Gli scenari possibili e le mancate politiche compensative ignorando il South Stream

Pubblicato nelle pagine di PRIMO PIANO del Quotidiano.

Caro direttore,

Il bravo Salvatore Santoro ha già ipotizzato uno scenario dell’ imminente futuro  politico lucano, molto attendibile.

Un futuro che si ciba di un percorso “lapalissiano”.

Un percorso che vede la candidatura di Speranza o di Antezza a Governatore della Regione e un trasloco di De Filippo a Montecitorio.

Tutto scontato, come sempre.

Nel frattempo, la questione meridionale e lucana, in particolare , continua ad essere una problematica non più politica , ma, eminentemente ,sociologica, nonostante, il bellissimo  intervento di Roberto Speranza alla Camera, condito, pure,  da due stupende citazioni di don Milani e di Aldo Moro.

Un discorso da vero leader dei deputati del PD.

Un leader PD  sempre più lontano dalle tristezze lucane.

Tristezze lucane che si sono caratterizzate in questi ultimi giorni con il flop della manifestazione della Val d’Agri sulle estrazioni petrolifere.

Potevamo essere tanto  ricchi, siamo ancora conosciuti come quelli  del “Cristo si è fermato ad Eboli”.

Lo stereotipo lucano  è ancora tanto presente nonostante le immense ricchezze energetiche e naturali.

Crescono qualunquismo e nichilismo.

L’assalto mediatico sui rimborsi facili sta aumentando a dismisura un livore e una sfiducia condita da  una sorta di “distacco” e di disincanto.

Il buon Letta nel suo magnifico intervento non ha parlato, però, delle politiche di compensazione, per chi, come noi   lucani ,regaliamo allo Stato italiano, tanto petrolio e tanto gas.

A tal proposito siamo orgogliosi  che il Report della Gabbanelli di domenica scorsa abbia approfondito l’ambiguo progetto  South Stream da noi denunciato secoli fa. (inascoltati e umiliati  da una  stucchevole indifferenza dell’opinione pubblica lucana).

Dopo i mancati provvedimenti sulle acque minerali e la loro infima contribuzione (lo ribadiamo fino alla noia,trecentomila euro contro i nove milioni )siamo venuti a conoscenza che la nostra grande RISORSA ACQUA non disseta solo abitanti e campi agricoli pugliesi, ma, produce, tanta e tanta  energia elettrica  per i soli insediamenti produttivi del Salento e del Tarantino (ILVA in testa).

Il tutto nella ignavia  del nostro mondo politico compresi gli opinionisti del Quotidiano e i “vincenti” alla Speranza.

Le popolazioni della Val d’ Agri   dal canto loro mostrano segni di sfiducia.

Peccato che i loro Sindaci dopo le finte dimissioni sono carenti di seria  progettazione finalizzata alla diminuizione dell’annosa disoccupazione giovanile dell’area.

La percentuale di capacità  di spesa dei loro interventi continua a non superare  il 20% dell’intero stanziamento.

Il binomio petrolio-natura segna il passo.

Lo dicono e lo sostengono autorevoli  ricercatori universitari denunciado l’alta incidenza di tumori nell’area di riferimento.

Nessuno parla più  di rifiuti tossici e di Trisaia.

Tutti i luoghi comuni  sono stati dissolti dalle ultime statistiche,  sia in termini di crescita, sia in termini di PIL.

Pure noi che con la Fiat e con Fenice  non siamo  mai stati teneri  registriamo  qualche flebile  lumicino  di speranza rispetto alle tante  ombre che si addensavano  nel prossimo futuro.

La “Fabbrica- territorio”, purtroppo, lo ribadiamo con tanta amarezza, non esiste più nonostante il Sen Barozzino.

Bisogna pur farsene una ragione.

Le infrastrutture lucane  sono al collasso.

La Regione non parla più da secoli di un sano federalismo fiscale.

La  Robin Tax è  un caro ricordo del passato, è pura utopia.

Le nostre Comunità marginali sono sempre più deprivate culturalmente con un tasso di povertà paurosa.

L’on.le Margiotta che pure esultava qualche anno fa per il riconoscimento alla  sua “raccomandazione sulle “fonti energetiche” è divenuto una sorta di desaparecido.

La Sel continua a glissare sul futuro energetico.

Le molteplici fragilità sono presenti, purtroppo, anche tra noi cosiddetti  “normali”.

Da molto tempo la società lucana cosìddetta normale non assiste più  a una qualsiasi forma di solidarietà e di comunione.

Ci siamo incupiti.

Non amiamo il prossimo.

Non ci buttiamo nella mischia perchè il diverso ci fa paura.

Siamo egoisti e goffi.

Siamo barbari e vanitosi.

Per qualcuno è il segno dei TEMPI.

Per Noi uomini di buona volontà è la fine di un CICLO.

Ci soddisfa tanto la sola  denuncia sul Quotidiano, sicuri di aver adempiuto al nostro dovere di cittadini attivi.

Tutti, però,  siamo  alla ricerca continua  di visibilità, di quella scheggia  di specchio, dove rimirare la nostra sbiadita e fatua immagine.

Non ci riconosciamo su niente.

L’odierno qualunquismo avrà effetti moltiplicatori.

Viviamo  pure noi come i consiglieri regionali  di piccolo “cabotaggio ” giornaliero.

Un piccolo cabotaggio fatto di snobismo e di boria.

E’ l’aspetto più deleterio del carpe diem oraziano.

Sembra  una boutade primaverile, ma è  la  disarmante realtà.

Spero che,  il Quotidiano,  voglia registrare solo episodi e testimonianze  che si cibano  di  serietà e di  solidarietà,  “senza cavalcare la tigre” delle mode passeggere dei soliti goffi  ipocriti.

Auspichiamo  che  la cronaca politica di questi giorni, pur, con le precise e puntuali analisi di Salvatore Santoro  sia trasferita nelle ultime pagine del giornale con i “giochi  e i cruciverba”.

Così, anche noi, avremo la possibilità di giocare e di divertirci con il famoso gioco dei quattro cantoni grazie alle dimissioni sospette,ai nuovi incarichi,  alle nuove candidature, alle comode  poltrone (mai decurtate nel numero e negli emolumenti) e ai  rinvii ingiustificati, senza prenderci sul serio.

mauro.armando.tita@alice.it

261
0

Post Correlati

Lascia una Risposta

Categorie

Spot Proloco Ruvo

Archivi

Le nostre Nuove Storie