L’indifferenza e il finto e ipocrita buonismo.. tra FSE e PNRR mancato

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Sono un uomo di sinistra indisciplinato e libero non sono un Buonista, tout court, amo da sempre  la Comunità, come vera forma di solidarietà praticata. Alika, il povero nigeriano  è morto non solo per le indifferenze e le  insensibilità “autoctone” marchigiane, ma, soprattutto, per quel “cinismo” orrendo delle istituzioni nazionali ed europee che tollerano da “secoli” in Italia, accordi mai rispettati (da Malta a Dublino) spaccio, schiavismo,  sfruttamento della peggiore specie,  violente gang  giovanili , accattonaggio, affari mafiosi , invisibilità e orrende Bindonville , queste ultime  mal sopportate dalla gente comune e dagli “odiatori seriali”.

Forse ha ragione la grande Mina,  il “Buonismo”, quelle finte aperture, creano  più indifferenza  della cattiveria. Un Buonismo  che tollera pure  l’accoglienza irregolare e clandestina con ONG spagnole, francesi e tedesche che preferiscono Lampedusa e i Porti italiani preservando i  “loro” porti.

Stimo di più la Bellanova che fa approvare una norma per dare dignità agli INVISIBILI che i “filantropi”  radical chic. Quei radical chic che vogliono l’accoglienza alla Capalbio. Ricorderete tutti  il caso emblematico  dell’albergatore che ospitava i migranti “mischiati” ai radical chic. L’albergatore fu  costretto a trasferire i poveri ragazzi richiedenti asilo ad altre Residenze distinte e distanti dalla struttura occupata dagli “snob”. Da decenni stiamo assistendo a fenomeni degenerativi  senza alcun controllo sociale ed istituzionale. Abbiamo creato una vera invasione senza controllo legittimando di fatto l’apartheid con “stupende” BIDONVILLE ,degrado assoluto delle periferie, spaccio e gang giovanili violente.

Da una parte questi ragazzi richiedenti asilo che “ciondolano” da secoli  sulle  panchine  e dall’altro violenze, prostituzione e spaccio. L’importante è tenere alto il budget delle prestazioni e delle indennità dei soliti noti. Da decenni mi occupo di una seria politica dell’integrazione.

Ho partecipato a  Progetti sull’Immigrazione che avevano  un solo obiettivo, costruire una vera inclusione sociale con la Comunità ospitante… com’è avvenuto oggi  con i profughi ucraini.

Ho partecipato da funzionario regionale  a tutte le Conferenze regionali sull’Immigrazione che riproponevano il tema degli stagionali.  Ho fatto seri reportage sulla morte di un ragazzo gambiano morto nei nostri campi di Palazzo S.G. stremato dalle fatiche e dalla torrida temperatura .

Tutto ciò per ribadire la mia assoluta volontà finalizzata alla vera integrazione e non all’affarismo alla Maleventum o alla Capo Rizzuto.

Con il PNRR potevamo creare  un vero percorso formativo partendo  dal Fondo Sociale Europeo.

Potevamo porre le basi per un vero progetto pilota a copertura europea coinvolgendo i veri Attori protagonisti del Terzo settore(quelli seri, non gli improvvisati mafiosi dediti alle “porcherie”, per dirla alla Prefetto di Padova).

Tutto ciò a una sola condizione …uscire dall’improvvisazione , dal velleitarismo e dall’illegalità con  meno protagonismo mediatico e molta  più concreta integrazione .

Progetti europei che avrebbero potuto  creare la vera rivitalizzazione dei nostri Centri Storici

con una progettazione calibrata grazie alle esperienze maturate sul campo, non  dall’opacità e dall’approssimazione di sempre.

Solo in questo modo  si potevano  garantire aggregazioni ed unitarietà, nemiche assolute dei pregiudizi e delle esclusioni sociali.

Solo in questo modo potevamo  verificare, grazie allo strumento di controllo ,posto in essere dal Fondo Sociale Europeo, la natura di certi provvedimenti , quelli  tesi alla vera inclusione sociale e non al solito e fragoroso contrasto, migranti si , migranti no.

Siamo coscienti e consapevoli che il trend demografico negativo della Basilicata e dell’Italia  potrà produrre  solo tristezze e senilità senza alcuna prospettiva di lavoro e senza alcun dinamismo sociale frutto amaro  dell’esodo impazzito delle nuove generazioni  . A tal proposito segnalo la bella Ricerca del Movimento Giovanile della Sinistra lucana tra impoverimento socio-culturale e sardonico “DIRITTO” ad EMIGRARE .

Uno sconforto avvertito  pure dai Giovani Lucani più impegnati  politicamente,  tra mancate pari opportunità e terrificanti clientelismi e nepotismi, mai domi.

Armando TITA

Sociologo

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