Guardia Perticara è un comune di 643 abitanti della provincia di Potenza. Assieme ad Acerenza, Castelmezzano, Pietrapertosa e Venosa è uno dei cinque borghi lucani più belli d’italia.
Il piccolo paesino ha origini antichissime, testimonianze archeologiche rilevano la presenza di un abitato già dalla prima età del ferro nel IX-VIII secolo a.C. In località San Vito sono stati rinvenuti corredi tombali risalenti al V secolo a.C. e queste scoperte si sono rilevate fondamentali per la miglior conoscenza degli Enotri, gli antichi abitanti di questa regione……..
Il paese delle case in pietra
Tenacemente aggrappato alla terra, come il cuore dei suoi abitanti, Guardia Perticara offre al visitatore l’atmosfera ed un borgo antico, sapientemente restaurato nelle sue architetture
Ci sono paesi, piccoli paesi, che basta guardarli perchè ci raccontino la loro storia. Guardia Perticara è uno di questi.
Innanzitutto, la posizione. Sistemato sul saldo doro di un colle proteso sul versante sinistro della valle del Sauro. Prende la luce del sole, sta lontano dai nemici d’un tempo e dalle insidie della natura.
Poi la sua struttura, con due prominenze urbane: quelle del castello, la più elevata e la più difesa; e quella della chiesa, più bassa e aperta con spine di case che scendono la pendice del colle. Perchè vi furono momenti di guerra e momenti di pace.
Infine le sue case, fatte di pietra e adeguatamente decorate con mensole scolpite, mascheroni, portali. Sono edifici restaurati che si rifanno, come si deve, alla tradizione.
Bisogna dirlo perchè nel 1980 Guardia Perticara ha subito la fura del terremoto. Poi è rinata e oggi mostra tutta la sua intima bellezza.
Un appassionato invito a visitarla.
La casa delle finestre
IL TERRITORIO
Quelle del Bradano, del Basento, del Sauro e dell’Agri, del Sinni sono le maestose vallate che disegnano la morfologia della Basilicata.
Fra loro sono divise da lunghe creste di collinie, verdissime nella primavera, bruciate dal sole nell’estate e intaccate da creste, gobbe, nudi calanchi argillosi.
La dorsale della Serra è una di queste. Dalla sua sommità i panorami sono estesissimi. Abbracciano il Pollino e lo Ionio, i Monti della Maddalena e le Dolomiti Lucane.
Lungo uno sporme di questa dorsale, che scende verso la valle del Sauro, a circa 700 metri d’altezza, si trova Guardia Perticara.
Le sue terre stanno tutto attorno e anche sull’opposto versante della valle. Sono greti ghiaiosi, lame di argilla, ma anche campi coltivati, pascoli, boschi di macchia e di alto fusto.
Nell’insieme un paesaggio variato e dagli aspetti contrastanti che il mutare delle stagioni nel corso dell’anno, esalta o attenua.
Piazza Europa con sullo sfondo la Chiesa di S. Nicolò Magno
LE VICENDE DEI SECOLI
Furono gli asceti basiliani, nel X sec., a scoprire il paesaggio dell’alta valle dell’Agri e del Sauro.
Nella scomparsa cittadina di Turrri, da cui secondo la leggenda discesero gli abitanti di Guardia Perticara, vissero da eremiti Luca D’Armento e Vitale da Castronuovo dando vita a luoghi di preghiera.
La ricerca archeologica ci dice di presenze umane più remote, con necropoli, esistenti fra l’VIII e la metà del V sec. a.C. che hanno lasciato raffinati corredi funebri.
Secondo il geografo freco Strabone furono gli Enotri a popolare le zone interne della Basilicata, a ridosso delle valli fluviali.
Il nome borgo compare la prima volta in un atto angioino del 1306 e fa preludio a una lunga serie di assegnazioni feudali fra cui quella della famiglia dei Carata.
Alle sottomissioni si alternarono le pestilenze – tremenda quella del 1657 – i danni dei terremoti e, nel XIX secolo, l’esedo migratorio.
La rinascita corrisponde al dopo terremoto del 1980, avvenuta attraverso il recupero del centro storico, esemplare per rispetto delle preesistenze e delle tipologie tradizionali.
Via Garibaldi
IL CENTRO STORICO
La conformazione urbanistica del capoluogo attiene a tre fasi di fondazione.
Un primo insediamento fortificato si stabilì in forma concentrica sulla collina del Castello attorno al X-XI secolo; ad esso fece seguito una fase di espansione, di epoca normanna e sveva (XI-XIII secolo), con la formazione del nucleo di oggi disposto accanto alla chiesa madre e lungo la parte esterna dei bastioni di occidente.
L’ultima fase, fra il XVII e il XIX secolo, interessò il dorso dello sprone collinare con una disposizione lineare di palazzine di nobile aspetto (attuale via Garibaldi), oltre alla formazione del rione Casale sulla pendice sud-occidentale del colle.
Sulla via Garibaldi, la rettilinea via d’accesso al centro storico, s’impostano le case del borgo “fuori le mure”, ovvero “a Nunzita”.
Si tratta, in alcuni casi, di nobili palazzi che si distinguono dall’edilizia comune per particolari decorativi come mensole scolpite, mascheroni, portali.
Il disegno allungato del borgo ha un rigonfiamento all’altezza di piazza Vittorio Veneto dove campeggia il monimento ai Caduti.
Il castello e le case più antiche si radunano attorno la colle che fronteggia la piazza. Una porta spalanca il cammino nella storia di un paese antico.
La via dei Carbonari, s’insinua tra le facciate di basse case in pietra, manda a destra e a sinistra vicoli e scalette che, sul fondo, si aprono a terrazzo sui calanchi e sul bianco greto della vallata.
L’itinerario prota infine in piazza Europa, lo slargo “nobile” del borgo con la chiesa, la fontana e il palazzotto padronale.
Si notino i filaretti di coppi sul sottogronda delle case: le cosiddette “romanelle”.
Per l’atmosfera la piazza fu scelta da Francesco Rosi per diverse riprese del film “Cristo si è fermato a Eboli”.
La porta del Borgo Antico
I MONUMENTI
Palazzo Montano
E’ la sede espositiva della civiltà Enotria, dagli antichi abitatori italici della regione lucana.
Vi sono esposti i reperti venuti alla luce nella necropoli di Guardia Perticara.
Chiesa di S. Antonio
edificata fra la fine del XVI e l’inizio del XVII sec., fu patrocinata da Ascanio Cataldi, principe di Brindisi dopo il ritrovamento del figlio disperso.
Il nobiluomo vi è quì sepolto e un bassorilievo lo raffigura sul coperchio tombale.
All’interno vi sono due sculture in legno, due leoni in pietra del XVI sec. e due dipinti: L’Annunciazione, di B. Guarnacci (1751) e l’Immacolata, di anomito (1857).
Chiesa Madre di S. Nicolò Magno
Ricostruita per due volte a seguito dei terremoti, ha sul portale un bassorilievo in pietra con la figura di S. Nicola (XVII sec.).
All’interno è esposta una coeva stauta in legno di S. Nicolò vescovo e un dipinto con la Vergine, S. Gioacchino, S. Anna e S. Giuseppe.
Notizie fornite dalla Cartoguida di Guardia Perticara distribuito dalla Pro Loco e dal sito della Pro Loco di Guardia Perticara.
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