Pubblicato su “IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA sulla Tribuna in data 18 novembre 2013 ( Grande Evidenza… e nuova veste tipografica)
Speriamo che l’arrivo in consiglio regionale dei “nuovi” giovani reattivi e orgogliosi, presenti, nei vari partiti e movimenti, porti un po’ di freschezza e di onestà.
Freschezza ed onestà riequilibrate da giuste dosi di buon esempio, di buon “vissuto” e di dirittura morale.Dirittura morale ed equità che dopo le violente contestazioni di ieri e le denunce di Doriano Manuello della Lista ” Matera si muove” (ora, ancora di più dopo il superamento del primo turno per la candidatura a capitale della cultura), ripropone il bel dibattito sulle due Citta capoluogo, già, ampiamente, posto in essere, dal Quotidiano, nelle settimane scorse.
Senza voler togliere nulla alle giuste rimostranze dell’avvocato Manuello, sono stanco di quel ritornello disgustoso sul dualismo Potenza/Matera (ormai noioso e desueto).
Preferisco a questo punto un po’ di sana ironia e non dare troppa importanza all’argomento campanilistico.
Argomento dibattuto con serietà dal Quotidiano e che ha avuto punte di eccellenza, con i vari Viti, Di Consoli e Santoriello.
Non me ne vogliano gli altri opinionisti e le loro stupende riflessioni mutuate tra Caserta e Grassi.
Purtroppo, mio, malgrado, devo deludere e smentire tutti i partecipanti al dibattito,ma, amo, ancora, le belle definizioni popolari e le belle “vulgate”, Potenza ,Città dell’Apparenza, e Matera Capitale dei” Bidelli ” lucani.
In queste due affermazioni vi è il condensato dei due capiluogo.
Due capiluogo che non hanno mai potuto godere della identità metropolitana.
La mancata presenza di un aereoporto a Potenza e la mai decollata ferrovia materana hanno vanificato tutti gli sforzi (scale mobili, in primis) delle varie amministrazioni civiche.
Con la crisi strutturale del polo industriale di Potenza e Matera si sono acuiti altri seri problemi occupazionali.
I due capiluogo che avevano nel recente passato un comun denominatore: “La cementificazione selvaggia e il gonfiamento pubblico spropositato del terziario” hanno dovuto segnare il passo in questi ultimi anni.
Scarna e scarsa è stata la presenza di manager vocati alla competitività e all’internazionalizzazione nelle loro amministrazioni.
Non vorrei minimalizzare ma, trovo giusto che, un po’ di sana ironia non venga a mancare anche in questi casi.
Forse, siamo stanchi di vedere tanti fantasmi, ha ragione Eduardo DeFilippo (e non Vito). “Tutto a posto, i fantasmi non esistono”. Li creiamo noi. Siamo noi i fantasmi.
Siamo noi che non respiriamo un clima favorevole siamo irascibili e nervosi.
Non siamo certo fedeli servitori all’Achillle Starace.
Non abbiamo la pretesa di far funzionare adeguatamente tutti gli organi regionali e non.
Con tanta dose di ironia ci limitiamo al solo rispetto della seconda direttiva di Achille Starace.
Direttiva che vedeva contemporaneamente il funzionamento perfetto degli organi di partito e degli organi di riproduzione.
Molte volte siamo presuntuosi e irrispettosi verso la “politica regionale”.
Ci lasciamo condizionare da pregiudizi e da luoghi comuni.
Qualche volta dobbiamo dare atto che la nostra “penna salace” è ingiusta.
Forse, grazie ai giovani consiglieri regionali eletti in questa tornata ,comincerà a muovere i primi passi una nuova Lucania.
Una “Nuova Lucania” che farà pagare le giuste royalties (Petrolio , Acqua e Acque minerali) ai vari colossi industriali come ENI, Total, Coca Cola e ILVA di Taranto, come non è mai accaduto nel passato.
Il tutto condito in un grande Laboratorio di intelletto, di idee, di progetti condivisi e di dignità riconosciute.
Sarà un nuovo grande progetto FEDERALE, mutuato sul Memorandum (non quello voluto da Somma) con il coinvolgimento delle aree contermini campane, (quelle incontaminate del Cilento).
Ci sarà una nuova fucina di idee e di tante complicità culturali.
Complicità culturali di chi vive da secoli la nostra stessa origine, le nostre stesse tradizioni, gli stessi usi e gli stessi costumi.
Non sarà un disegno campanilistico o secessivo alla Materana maniera.
Sarà un vero riconoscimento a popolazioni che hanno vissuto l’ingiustizia di smembramenti territoriali non giustificati, se, non, da un brutale e iniquo peso politico.
Atena Lucana e Vallo della Lucania la dicono lunga sulla identità di quelle popolazioni.
La vocazione territoriale e soprattutto le ricadute economiche in termini di turismo ambientale che tale iniziativa produrrà compenserà gli “stupri territoriali” subìti dal VULTURE (Fenice) e dalla VAL D’AGRI (Centro Oli).
Le comunioni e le condivisioni potranno essere bagaglio culturale di popolazioni che hanno vissuto per secoli le stesse rinunce e le medesime fatiche.
Le popolazioni lucane e del Cilento si devono ritrovare e devono condividere esperienze similari.
Quel Cilento che ha vissuto l’esodo e le migrazioni giovanili come la Basilicata e ,che, non ha nulla da spartire con le aree a forte densità demografica e camorristica “campane”.
Forse, sarà contento anche il Prof Fierro, orgoglioso di vedere realizzato con i giovani consiglieri regionali dei vari Movimenti lucani il Progetto Federale della Grande Lucania, dopo il grande flop della CITTA’/ Regione e del suo Centro storico, tanto dibattuto, in queste settimane.
mauro.armando.tita@alice.it