La crisi e il coprifuoco

Questa mattina mi sono alzato presto come sempre per la ritualità giornaliera da vecchio “trombone” distratto”, Cappuccino, mezzo cornetto integrale e Gazzetta del Mezzogiorno all’edicola”.

Ero fermo all’ultima ordinanza, bar aperti fino alle ore 18,00. Mai avrei immaginato un coprifuoco così terrificante, una strana sensazione vissuta nel silenzio più assoluto, tra strade deserte e qualche signora con la busta della spesa che, appena mi ha incrociato, pur a tre metri di distanza, ha alzato il bavero del cappotto e con una manovra a zig zag mi ha scansato quasi a voler prevenire un eventuale ravvicinamento, per aderire al decreto governativo, soprattutto, per una corretta distanza.

Nel frattempo sono stato avvicinato da un ausiliario del traffico munito di mascherina (la cosa mi ha fatto piacer, vuol dire che i controlli ci sono), mi ha chiesto il motivo della “passeggiata”, ho presentato la bolletta del gas da pagar, la risposta è stata secca: vada vada.

Dopo la spesa e il giornale sono tornato a casa voglioso di fare qualche cosa di interessante o di sdrammatizzante (pur nella tragicità del momento che viviamo) valido per tutti quei lucani come me, amanti della socialità pura vissuta tra la gente comune, senza aperitivi e senza stuzzichini snob.

Una socialità fatta di confronto e di aneddoti , di esperienze vissute e di racconti pieni di giovialità, amabilità e calore umano, senza riferimenti a vacanze esotiche (ormai cancellate) e soggiorni in lussuosi alberghi.

Tutto vissuto nella semplicità giornaliera e che mi manca moltissimo.

C’è, purtroppo, un altro “prototipo” di lucano che non ho mai amato, quello del “Ritratto di Scipione” di Sinisgalli.

Il lucano di Sinisgalli di poche parole che cammina a piedi nudi per non fare rumore, il lucano che si accontenta del meno possibile, il lucano che ha una istintiva diffidenza verso il sole.

Questo profilo di lucano alla Sinisgalli può trovare la giusta dimensione in questi giorni di “coronavirus”.

Si sveglierà, ( Il Lucano di Sinisgalli) come sempre, silenziosamente, farà colazione senza rumore di scodelle o di emissione brusca e rumorosa, dalla bocca, di aria proveniente dallo stomaco, (tipo RUTTO) accenderà la radio per il GR mattutino, poi la giornata sarà dedicata ai migliori difetti e alle peggiori virtù per dirla alla Anna Langone.

Quali sono i migliori difetti ? Fottersene come sempre di tutto e di tutti, di non aprire la porta al postino o qualche scocciatore improvvisato, di iniziare una sana lettura possibilmente con cuffia per isolarsi ancora di più, non rispondere al telefono, e tante altre amenità , della serie, genere umano non vi conosco.

Quali sono le peggiori virtù ? Far finta di lavare i piatti, mettere il vino in frigo (non autorizzato), apparecchiare la tavola senza bicchieri, far finta di cucinare facendo bollire l’acqua e prendere il piumino per spolverare parzialmente, il tutto seguito dalla stupenda canzone di Giorgio Gaber.

”Non si muove una foglia, non ho neanche tanta voglia, chiuso in casa a pensare, una vita sprecata, non c’è niente da fare, non c’è via di scampo, mah, quasi quasi mi faccio uno shampoo”.

Con queste performance tra la nascita di uno scoglio e uno sbadiglio difficilmente il lucano delle “peggiori virtù” prenderebbe a cuore lo slogan dei socialisti francesi: “Le progrès pour tous, le respect pour chacun” il progresso per tutti e il rispetto per ognuno” soprattutto, per rispettare il credo “sinisghilliano” del lucano riservato, senza mai essere esibizionista.

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