Il dibattito sulle due Città (senza prendersi troppo sul serio) con una Nuova Basilicata

Pubblicato sul Quotidiano della Basilicata il 15 Agosto

Riportare gli argomenti alla “calura” ferragostiana è cosa buona e giusta.

Non partecipo al dibattito sulle due città per una mia manifesta impreparazione sull’argomento e per un  mero e dichiarato senso del pudore.

Sono un grande nostalgico del passato.

Un Passato virtuoso e laico che non trova alcun riscontro con i personaggi che popolano le nostre tribune.

Personaggi che vorrebbero riprendere una verginità laica che non hanno mai posseduto.

Personaggi molto conosciuti, forse, solo alle casse regionali.

Personaggi che vorrebbero  dettare l’agenda politica  del nostro futuro regionale.

Qualcuno ha parlato di Lista Civetta (io sono convinto che sia Uccello Padulo e non Civetta).

Creatività, passione e competenza è diventato il loro abusato slogan.

Uno slogan che sta diventando troppo ripetitivo e troppo noioso, una sorta di  tormentone estivo.

Speriamo che l’arrivo delle piogge autunnali porti freschezza e onestà e che tutto venga riequilibrato con giuste dosi di buon esempio, di buon “vissuto” e di dirittura morale.

Il dibattito sulle due Citta capoluogo  è stato oltremodo impegnativo e complesso sia nella dialettica sia negli approfondimenti.

Senza voler togliere nulla ad Andrea e a Viti preferisco un po’ di sana ironia e non dare troppa importanza all’argomento.

Argomento che ha avuto punte di eccellenza , anche, con Giorgio Santoriello  e, purtroppo, qualche sconfinamento,  con tutti  gli altri interlocutori.

Devo smentire tutti i partecipanti al dibattito, ma, amo, ancora, le belle definizioni  popolari e  le belle “vulgate”  ” Potenza, Città dell’Apparenza e  Matera Capitale dei Bidelli lucani”.

in queste due affermazioni vi è il condensato dei due capiluogo.

Due capiluogo che non hanno mai potuto godere della identità metropolitana.

La mancata presenza di un areoporto a Potenza e la mai decollata ferrovia materana hanno vanificato tutti gli sforzi (scale mobili,in primis) delle varie amministrazioni civiche.

Con la crisi strutturale del polo industriale di Potenza e Matera si sono acuiti altri seri problemi occupazionali.

I due capiluogo che avevano nel recente passato un comun denominatore: “La cementificazione selvaggia e il gonfiamento pubblico  spropositato del terziario” hanno dovuto segnare il passo in questi ultimi anni.

Scarna e scarsa è stata la presenza di manager vocati alla competitività e all’internazionalizzazione nelle loro amministrazioni.

Non vorrei minimalizzare, ma trovo giusto che un po’ di sana ironia non venga a mancare anche in questi casi.

Forse, siamo stanchi di vedere tanti fantasmi, ha ragione Eduardo DeFilippo ( e non Vito) “Tutto a posto, i fantasmi non esistono. Li creiamo noi. Siamo noi i fantasmi.

Siamo noi che non respiriamo un clima favorevole siamo irascibili e nervosi.

Non siamo certo fedeli servitori all’Achillle Starace.

Non abbiamo la pretesa di far funzionare  adeguatamente tutti gli organi regionali e non.

Con tanta dose di ironia ci limitiamo  al solo rispetto della seconda direttiva di Achille Starace.

Direttiva che vedeva contemporaneamente  il funzionamento perfetto degli organi di partito e degli organi di riproduzione.

Molte volte siamo presuntuosi e irrispettosi verso la “politica regionale”.

Ci lasciamo condizionare da pregiudizi  e da luoghi comuni.

Qualche volta dobbiamo dare atto che la nostra “penna salace” è ingiusta.

Forse lgrazie ai tanti e meravigliosi intellettuali lucani, comincerà  a muovere i primi passi una nuova Lucania.

Una “Nuova  Lucania”  che farà pagare le giuste royalties (Petrolio, Acqua e Acque minerali) ai vari colossi industriali come ENI, Total, Coca Cola e ILVA di Taranto.

Il tutto condito in un grande Laboratorio di intelletto, di idee, di  progetti condivisi e  di dignità riconosciute dallo “Stato Padrone”.

Sarà un grande progetto FEDERALE mutuato sul Memorandum con il coinvolgimento  delle aree contermini campane, (quelle incontaminate del Cilento).

Ci sarà una nuova  fucina di idee e di tante complicità culturali.

Complicità culturali di chi vive da secoli  la nostra stessa origine, le nostre stesse tradizioni, gli stessi usi e gli stessi costumi.

Non  sarà un disegno campanilistico o secessivo.

Sarà  un vero riconoscimento a popolazioni che hanno vissuto l’ingiustizia di smembramenti territoriali non giuistificati, se, non, da un brutale e iniquo peso politico.

Atena Lucana e Vallo della Lucania la dicono lunga sulla identità di quelle popolazioni.

La vocazione territoriale e soprattutto le ricadute economiche in termini di turismo ambientale che tale iniziativa produrrà compenserà gli “stupri territoriali” subìti dal VULTURE e dalla VAL D’AGRI.

Le comunioni e le condivisioni possono essere bagaglio culturale di popolazioni che hanno vissuto per secoli le stesse rinunce e le medesime fatiche.

Le popolazioni lucane e del Cilento si  devono ritrovare e devono  condividere esperienze similari.

Quel Cilento che ha vissuto l’esodo e le migrazioni giovanili come la Basilicata.

e che  non ha nulla da spartire con le aree a forte densità demografica e camorristica.

Forse, sarà contento, anche, il Prof Fierro, orgoglioso di vedere realizzato il suo Progetto Federale della Grande Lucania, dopo il flop della CITTA’ Regione.

mauro.armando.tita@alice.it

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