Il Parco dei Mostri di Bomarzo

INCIPIT

Nel giorno in cui si celebra il centenario della nascita di Thor Heyerdahl (Larvik, 6 ottobre 1914 – Colla Micheri, 18 aprile 2002) antropologo, esploratore, regista e scrittore norvegese, la Proloco di Ruvo del Monte è lieta di inaugurare una rubrica di viaggio:

“Impressioni di un viaggiatore” a cura di Rossana Atzori alias Astore Rosso.

Rubrica che sarà inserita in Visitando…. (Basilicata, Italia o Estero) a seconda dove si trova la località.

Un appuntamento mensile e sinestetico, senza pretese, per divertirsi e scoprire insieme luoghi, tradizioni etnografiche e gastronomiche, profumi, colori, suggestioni, arte, musica et ogni tangibile mirabilia della Lucania e dell’Italia, con qualche puntatina all’estero… con gli occhi di un viaggiatore nell’epoca dei turisti.

Per riscoprire assieme la meraviglia del viaggio e della diversità come arricchimento, una delle tante strade per conoscere se stessi ed apprezzare appieno la natia terra.

Il viaggio come ponte verso ciò che c’è oltre le nostre mura, reali o immaginarie che siano, per vedere “cose lontane mille miglia, cose nascoste dietro i muri e nelle stanze, cose pericolose da scoprire, per trovarsi, sentirsi, per vedere e  meravigliarsi” (I sogni segreti di Walter Mitty).

Dove arriveremo il prossimo mese sulle ali di Astore Rosso?

Lo scopriremo prossimante su questi schermi! Non mancate!

SACRO BOSCO DI BOMARZO (Ottobre 2014, n.1)

Sono arrivata nel pomeriggio settembrino;  in uno di quei giorni in cui si percepisce che l’estate giunge ormai al termine, ma l’autunno, bruna foglia ed odore di camino, sembra ancora lontano dal giungere.

Provenivo dal raccordo anulare, il grande anello di delirio su pneumatici che cinge la Città Eterna, ma arrivando a Bomarzo, ciò che mi cinge è solo silenzio e le propaggini del bosco.

Un po’ di curve, una strada non proprio in ordine, salitelle e discese, finalmente con un po’ di titubanza giungo all’ingresso silvano del Sacro Bosco di Bomarzo.

Meta lungamente ambita della mia infanzia, avvolta nella coltre del suo sacro mistero silvestre che per me era sempre stato la VHS tremolante con le  musiche cariche di fascino lontano di Ennio Morricone nella video enciclopedia ROMA IMAGO URBIS (edita dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, regia di Luigi Bazzoni, fotografia di Vittorio Storaro), tanto cara al mio babbo. Finalmente, questo bosco mi vede giungere.

Si trattiene il respiro. Si è preda di una strana suspense quando un luogo della mente e del cuore così caro all’infanzia e lungamente immaginato, esce dalla coltre dei ricordi per divenire realtà, una concreta manifestazione.

La paura è quella di essere delusi? Che tale luogo non soddisfi le aspettative?

Ma, complice forse l’atmosfera crepuscolare e il non-tempo sospeso di questa mezza stagione difficile da collocare, l’ingresso al parco è stato un’epifania.

Varcato il portale di pietra due Sfingi mi accolgono con i loro enigmi:

« Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua, dove son facce horrende, elefanti, leoni, orchi et draghi. »

« Tu ch’entri qua pon mente parte a parte et dimmi poi se tante maraviglie sien fatte per inganno o pur per arte. »

È amore a prima vista. Questo connubio di tra Natura e Mito, tra giganti di pietra e Natura selvaggia, fa perdere la bussola all’inquieto cuore del viaggiatore che oscilla tra la meraviglia della realtà e la sacralità dal sogno.

Dita scheletriche di enormi alberi artigliano il suolo pallido di muschio, gocciola la fonte ascosa tra le fronde, tace la parola sopraffatta dalla finzione.

Poi un alito gelido di vento inquieto. Quel mio caro universo personale di fantastici mostri, da Esopo ed Omero ad Hayao Miyazaki, dal Fortunadrago della “Storia infinita”  al corvo di Edgar Allan Poe, eccoli, eccovi tutti: manifesti!

L’incubo, il sogno, la memoria e la fantasia, tutti mi giungono e non sono più sola nel parco.

Tutto è vivo, tutto è finzione o realtà in un gioco tra arte ed artificio, tra magia e creazione.

E allora citando il personaggio di Tim Burton in “Nightmare Before Christmas” penso: .

Su un pilastro, poi, (quasi come nel film!) compare la possibile iscrizione-chiave “Sol per sfogare il core”. Allora sorrido, m’incammino e sono felice.

In allegato vi lascio qualche mia foto del Parco e qualche notizia utile presa dalle guide o dal sito ufficiale del Sacro Bosco:
www.parcodeimostri.com
Spiegate le ali e buon viaggio!
Articolo e foto di Astore Rosso
per commenti e suggerimenti l’indirizzo dedicato è:
astorerosso8@gmail.com

Le foto del Parco dei Mostri di Bomarzo
(cliccare sulla foto per ingrandire)

NOTIZIE UTILI

Il cosiddetto Parco dei Mostri o Sacro Bosco di Bomarzo, in provincia di Viterbo, è un complesso monumentale situato alle pendici di un vero e proprio anfiteatro naturale.

L’architetto e antiquario Pirro Ligorio su commissione del principe Pier Francesco Orsini (detto Vicino Orsini) progettò e sovraintese alla realizzazione, nel 1547, del parco, elevando a sistema, nelle figure mitologiche ivi rappresentate, il genere del grotesque.

Alcuni studiosi, erroneamente, facevano risalire la “regia” a Michelangelo (E. Guidoni), mentre altri, in particolare per il Tempio citavano il nome di Jacopo Barozzi detto “il Vignola”.

La realizzazione delle opere scultoree fu probabilmente affidata a Simone Moschino. L’Orsini chiamò il parco Sacro Bosco e lo dedicò a sua moglie, Giulia Farnese (non l’omonima concubina del papa Alessandro VI).

Vi sono anche architetture impossibili, come la casa inclinata, o alcune statue enigmatiche che rappresentano forse le tappe di un itinerario di matrice alchemica.

Salvador Dalì ha parlato del Parco dei Mostri come di un’invenzione storica unica. Scienziati storici e filologi hanno fatto parecchi tentativi di spiegare il labirinto di simboli, e hanno trovato temi antichi e motivi della letteratura rinascimentale, per esempio del Canzoniere di Petrarca, dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e dei poemi Amadigi e Floridante di Bernardo Tasso (in quest’ultimo compare ad esempio un dragone d’acciaio con una stanza all’interno, e dalla cui bocca uscivano amazzoni a cavallo).

Sono rimasti, però, talmente tanti misteri che uno schema interpretativo universale, alla fine, forse non potrebbe essere trovato.

Nel 1585, dopo la morte dell’ultimo principe Orsini, il parco fu abbandonato e nella seconda metà del Novecento fu restaurato dalla coppia Giancarlo e Tina Severi Bettini, i quali sono sepolti nel tempietto interno al parco, che forse è anche il sepolcro di Giulia Farnese.

Il Parco è aperto tutti i giorni dell’anno con orario continuato:
08.30 – 19.00 (01/04 – 31/10)
08.30 al tramonto (01/11 – 31/03).
L’ingresso è a pagamento con le seguenti tariffe:
BIGLIETTO INTERO: € 10,00
BAMBINI (da 4 a 13 anni): € 8,00
DISABILI NON AUTOSUFFICIENTI: gratuito
ACCOMPAGNATORI DI DISABILI: € 10,00
Note: non è richiesta la prenotazione.

Parco dei Mostri
loc. Giardino s.n.c
01020 Bomarzo
(VT) Italy
Tel./fax 0761/924029
www.parcodeimostri.com
E-mail: info@parcodeimostri.com{jcomments on}

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