultura sessantottina sono stati i “padroni del clientelismo più bieco”, avallati da Sindacati confederali e non,  pronti a difendere parassiti e privilegiati.

Basterebbe citare le abbuffate nei Centri F. P. e in quella miriade  di  enti e consorzi  di bonifica e non con  gli  inutili doppioni di agenzie (vedi Arbea e ALSIA) del mai decollato sviluppo agricolo.

Basta con le “nullità frizzanti” prive di sostanza.

Lavoriamo seriamente con una vera meritocrazia bandendo il tribalismo tipico” lucano e meridionale “.

Siamo stanchi pure noi  maturi lucani senza prezzo  di vedere pensionati d’oro a pontificare sul Quotidiano e giovani professionisti  precari con  800 euro al mese.

Diamo un segnale di serietà e, come,  sostengono tanti uomini di buona volontà, speriamo in una “democrazia decente”.

Un invito, infine,  ai giovani lucani  anche quelli “refrattari” di creare il popolo dell’ORGOGLIO LUCANO.

Un Popolo che deve scuotersi forse  con le Liuzzi, i Movimenti arancioni , gli ambientalisti alla Di Bello /Somma  e tirar fuori gli attributi e le palle d’acciaio.

mauro.armando.tita@alice.it

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