” La mia testimonianza.. il 23 Novembre 1980″

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Ripartire, ricostruire, rinascere dopo questa immane e devastante pandemia con lo spirito di quarant’anni fa è cosa buona e giusta, ne abbiamo un gran bisogno.

Nel quarantennale del sisma del 23 novembre 1980, grazie al meraviglioso “Docufilm” prodotto dalla Pro Loco” abbiamo avuto modo di raccontare, pur nella tragedia del tempo, il momento più bello vissuto nella mia decennale esperienza di Amministratore Comunale, Comunitario e di Vice Sindaco di Ruvo del Monte, un Comune del Cratere .

Una esperienza di grande passione, di umanità, di solidarietà vera, di confronto e di dialogo all’insegna del senso del DOVERE.

Non era la politica “bisognosa” dei “bisognosi” alla Don Sturzo, era un mix di raccolta di idee ed energie, di tanti brillanti risultati raggiunti sul campo grazie ad un efficace Commissariato straordinario(dopo le terrificanti disfunzioni iniziali)e grazie, soprattutto, al contributo dei Gemellaggi con le Regioni e i Comuni del Nord.

Non dimenticheremo mai l’attivazione del “Polo della Corsetteria” di Lavello, affermatosi nel Mondo, unico in Italia, nato dal gemellaggio tra Regione Basilicata e l’Emilia Romagna, senza dimenticare il ruolo prioritario della CNA (Confederazione Nazionale Artigiani).

Avevamo un Comune disastrato, Ruvo del Monte, uno degli “otto” della Prima Fascia.

Avevamo ereditato una situazione a dir poco patogena.

Avevamo una discarica nelle vicinanza della Casa Comunale. Un cartello di legno vietava di gettare immondizia (sic!!!).

Il personale veniva pagato “una tantum”al solo taglio della legna del “nostro” bosco.

Dovevamo iniziare una vera bonifica sociale, non solo quella della discarica.

Ricordo che leggemmo avidamente il Decreto Stammati. Riuscimmo a trovare i fondi per il personale grazie ad un escamotage finanziario fatto di “regolamenti organici” ad hoc.

Fu completata la rete dei servizi sociali locali, la Scuola Materna/Ipab e l’Asilo Nido ex ONMI .

Pur tuttavia il mio racconto si ciba di tante altre cose belle, di tante aperture politiche, di tanta solidarietà e di tanto impegno appassionato vissuto “all’unanimità” con il Consiglio Comunale dell’epoca.

Abbiamo sperimentato un Laboratorio di idee e di proposte grazie a questa stupenda e solidale avventura politica.

Il gemellaggio con Bologna, la Regione Emilia Romagna e con Ruvo di Puglia ha completato e perfezionato “accordi” già posti in essere sia sul piano politico che su quello socio-economico e culturale .

Mai avrei immaginato di firmare un Protocollo d’Intesa con il Sindaco di Bologna Prof. Sen. Renato Zangheri nello storico Palazzo d’Accursio alla presenza del Ministro Tesini e di Lanfranco Turci, Presidente della Regione Emilia Romagna.

Chi potrà mai dimenticare il gemellaggio tra la Scuola a tempo pieno di Ruvo del Monte e quella emiliana con tanti laboratori/stage, tanta animazione teatrale e tanto “praticantato” di giornalismo in erba, concluso successivamente con una stupenda Rassegna Jazz e con tante mostre di pittura e fotografia.

Chi potrà mai dimenticare le stalle con mille capi ovini e trentasei capi bovini, il piccolo Villaggio turistico con cinque “baite”, l’Acquedotto Nocelle, frutto del nostro ingegno, del supporto dei tecnici emiliani e del braccio operativo della Cassa del Mezzogiorno, nella persona del magnifico ingegnere Massaro (persona di grande serietà, umanità e competenza, doti sconosciute alla Casmez dell’epoca).

Chi potrà mai dimenticare le sconvolgenti opere viarie come l’ “Ofantina –Vitalba” concretizzatesi in uno scenario di infrastrutture inimmaginabili per quell’epoca, basterebbe citare la Galleria sotto il Centro abitato di Sant’Anna.

Infrastrutture che vedevano la mia piccola Ruvo del Monte al centro di attenzioni politiche ed economiche fuori dal comune.

Grazie ai nuovi insediamenti industriali di Vitalba e Melfi e ai meravigliosi viadotti “ancora intatti”( i successivi Flop industriali sono stati “crudelmente” da me raccontati nel Volume: “Quando la Sinistra amava la Basilicata e il Mezzogiorno interno”, edizioni IL SEGNO)abbiamo goduto di tanti posti di lavoro e di centinaia di presenze nello stabilimento e nell’indotto Fiat, oggi Stellantis.

Mi fermo qui per non essere tacciato di presunzione o di protagonismo “stucchevole”.

Lo dico con il cuore in mano alle nuove generazioni, vivere quel momento politico è stato per NOI una vera “palestra di vita”.

Vivere quel momento tra le immani tragedie del terremoto, il terrorismo e le stragi godendo della presenza di personalità dal grande spessore politico e umano come Pertini e Tina Anselmi ( le uniche due “icone” della mia vita di Amministratore) è stato per me “foriero” e “propedeutico” di e per altre esperienze umane irripetibili.

Un “vissuto” di vera comunione.

Le aperture politiche a tutto il pianeta volontaristico, dall’Arci alla Caritas, hanno completato un quadro politico “idilliaco” per quel tempo, impensabile ai giorni nostri.

Per la “cronaca” noi amministratori dell’epoca non siamo stati sfiorati neanche da una “comunicazione giudiziaria”(oggi, “ avviso di garanzia”).

Le nostre condotte irreprensibili e la nostra passione hanno preso il sopravvento su sprechi e appalti truccati.

E’ un piccolo esempio di “spopolamento contenuto” di un Comune dell’osso.

Dimenticavo la cosa più importante.

La ricostruzione del piccolo borgo ruvese è stata garantita al 70% da imprese locali.

Il mio racconto termina qui ricordando che le aperture politiche, i protocolli d’intesa, il supporto tecnico delle Amministrazioni del Nord hanno consentito alla nostra piccola “macchina amministrativa” di poter reggere brillantemente all’enorme “tsunami” del sisma del 23 Novembre 1980.

Un ABBRACCIO a Voi tutti.

Mauro Armando dr. TITA

Già Vice Sindaco del Comune di Ruvo del Monte (1980/85)

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