I “cinghiali” del “Rufria 2018” riscattano la sconfitta col “San Fele Calcio a 5” in Coppa Italia, battendo il forte ”Marmo Platano” sullo scivoloso parquet di Bella, nella prima di campionato.

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Dopo due anni di stand by a causa dell’esiziale, interminabile pandemia da Covid-19, che tormenta il mondo intero, la squadra di Calcio a 5 “ASD Rufria 2018” ha finalmente ripreso l’attività agonistica, seppure tra mille difficoltà dovute all’osservanza delle normative sanitarie in vigore, per disputare il 2° campionato di calcetto.

La prima exit è stata a San Fele, nel torneo di Coppa Italia di serie D, che ha visto la vittoria del derby per 3 a 2 della squadra locale, dopo un match giocato allo spasimo, ma all’insegna del fair play, dalle due contendenti, mai dome. Cinque reti spettacolari (segnate da: Nunzio Tomasulo, Gianmarco Graziano e Marco Sperduto per il San Fele; e Danilo Lapadula e Michele Tita per il Rufria), che hanno deliziato il numeroso pubblico presente in tribuna ad applaudire i propri beniamini locali.

Il giorno 4 dicembre, invece, è iniziato il tanto agognato campionato di serie D, girone A, così composto: Atletico Lavello, Futsal Rapolla, Marmo Platano, Muro Futsal, Rufria 2018, San Fele Calcio a 5, Virtus Avigliano. L’ASD Rufria 2018, che ha registrato la new entry nel Direttivo societario del geom. Raffaele Mira, già in forza al sodalizio come calciatore, è scesa in campo il 5 dicembre, nel posticipo, sul campetto di Bella, al cospetto dell’ostico Marmo Platano. I convocati dal nuovo coach, dr. Michele Scalera, gergalmente appellato “mister”, per slittamento semantico-lessicale, sono stati, in ordine di lista: 12) Lovallo Valentino; 99) Tridenti Giovanni; 31) Patrissi Vincenzo; 18) Colangelo Antonio (cap.); 9) Scura Sebastian; 10)Tita Michele; 21)Silvestre Davide Gerardo; 0)Colangelo Giovanni; 22)Tita Giovanni (v.cap); 5) Vodola Daniele; 27) Lapadula Danilo; 77) Pizzirusso Mattia.

Le “ostilità” si sono aperte alle ore 18:00 in punto, con il Rufria del presidente Fasano subito proteso in avanti, che nel giro di pochi minuti, al 9°, si è portato in vantaggio con una splendida rete di Giovanni Colangelo (n.0), nuovo tesserato. Nonostante il parquet in linoleum molto scivoloso, a causa delle infiltrazioni d’acqua grondanti dal tetto/soffitto della struttura (in realtà una palestra), alla compagine ruvese sembrava tutto facile, tanto da chiudere il 1° tempo sul punteggio di 2 a 1, grazie alla seconda rete realizzata dal capitano Antonio Colangelo (n.18) seguita dal goal del Marmo Platano con D. Martone (n.8). Ma subito dopo l’inizio del 2° tempo, a causa di un calo di attenzione e dell’impraticabilità del calcio tecnico sfoggiato dai ruvesi, i durissimi padroni di casa, onorando la propria denominazione societaria, davano la carica ad un ritmo forsennato, che fruttava loro altri due goals, rispettivamente, di P. Scaringi (n.77) al 12° min. e ancora di D. Martone al 14° min., non prima, però, di aver subito il 3° goal, al 1° min., di Danilo Lapadula (n.27) e il 4° goal di Antonio Colangelo al 9° min., facendo avvicinare paurosamente lo spettro del pareggio, che fortunatamente per i “cinghiali” non è mai arrivato, perché questi sono rimasti sempre in vantaggio, nonostante il rigore regalato ai bellesi, come strenna natalizia, al 2° minuto di recupero dei 3 concessi dall’arbitro, realizzato dall’ottimo D. Martone (autore di una tripletta), dopo che il jolly della squadra “rufriese”, Antonio Colangelo, un minuto prima, ossia al 31°, aveva realizzato il 5° goal per il Rufria, tripletta personale, dimostrandosi calciatore di categoria superiore, insieme al vicecapitano Giovanni Tita (n.22), centrale difensivo di scuola federiciana, vecchia volpe del “Calcio a 11”, convertitosi al futsal, autore di una grande prestazione. Una nota particolare, alla fine di questa bella partita, è per i nuovi acquisti: Danilo Lapadula (n.27), forte calciatore di scuola Vultur di “Calcio a 11”, factotum convertito a pivot di quello a 5; Valentino Lovallo (n.12), che, nonostante lo status fisico pro tempore un po’ over-weight, si è dimostrato un ottimo portiere, decisivo in molte occasioni avverse, e il dr. Giovanni Colangelo (n.0), pivot che, radiografando gli avversari che lo marcavano a uomo, a dispetto dello “0” sulla sua maglietta e di un body non proprio longilineo, nonostante i suoi 36 anni, ha sfoderato una performance maiuscola, librandosi come una “libellula”, scusate l’iperbole, a dettare i ritmi del gioco: testimonianza di un passato giovanile glorioso (infatti, a 16 anni, ha militato nelle giovanili juniores nazionali dell’Atalanta, prima del passaggio in C1, di calcio a 11, al Benevento, dove, sfortunatamente, un grave infortunio alla caviglia gli ha rovinato una promettente carriera da professionista, nel calcio maggiore: un dolore parzialmente attenuato dai successi nel calcetto, che l’hanno portato fino in “serie B”). Un bravo va anche al coriaceo Sebastian Scura (n. 9), laterale forte e generoso, abile sia in difesa che in attacco; senza dimenticare il pivot Michele Tita (n. 10), un furetto imprendibile nelle sue fughe sulle fasce, spesso capace di colpi di tacco alla Mancini, in area di rigore.

Per gli altri calciatori, rimasti in panchina non per demerito, ma per ottica strategica, ci sarà modo di decantarne le doti, a tempo debito. Ringraziando i supporters venuti da Ruvo e Rapone, esco dai panni del reporter, per estendere la mia gratitudine ai miei ex alunni di San Fele: Vincenzo Tomasulo, ex del Rufria, e Massimiliano Girardi (attualmente entrambi tesserati col San Fele) e ad Alessio Re e Alessandro De Lucia, venuti in una giornata, uggiosa dal punto di vista meteorologico, a tifare per la squadra del loro ex “Teacher”, di cui è co-fondatore e dirigente. E, in conclusione, diciamo: buona la prima! Ma rimaniamo con i piedi per terra, perché la prossima sfida sarà con l’Atletico Lavello: rullo compressore che ha già travolto il forte San Fele per ben 9 reti a 3! Il solo stoicismo, forse non basterà. Intanto, auguriamoci che l’invisibile Covid-19, nemico numero 1, ci conceda il suo “nulla osta” per giocare: intelligenti pauca!

Prof. Domenico Calderone

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