Il giorno 21 maggio 2022, sul parquet di Bella, la squadra di casa affronta il Rufria 2018, per la gara di ritorno valida per il torneo di Coppa Italia provinciale di serie D. Gli insiders hanno il dente avvelenato, per aver perduto le precedenti tre partite disputate contro i ruvesi, e non vedono l’ora di vendicarsi, dispiegando i seguenti uomini: 10) Cristiano Antonio; Sn) Pacella Ivano; 17) Leone Giovanni (cap.); 23) Zanfino Battista (v.cap); 21)Troiano Michele; 5) Pagliuca Felice; 4) Cella Francesco; 12) Zampino Nunzio; 77) Scaringi Pio; 11) Fiorentino Vincenzo; coach: nessuno.Il forte, blasonato team del presidente Fasano risponde utilizzando: 12 ) Lovallo Valentino; 9) Scura Sebastian; 21) Colangelo Antonio (cap.); 22) Tita Giovanni (v. cap); 77) Pizzirusso Mattia; 18) Pizzirusso Alessio; 27) Lapadula Danilo; 4) Mira Raffaele; 1) Silvestre Davide Gerardo; 10) Tita Michele; 99) Tridenti Giovanni; coach: M. Scalera. Il fischio d’inizio del match si ode alle h 17:30 in punto, e a dirigere questa gara, che si preconizza particolarmente difficile, è stato chiamato il sig. A. Cerullo, della sezione di Potenza. I prodromi di tale sensazione si hanno subito, al 2’, con il palo colpito dal Rufria con capitan Colangelo A. (21), e le altre due azioni da rete del suo team, fallite clamorosamente sotto porta. E, dopo i goals falliti, al 9’, arriva inevitabile il goal contrario del Marmo Platano, per l’1 a 0. Poi, al 17’, Tita M. (9) partito dalla panchina due minuti prima, riprendendo una respinta corta di Pacella, portiere senza numero sulla maglia, ribadisce inesorabilmente in rete, raggiungendo la parità, e un minuto più tardi, al 18’, porta in vantaggio il Rufria, dopo aver fallito pochi secondi prima, per smania, un goal già fatto, solo, davanti al portiere. Sull’1-2, i padroni di casa esacerbano la loro irruenza impetuosa, e il cantaportiere Lovallo V. ( 12) in questa circostanza, ha ben poco da cantare, essendo chiamato, senza soluzione di continuità, a fare gli straordinari per conservare l’esiguo vantaggio rufriese, salvato al 19’ attraverso una sua grande respinta di pugni, su bolide nemico. Poi, per fortuna, dopo una serie di capovolgimenti di fronte, al 23’, il duo omonimo formato da Tita M.-Tita G. produce uno scambio ravvicinato ubriacante, che si tramuta in goal del vicecapitano. L’1 a 3 resiste fino al 30’ del 1° tempo, nonostante l’infortunio alla spalla sx occorso al giovane pivot Tita M. (10) al 22’, su “falciata feroce” nemica (leggasi: tackle from back), che, purtroppo, ha determinato il definitivo out per ko di questo estroso combattente, che, grazie alla sua imprevedibile destrezza, stava rappresentando un pericolo serio e costante per la porta del Marmo Platano, già violata più volte dal medesimo, nelle precedenti tre gare,tra Campionato e Coppa, finite, caso strano, sempre 5 a 4 a favore del Rufria. Peccato! Il 2° tempo inizia alle 18:09 e, al 6’, registriamo due super parate istintive di Lovallo (12), prodromi di un cedimento rufriese, che comincia a manifestarsi all’11’, allorquando un insolito pasticcio difensivo della retroguardia ruvese, in evidente affanno, procura la rete del vicecapitano del Marmo Platano, Zanfino B. (23), per il punteggio di 2 a 3. Al 15’, l’audace Lapadula D. (27), grazie ad una delle sue cannonate del suo vasto repertorio, piega le mani del bravissimo Pacella, ristabilendo la distanza di due reti, per il 2 a 4. La partita, quindi, s’inasprisce ancora di più, scivolando sui binari della cattiveria, coi padroni di casa, meno tecnici ma più aggressivi degli ospiti, che, in preda ad un déjà vu negativo, non ci stanno a perdere per la 4^ volta consecutiva contro gli stessi avversari, e spingono come forsennati, spostando tutti gli uomini in attacco. Quest’impeto costringe il malcapitato Lovallo a compiere miracoli, come al 20’, sull’ennesima incursione bellese. Ma al 21’, i melandrini, un po’ fortunosamente, trovano il goal con l’esperto Scaringi P.(77). Ora i blasonati rufriesi sono un po’ disorientati e, sul 3 a 4, cominciano a sentire il fiato nemico sul collo, senza dare segni di reazione adeguata al contesto. Il pressing dei locali si fa travolgente: tutti tirano all’indirizzo del super indaffarato portiere del Rufria, che fa del suo meglio per evitare danni al suo club calcistico, ma al 23’ arriva la sorpresa che non t’aspetti, sotto forma di “fuoco amico”: il valoroso vicecapitano del Rufria, Tita G.(22), nel tentativo di neutralizzare, di testa, una “mitragliata” destinata a Lovallo, al contrario, lo batte imparabilmente, al suo angolino dx, per la più classica delle autoreti! Sullo score di 4 a 4 il Rufria, che ha speso tanto, ricavando poco, va nel panico, ma sa che il pareggio basterebbe per passare il turno; però bisogna difenderlo per tutti i 7 minuti che mancano alla fine della partita! Mister Scalera provvede, quindi, ai cambi, ma essi, purtroppo, si dimostrano subito inidonei al contesto, tant’è che a 3 minuti dalla fine, ossia al 27’, giunge la beffa finale, il de profundis ad opera del solito Scaringi P. (77), che, per la verità, ha fatto quello che ha voluto in questo match emozionante, che ha messo a dura prova le coronarie della decina di aficionados ruvesi, presenti ai bordi dell’angusto campetto indoor, venuti, attraversando il periglioso Passo delle Crocelle, a far sentire il loro caloroso sostegno alla squadra del cuore. Il 5 a 4 per il Marmo Platano premia una squadra indomita, che ci ha creduto dal primo all’ultimo momento, praticando un gioco essenzialmente pragmatico, senza scrupoli, al limite del Regolamento, degno della propria denominazione societaria, nonostante la guardia alta mantenuta dal sig. Cerullo, che non ha certo lesinato nel dispensare ammonizioni verbali e assegnare calci di punizione al Rufria, sfruttati male. Ora, tutto dipende dall’esito del prossimo scontro diretto tra “San Fele- calcio a 5” e “Marmo Platano”, che, come già detto, in caso di pareggio, consentirebbe, ipoteticamente, al Rufria di passare il turno. I maligni al lavoro, però, hanno già parafrasato il divino, sommo poeta, vaticinando: “Lasciate ogni speranza, o voi che sperate (…)”, aggiungendo, evocando Lorenzo il Magnifico: “ (…) perché del pari altrui non v’è certezza!”
Prof. Domenico Calderone
buonasera, è sempre un piacere leggere questi articoli, oserei dire quasi un estasi dell’anima. Bravi ragazzi per la prestazione, mantenete alto sempre lo spirito sportivo, esso è l’emblema della vita, coraggio, passione, sudore e competizione. Ad maiora