Il Sole 24 ore ci riconferma spietatamente l’ennesima “coda” nella graduatoria sulla qualità della vita dei nostri capoluoghi di Potenza e Matera.
Sembra di rivedere la scena del Prodi/Guzzanti fermo al semaforo.
E’ una metafora che rispecchia il tanto demoralizzante e negativo presente.
Siamo fermi, siamo immobili, siamo intolleranti e siamo tanto, tanto indifferenti.
Viviamo di routine, fatalismo e, soprattutto, di fatua e grigia quotidianità.Da tempo languono i grandi approfondimemti e i grandi appuntamenti propositivi.
Approfondimenti e Appuntamenti che davano un briciolo di speranza per il nostro futuro e quello dei nostri figli.
Sono lontani e ormai dimenticati i tempi legati al rinnovo della classe dirigente lucana.
Sono lontani i tempi del magnifico Convegno “LUISS e altri” sul tema :”Generare, Selezionare e Cambiare la nuova classe dirigente”.
Un convegno che aveva prodotto una vasta eco nell’opinione pubblica più sensibile e più critica.
Quell’opinione pubblica che non si riconosceva nei partiti, ma, al contrario, era tanto propositiva.
Un’opinione pubblica che non perdeva occasione di manifestarsi, anche, sulle pagine del nostro sito e del notiziario ruvese.
Era una grande platea che si espandeva a macchia d’olio, che si indignava e che pretendeva rispetto e diritti.
Un opinione pubblica che cresceva a dismisura nell’indifferenza delle Istituzioni regionali.
Il tema più ricorrente del Convegno puntava a superare la malsana imprenditoria garantita lucana e i nefasti risultati della 488.
Che cosa voleva dire il Convegno LUISS sul tema della competitività e sul “decidere e rischiare” in Basilicata?
Su questo argomento abbiamo sicuramente diritti di primogenitura.
La nostra “Agenda” quella che si è caratterizzata, con vari approfondimenti sulle migrazioni giovanili, sui piccoli Comuni, sulle diseconomie ecc, ha sicuramente trattato, più di tutto, il tema delle liberalizzazioni e del bieco corporativismo.
Un tema ,oggi, rilanciato, perfino, da Monti e dal costituzionalista Prof. Ainis con il suo bel libro “Privilegium”.
Chi meglio di noi può argomentare sul familismo amorale?
Fiumi di parole e una moltitudine di denunce della pro loco di Ruvo e del notiziario ruvese (dal Marchese del Grillo agli “ayatollah” regionali) si perdono ormai negli abissi del cinismo lucano.
E’ un caso che in Basilicata prevalga il “Civis Marginalis”, quello che “meno sa e meno vuol sapere”.
E’ certamente difficile avere ancora un’idea dell’interesse generale con corporazioni assatanate di potere e di privilegi senza tempo, lo hanno confermato gli atti e i fatti politici di questi bollenti ultimi mesi.
A tal proposito, Rousseau sosteneva che l’uomo è buono per natura e che la sua corruzione comincia con la differenziazione della società e con il razionale perseguimento dell’interesse particolaristico.
Interesse particolaristico che in Italia e in Basilicata si sono cibati di biechi privilegi e di caste secolari.
Caste secolari che non mollano di un milletro.
Pure l’Alta Corte ha sancito l’incostituzionalità di un misero prelievo ai grandi e immensi stipendi d’oro.
Stipendi e prebende che non troveranno mai una vera e concreta equità.
L’Italia dei boiardi e dei banchieri non subirà alcun mutamento.
Fa scalpore, purtroppo, il cinismo e la rassegnazione di tanti giovani studenti universitari.
Per contrasto abbiamo tanti studenti medi che scendono in piazza per i loro diritti e per la difesa ad oltranza della scuola pubblica.
Aver per tanti anni finanziato, senza alcun serio controllo, con la 488 una ” fragile economia informale” e un “localismo economico garantito” tutto lucano ha creato una sorta di “blocco” che si è protratto per diversi anni, fino ai giorni nostri.
Un blocco che non ha mai creato alcun serio “effetto moltiplicatore”.
Siamo vissuti e stiamo vivendo con serie contraddizioni di mercato che vedono, nonostante le impennate di Marchionne e la perenne CIG, ancora la Fiat “guidare” l’economia e il “PIL” lucano.
Un PIL che fa leva sulle “esportazioni”(ridotte al lumicino) della grande industria e che ha poco da spartire con il nostro serio e ignorato “localismo” produttivo.
Localismo produttivo che si ciba sempre delle nostre piccole e medie realtà industriali ed artigianali.
Non siamo mai riusciti ad imporre il nostro tessuto connettivo e produttivo.
Il Presidente Somma come i suoi predecessori devono rispondere su questo “PIL drogato” e sull’assoluta mancanza di “indotto” lucano nelle aree della “Grande Industria”.
Oggi, più di prima, la tanto pluricitata agenda Giavazzi ci insegna che ” piccolo è bello”, a condizione che prevalga talento, concorrenza e ricerca continua.
L’ultimo SOS lanciato da tanti giovani lucani delusi e rassegnati, va in questa direzione.
Abbiamo tralasciato una seria politica sui nostri prodotti di nicchia, che si sono sempre più sfaldati nel “mercato globale”.
Ora nutriamo (lo diciamo “rassegnati”… solo agli addetti ai lavori)una residua speranza sulla “rifondazione della nostra economia basata sulla PMI”, con un vero sistema di trasporti, di telecomunicazioni e di ricerca”.
Dobbiamo supportare con tanta speranza salvifica una nuova economia di consumi non più voluttuari e fare leva su veri imprenditori che orientino i loro prodotti verso nuovi mercati e concorrenza.
Solo questa nuova “metodologia” potrà far uscire definitivamente la Regione dalle annose questioni dell’intervento a pioggia e potrà superare i desueti familismi e le bieche corporazioni sempre in agguato.
Un mercato siffatto , “aperto, protagonista e vincente” potrà creare vera innovazione di processo e di prodotto e vera ricerca, uscendo definitivamente da un mercato precario e poco garantito per il futuro.
E’ uno degli aspetti fondamentali e fondanti sui quali si misurerà, dopo le Primarie la nuova classe politica del P. D. e di governo lucana nel prossimo futuro.
Riusciremo in questo intento, se, all’interno delle imprese e della società lucana, sarà avvertita l’esigenza di promuovere una nuova stagione di offerte economiche con Imprese capaci di inserirsi concretamente nel mercato globale.
Imprese capaci ,soprattutto, di dare un taglio definitivo alla ricerca spasmodica di “incentivi a pioggia” ricercando e ritrovando,finalmente:
“Competitività, Meritocrazia e, soprattutto, DIRITTI”.
Diritti ormai perduti e non più ritrovati in Basilicata da tempo immemmore.
Forse, (siamo ancora ottimisti) con questi buoni propositi riusciremo a ritrovare la nostra qualità della vita scalzando gli ultimi posti nella graduatoria del Sole 24 Ore.
mauro.armando.tita@alice.it