Tutti hanno ignorato in Basilicata il 24 Febbraio 1990, anniversario della morte di Pertini, perfino il Quotidiano (sensibile alla storia e alle persone di spessore) ha glissato sull’avvenimento.
Ce ne siamo fatti carico con molta umiltà solo io e l’amico/compagno Mimmo Leccese su Facebook. Sul versante politico-istituzionale: NISBA.
Eppure il Presidente Marcello Pittella ricorderà la sua provenienza socialista e la sua famiglia riformista.Ricorderà il Pertini che lanciava strali contro i Governanti dell’epoca e il disastro del terremoto del 23 novembre ’80.
Ricorderà l’inaugurazione della nostra UNIBAS.
Purtroppo in presenza di tanti smemorati e in questa “Collegno” lucana anche il buon Michele Ribellino che parla tanto di riformismo e di socialismo craxiano italiano e nostrano ha smarrito la sua identità socialista e ha ignorato l’anniversario della morte del grande Presidente Pertini.
Così ha fatto il Partito socialista lucano di Valvano e i tanti “uomini” e donne, tanto osannati dalle pagine del Quotidiano come “portavoci” del PSI di Nencini.
L’ignorare tale anniversario è un colpo al cuore e conferma la mia presa di distanza da tali movimenti.
Ritrovarsi con tanti “spezzatini” che si richiamano alla questione socialista lucana fa veramente male.
Eppure sono molti sono i socialisti di base che ripensano in questi giorni al buon esempio, all’altruismo e alla giustizia sociale agognata da Pertini e ripresa, perfino, dalla relazione al Senato del premier Renzi.
C’è una grande confusione nel PSI di Nencini e di Valvano, frutto di scelte a dir poco discutibili.
Chi si ri conosce nella nostra storia socialista non può certo rassegnarsi.
Molti uomini di buona volontà socialisti auspicano altre serie incursioni sul Quotidiano che facciano unire e riflettere.
Essi comprendono che c’è tanto bisogno di obiettività e di tanta, tanta razionalità.
Razionalità e riformismo che mancano da un ventennio in Basilicata.
Vi sono ancora uomini con schiena dritta che rappresentano il vecchio orgoglio socialista, l’autonomia e la dignità di un Partito falcidiato e sconfitto.
La sconfitta socialista dobbiamo ricordarlo, ha posto in essere tutta la fragilità dei capi bastone e delle loro truppe cammellate e non ha mai riflettuto sull’operato presidenziale di Pertini.
Chi si è trasferito in Forza Italia, Chi nei DS prima e nel PD dopo, con una tale contraddizione che agli occhi delle persone comuni rasentava l’incredulità.
Socialisti della Sinistra Lombardiana a Destra (vedi Cicchitto) e Socialisti craxiani vedi il nostro amato gianni Pittella ai DS.
Ci sono stati tanti socialisti, al contrario, che, rispettando l’onore e la dignità di Pertini hanno preferito l’Aventino, dopo anni di isolamento e di bocconi amari.
Pertini ha insegnato ai ragazzi della “meglio gioventù” degli anni settanta che erano gli unici detentori di un socialismo democratico e umanitario.
Riprendiamo la nostra storia e i nostri Pertini da Rocco Scotellaro ad Attilio Di Napoli.
Riprendiamo quella storia lucana fatta di tanti laici e di tanti socialisti che si sono sacrificati una vita per dare dignità a tanti lucani silenti e discreti.
Pur non avendo amato le fasce invisibili della società democristiana lucana abbiamo sempre apprezzato i governi laici e di sinistra a guida DC.
Siamo stati per anni ad animare politiche riformiste sia nel campo della Scuola che dell’Economia.
La Scuola laica e Socialista lucana ha dato uno scossone a tante generazioni.
L’elenco di ricercatori e di scienziati lucani laici e socialisti potrebbe essere interminabile.
Riprendiamo la nostra storia e riprendiamo laicamente a dialogare partendo da Pertini e Scotellaro.
C’è tanto bisogno di riformismo, di dignità e di socialismo democratico con schiena dritta nella spaesata e confusa Basilicata esternalizzata.
Lasciamo ai soliti postulanti spazi sempre più ridotti e rientriamo nella politica di tutti i giorni partendo dalle serie politiche economiche e non dai disastri delle politiche industriali e agricole.
Noi possiamo ritornare ad essere vincenti partendo da Pertini e dalla società civile.
Basta con i prezzolati, basta con gli arrivisti di turno.
Riprendiamoci Rocco Scotellaro e facciamo tutti un passo indietro.
Se si ha paura di soccombere e non si viene votati la politica la si fa fuori dalle “poltrone” e fuori dagli scranni del Consiglio Regionale o Provinciale che siano.
Sono da oltre tredici anni fuori dalla politica “istituzionale” e non avverto il bisogno di candidarmi.
Faccio politica forse più di prima.
Del resto, seguo da un “osservatorio privilegiato”, come il Quotidiano, le grandi incoerenze e le grandi contraddizioni di tanti politici, pronti ad alimentare gazzarre il giorno prima e a soccombere il giorno dopo.
La maggioranza silenziosa un giorno colpirà pure in Basilicata.
L’aumento spasmodico degli elettori entropici (a larga maggioranza socialista) dediti all’astensione massiccia sono un chiaro campanello d’allarme.
Siamo stanchi di questi “poveri” uomin i(e non uomini poveri) e di questa assurda mediocrazia che ci circonda.
Siamo stanchi di continue risse e di continue diatribe ingiustificate.
Vogliamo certezze e dignità che facciano leva sul buon esempio e sulla giustizia sociale di pertiniana memoria.
Mauro Armando Tita