Dopo la prova muscolare del duo Bubbico Folino avrei preferito che il pachiderma bersaniano lucano fermasse un po’ l’odio e il livore verso le altre componenti per avviare una seria UNITA’ del Partito Democratico.
Una seria unità che stride sugli scenari futuri ,sia politici che economici, e, soprattutto, sul tanto criticato riciclaggio dei furbi di sempre.
Vogliamo scendere da questo gradino maleodorante e comprendere la portata delle dimissioni di De Filippo senza ipocrisie senza furbizie.Sono conseguenze letali che si pagheranno certamente nell’immediato futuro.
E’ troppo semplice sparare su De Filippo e il suo entourage dopo aver zittito per decenni sulle “sue” singolari nomine dirigenziali e sulle gestioni opache di sottogoverno e di Società in house, come Sviluppo Basilicata, congelata e bloccata da oltre due anni.
Una società “ugolina”, per dirla alla Santoriello, con un amministratore unico ,prorogato sine die, e che si limita a pagare profumatamente solo personale dirigenziale, docenze e consulenze, dimenticando le imprese, come sostenuto da Scelta Civica e altri.
Purtroppo il duo Bubbico/Folino non hanno mai chiarito questo ambiguo rapporto con il Governatore.
In tutti questi poco trasparenti scenari futuri è stato del tutto dimenticato il Capacity Lab, sponsorizzato, perfino, da Barca.
A tal proposito i bersaniani di Basilicata sono in grado di fare una proposta seria e di attivare dopo anni di “deserto” occcupazionale un approccio sistematico e non approssimativo sui Fondi europei (FERS, FEOAG e FSE)?.
Una sana massa critica bersaniana, presente massicciamente, in quel di Tito, è in grado di incalzare questa ambigua e oligarchica classe dirigente sul futuro della Basilicata?
La partecipazione resterà un optional per i prossimi cinque anni o seguiremo i timidi suggerimenti (forse, opportunistici) di Lacorazza.
Giorni difficili ci attendono. Giorni difficili e complicati che ripropongono l’assenza di una vera e seria proposta politica e sindacale, di rispetto.
Il sindacato lucano da quasi un ventennio non ha più la forza di “abbozzare” una seppur minima proposta concreta.
Una proposta concreta tesa a dare respiro a normative regionali moderne e innovative e non a quelle esistenti, patogene e iperassistenziali, di lunga durata.
Dove sono finiti i Centri studi IRES e similari.
Questo disarmo politico e sindacale che, oggi, lo avvertiamo, più, di ieri, dopo l’assalto alla diligenza del rimborso facile.
Un rimborso facile che si assomma all’ approssimazione e all’insipienza degli assenti parlamentari targati M5S.
Grillini che non riescono a essere seria alternativa all’opaca sistema della partitocrazia lucana.
L’esempio delle mancate liste M5S in questa tornata elettorale di maggio e il flop di Lavello confermano l’approssimazione e lo scarso radicamento sul territorio dei giovani grillini lucani.
Manca al M5S quel team professionalmente adeguato e competente che possa dare quelle risposte immediate allo stato emergenziale politico ed economico regionale.
Il bravo e coraggioso Tenente Di Bello non basta.
Resta emblematico il pastrocchio dei cassintegrati in deroga sui quali il M5S non ha mai fatto proposte concrete.
Se come da noi denunciato nei giorni scorsi l’ultima seria giornata di lotta sindacale con oltre diecimila lavoratori in piazza risale al lontano 30 novembre 2004 (sic!) una ragione seria ci deve pur essere.
Con queste amare premesse le ricadute economiche, politiche e sindacali in Basilicata diventeranno terrificanti nei prossimi mesi.
Tutti i partiti che hanno sfornato politici di dubbia professionalità e competenza dovranno segnare il passo dopo aver “esodato” tanti talenti lucani.
A tal proposito non è mai stata fatta una seria riflessione sui licenziamenti del personale professionalizzato dell’EDS di Tito.
Come si crea una nuova govenance se si lasciano esodare tanti talenti?
Che ne pensa il duo Bubbico/Folino sull’atavica e secolare “Figliopoli” sanitaria lucana.
Una fabbrica/laboratorio di figli d’arte che non ha mai consentito ai medici, fuori tribù, di emergere.
Su questa strana governance sanitaria il Sindacato e le forze politiche hanno sempre glissato.
Per queste ragioni la portata negativa di tale sciagurata conseguenza ripropone in Basilicata il tema della corretta informazione e della “conoscenza” dei fatti e degli atti sempre gelosamente custoditi dai burosauri dorotei (bianchi o rossi) di sempre.
Dopo le dimissioni irrevocabili di De Filippo ci chiediamo se l’oligarchia di questi burosauri regionali, iperbonificati e iperstipendiati, devono andare a casa o potranno di nuovo riciclarsi?
Non c’è bisogno di richiamare grandi scenari per accorgersi empiricamente dell’assenza di qualsiasi forma di interventi concreti finalizzati alla vera occupazione (che non c’è) a favore dei giovani.
Anche osservando dal basso i processi istituzionali la sensazione di solitudine dei giovani lucani è del tutto evidente nonostante il successo del BUFO(Bubbico/ Folino).
Una solitudine emblematica che il CENSIS nei mesi scorsi ha chiamato “proliferazione” senza condensazione.
A tutto ciò va aggiunto il ruolo delle famiglie lucane che si sobbarcano la conduzione dei figli come unica fonte di reddito.
Famiglie lucane che si sono attivate per far vivere i loro figli in una società democratica e non oligarchica, fattiva e propositiva, e, non certamente, in un deserto di desolazione, come quello odierno.
Coltiviamo un timido lumicino di speranza nel “secchione” Letta e nel suo dinamico staff, formato in prevalenza da ragazzi e ragazze del Sud (facenti parte della sua Associazione VEDRO’).
Con questi giovani si possono creare scenari politici innovativi i ntroducendo il Capacity lab, e, soprattutto, isolando i furbi e gli scaltri boiardi di sempre.
Solo così si potranno ricomporre i ” mosaici ” della “informale” economia lucana, frutto di assenze e di manchevolezze ultradecennali.
Se riuscissimo a mandare a casa, per dirla, alla Vito Riviello, tanti “paraculi”, forse, la rifondazione (non quella comunista) quella laica e progressista potrebbe finalmente avverarsi.
mauro.armando.tita@alice.it