E’ strano che la Chiesa lucana ,ad eccezione di Don Viviano, non abbia avvertito il bisogno di fare un commento sui rimborsi.
Per fortuna che ci ha pensato moderatamente l’amico Ribba e ironicamente il grande Crozza.
E’ da secoli che riportiamo sulle pagine del Quotidiano il giudizio della Corte dei Conti sulle camuffate indennità intascate dai nostri Consiglieri regionali senza dimenticare i favolosi emolumenti dei dirigenti delle varie strutture dipartimentali e di Acquedotto Lucano, Acqua SpA, Alsia, Arbea e Arpab, SEL APT ATER e compagnia cantando.Non abbiamo mai tralasciato il patogeno comportamento dei consiglieri regionali dediti all’Alta velocità trasformistica, rinforzati dai vari aumenti di rimborsi, già denunciati dal sottoscritto, dalla brava Maria Teresa Labanca e da Sergio Rizzo del Corriere della Sera in tempi non sospetti.
Denunce che non erano disgiunte dal primato ,tutto lucano, dello scandalo dei “monogruppi”.
Se si fosse intervenuti adeguatamente in quel momento non avremmo avuto il disastro odierno.
Se la confusione e il cinismo dei consiglieri “regionali” regnano ancora sovrani , dopo le dimissioni di De Filippo, ora attendiamo un immediato e salutare segnale di pulizia e di moralità.
Moralità e pulizia che partano dalla “razionalizzazione” delle spese del sottogoverno regionale.
Razionalizzazione mai presa in seria considerazione anche per i mancati provvedimenti sulle royalties del petrolio, delle acque e delle acque minerali,in particolare.
Su quest’ultima questione (non dimentichiamo i tanti reportages di denuncia del Quotidiano) pesa una “ingiustificata distrazione”.
Una chiara e voluta distrazione che dimostra palesamente senza alcun equivoco di sorta che non vi è e non vi era alcuna volontà politica di intervenire seriamente (dobbiamo ricordare i nove milioni ipotizzati e gli umilianti trecentomila euro incassati dalla Regione).
Tutto è stato risucchiato dal terribile vortice della partitocrazia dei demagoghi di sempre.
Le alte indennità percepite dai burosauri regionali (vedi Acquedotto lucano, Alsia, Arpab, Acqua SpA, Sel, ecc.) che avevano scosso la cittadinanza attiva lucana nei mesi scorsi, ora, più di prima, devono trovare una risposta seria.
Una risposta seria finalizzata alla decurtazione dei favolosi emolumenti di questi boiardi.
Ora, dopo la vasta eco nazionale dei rimborsi facili non è più possibile adottare la vecchia metodica dell’oblio.
Speriamo, almeno, ora, con questa devastante crisi economica,politica e morale, che vi sia ,finalmente,una moderata scossa “cristiana”.
Non sopportiamo più il silenzio “plumbeo” della CEB e tanto meno il silenzio dei “muti agevolati” del sottogoverno regionale.
Vogliamo una Chiesa di frontiera più presente e più viva sulle problematiche emergenziali lucane.
Non vogliamo più una Chiesa e una Società lucana anoressica in tema di “dignità” e di orgoglio.
La società, in special modo, quella politica, come sosteneva Don Sturzo, non è una entità o un organismo al di sopra dell’individuo è parte attiva e integrante del suo vivere.
Mancando questo elementare e sacrosanto principio, il nichilismo e il relativismo in Basilicata saranno sempre più “contestualizzati” da forme di cinismo e di indifferenza (come avvenuto ultimamente nella manifestazione popolare in Val d’Agri).
Indifferenza che non deve più albergare in noi uomini di buona volontà.
La cultura civile, la dignità e l’orgoglio devono essere patrimonio degli uomini lucani seri e reattivi.
Non possiamo più vivere in Basilicata, all’infinito con questi fatti incresciosi in una spaventosa ignavia, in un deprecabile piattume e in una stucchevole ipocrisia.
A tal proposito speriamo di non essere costretti ,ancora, una volta, e con tanto rammarico a richiamare il famoso aneddoto di Albert Einstein: Solo due cose sono infinite: “L’universo e la stupidità umana”, E non sono sicuro della prima.
Almeno, oggi, dopo tante prese in giro e tanta demagogia reagiamo con civismo e determinazione da uomini di buona volontà con schiena dritta.
Uomini dotati di veri attributi che, civilmente e moderatamente,reagiscono, fermamente e senza ambiguità di sorta dopo le grandi novità scaturite dalla “magna” casta.
mauro.armando.tita@alice.it