Consiglieri regionali: un assalto alla diligenza

Dal cremino, ai comportamenti deprecabili

Dopo Batman e Maruccio ecco Zambetti, la situazione si aggrava e noi siamo sempre più allibiti.

Eppure in Basilicata lo spulcio delle note spese ha dato luogo a una ridda di voci strane e imbevute di tanta ironia.

Abbiamo constatato delle piccole grettezze che non onorano certo i nostri politici regionali, scontrini di qualche miserrimo euro portati a rimborso.

Portati a rimborso perfino il cremino o il telegramma personale di felicitazioni inviato  per il matrimonio di alcuni figli d’arte, tutto rigidamente a carico del bilancio regionale.

Anche questi piccoli e insignificanti episodi dimostrano il degrado istituzionale vigente, tutto deve essere  irrimediabilmente inserito in quel  conto/pantalone tanto saccheggiato, familisticamente parlando, dai Maurizio Lupi del Piemonte e nostrani.

 

Abbiamo sempre denunciato, come non mai,  i  comportamenti socialmente deprecabili  frutto, anche, di un pressappochismo e di una mediocrazia imperante.

Lo scontrino del cremino e la ricevuta postale del telegramma ce lo confermano sempre più.

Il pudore non è più di casa in Basilicata.

Questi emblematici casi ci fanno riflettere sul deprecabile assalto alla diligenza regionale anche su infime somme.

Tutto deve essere rigidamente rimborsato.

Non vogliamo certamente esimerci dalle altre spese folli ,lo ha già fatto bene  il Quotidiano nei giorni scorsi, ripetersi è noioso.

Qualche tempo fa denunciavamo che la partecipazione ad iniziative sociali sulla tutela della legalità procurava un senso di fastidio.

Un senso di fastidio che da tempo immemore  prevaleva  sull’idea di legalità.

Attacchi forsennati contro questo bieco moralismo da parte di tanta dirigenza politica.

Purtroppo noi siamo stati gli unici a denunciare il pressappochismo e le furbizie dei vari fiorito nostrani (solamente trasferiti  senza alcuna sospensione di stipendio e con altro  incarico dirigenziale).

Pressapochismo e furbizie che hanno accompagnato veri e propri comportamenti sociali deprecabili.

Comportamenti sociali deprecabili perpetuati in maniera ininterrotta e sistematica dall’inizio alla fine della giornata nei confronti degli ultimi.

Per queste serie ragioni pensiamo che il vero deficit di legalità sia determinato oltre che dalle punte delittuose dell’iceberg dei comportamenti illeciti, anche da quella massa enorme di comportamenti socialmente deprecabili che rimangono pressochè sommersi e accettati, quasi per rassegnazione.

Comportamenti deprecabili che senza riconoscergli la dovuta gravità e, soprattutto, le dannose conseguenze  determinano un impoverimento morale e materiale  nell’intero tessuto sociale lucano e, soprattutto, meridionale.

Da ciò ne consegue che la giustizia non è solo quella somministrata dalla magistratura, ma,  anche,  da quella che deriva dalla correttezza dei comportamenti di tutti noi nei rispettivi ambiti di relazioni sociali.

Sarebbe sbagliato indulgere verso l’esaltazione dei comportamenti che si tenevano in passato, ma , tutti stiamo toccando con mano la preoccupante e repentina caduta  di stile e di correttezza, (oggi, nelle Regioni,ieri, nel Parlamento)  in una sorta di cinico relativismo etico  che consente di far passare inosservati comportamenti  ingiusti,  misti a grande ignoranza (vedi  il caso Trota di qualche mese fa) con  una disarmante disinvoltura.

La gravità di questa situazione è poi determinata dal fatto che, nella società lucana, si perpetra un notevole peggioramento delle condizioni di vita degli ultimi che rimangono ogni giorno sempre più soli ad affrontare le quotidiane ingiustizie.

Non ultimo il suicidio di un uomo di 61 anni di Rionero, uomo solo, senza speranza, senza alcun conforto familiare, morto nei giorni scorsi nel Centro Anziani di Ruvo del Monte.

E’ questo un meccanismo perverso che si avverte nella sua drammaticità soprattutto nei rapporti con gli uomini e le donne delle aree depresse meridionali e lucane,  in particolare.

Da noi il senso dei diritti di cui è giusto che goda il singolo cittadino è ancora oggi oppresso da una condizione di sudditanza psicologica e perversa  verso il potere (lo confermano i tanti furbetti  che puntano al pezzo di carta e alla raccomandazione).

Il grado di civiltà di una comunità si misura dalla capacità di garantire indistintamente comportamenti corretti e qualificati.

Comportamenti corretti  e qualificati, capaci di soddisfare le legittime esigenze manifestate dai cittadini.

Quando invece i comportamenti tendono ad atteggiarsi a discrezionali elargizioni vuol dire che qualcosa non funziona.

A tal proposito, il Quotidiano, di qualche tempo fa chiudeva un suo editoriale con il seguente commento  ” E’ Cinismo o coscienza della realtà politica lucana”?

Cinismo  che qualche volta sfocia non solo nei “rimborsi del cremino” ma, in una vera e propria   “mentalità  mafiosa” che non  alberga solo nelle menti deviate di chi arriva ad uccidere, ma, anche e più pericolosamente in quelle di chi interpreta il proprio dovere, scorrettamente, provocando quel deficit di democrazia che si ripercuote negativamente sulla costruzione di una mentalità, sottomessa e deviata e che si estende a caduta a tutti i comportamenti sociali.

Per queste serie motivazioni le denunce in tal senso  del Quotidiano sono  di grandissima importanza perchè combattono questa enorme ed informe massa di illegalità (compresi i cremini e i telegrammi personali rimborsati)  che ci tengono  ai margini delle civiltà europee e moderne.

mauro.armando.tita@alice.it

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