Il Modello De Masi e il Laboratorio Basilicata

Tridico nel suo ultimo Report ammette candidamente il flop di Quota 100 (nessun serio turn over) e del Reddito di cittadinanza (su oltre quattro milioni di beneficiari due su tre non troveranno mai lavoro).

A tal proposito provo a sintetizzare la lunga intervista a Tito Boeri apparsa sulla Gazzetta del 4 luglio scorso avente per oggetto il famigerato “reddito di cittadinanza” e le deboli politiche attive del lavoro in esso contenute. Bella intervista supportata dall’urgente bisogno di un “reddito di formazione” auspicato da Alessandro Ambrosi, Presidente della Camera di Commercio di Bari.

Con De Masi “Sociologo Accademico” e “papà” del Reddito di Cittadinanza ci dividono incommensurabili e incolmabili distanze. Sono distanze siderali tra le “mie” praticate e amate politiche attive del lavoro (valide pure per Boeri)di ex Funzionario FSE e le “sue” dilapidanti politiche passive .

Seguo De Masi dagli anni settanta e rispetto le sue “provocazioni” sulla decrescita felice e sull’ozio creativo. Ricordo le sue tre proposte per lenire la disoccupazione strutturale del Mezzogiorno :

1)Distribuire la ricchezza che c’è, prescindendo dal criterio di lavoro che non c’è; 2)Rieducare migliaia di cittadini abituati a centrare la propria vita sul lavoro, in modo che imparino a riprogettarla sul “non lavoro”;

3)Offrire un salario minimo ai ragazzi universitari in corso con gli esami (Unica proposta che accolgo favorevolmente). Sono le tre proposte cardine che parzialmente si sono concretizzate con i vari Ristori, i Redditi di cittadinanza e i suoi flop, gli assegni sociali, le casse integrazioni in deroga e chi più ne ha più ne metta con una marea milionaria di F24 falsi (vedi Sole 24 Ore del 26 giugno scorso) , quasi a voler confermare l’avvenuta “Rieducazione” per milioni di cittadini che hanno brillantemente riprogettato la propria esistenza sul “non lavoro”. E’ un Modello che distribuisce ricchezza a chi non la produce in barba al Modello liberista e capitalista che la ricchezza la produce e non la sa distribuire.

De Masi non ha mai sufficientemente riflettuto o analizzato seriamente lo stupendo “Laboratorio Scientifico-Assistenziale” della Basilicata degli ultimi decenni.

Anni di vuoto assoluto nel campo delle politiche attive del lavoro caratterizzato da un miope agire politico delle Giunte del “Centro sinistra”, del “Partito Regione e dei suoi alleati” e ora del malconcio “Centro-destra”. Abbiamo assistito a un patogeno moltiplicarsi di misure iperassistenziali, illimitate e parcellizzate con un crescendo di “politiche passive del lavoro” frutto di cig secolari in deroga e di cosiddetti lavori socialmente utili. Un precariato insopportabile che non ha mai risolto il problema atavico della disoccupazione lucana facendo crescere a dismisura l’esercito degli assistiti fino all’odierno reddito di “parassitanza” con tutte le sue implicazioni, psicologicamente deleterie. Ecco il vulnus alimentato in Basilicata per secoli da provvedimenti assistenziali mummificati, arricchiti e potenziati da un passato che ha soffocato l’economia sana e comprato il consenso della numerosa platea degli “ultimi”. Una Platea mai rimossa…dai braccianti forestali ai giovani precari della P. A., dai lavoratori socialmente inutili ai “piagnucolosi gemebondi” . Non entro nel merito della riforma “monodirigenziale” del governatore Bardi tesa a cambiare gli assetti organizzativi degli Uffici in un confusionario senza precedenti.

Smarriti e sconfortati, pur guidati da un pessimismo della ragione, alla Kant, vogliamo auspicare un percorso virtuoso fatto da persone sensibili e oneste intellettualmente, amanti del bene comune e non vincolati al “cruccio” del tornaconto elettoralistico .

Se nel passato abbiamo ideato, progettato e regolamentato (con onestà e chiarezza interpretativa) i Mega interventi vocati alla Formazione e al Lavoro e non al mero assistenzialismo, becero e incontrollabile, lo dobbiamo a quelle poche “Oasi” presenti in Regione che hanno saputo combinare ricerca e innovazione, intelligenza e intuito. Oasi ancorate solidamente alle reali prospettive di mercato. Reali prospettive di imprese caratterizzate da serietà e da fiducia verso il futuro che hanno bandito l’imprenditoria di rapina e del mordi e fuggi, il fondo perduto o altre diavolerie assistenziali, abbracciando l’efficienza e l’equità , uscendo dalle nicchie “autoctone” e proiettandosi sui Mercati Nazionali, Europei e Globali.

Un ultimo tassello , queste reali prospettive devono andare nella direzione auspicata da tutti: “Coinvolgere i giovani lucani, più preparati, più attrezzati, più “affamati” di idee per programmare finalmente una stagione ambiziosa” . Una vera scommessa per il futuro con un nuovo, vero e serio “Patto con i Giovani” che ponga fine alla difficoltà delle imprese a reperire figure professionali qualificate, dando vita al “reddito di formazione” di Ambrosi e a una seria “formazione specialistica” finalizzata all’occupazione concreta, abolendo per sempre le “aree formative di parcheggio” e la vituperata e ipocrita “occupabilità”, (un neologismo che non ho mai digerito…).

Armando TITA

Sociologo

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