Cara Lucia,
In Basilicata molti si sono resi conto che si vive quotidianamente un “otto settembre ’43”.
C’è un’aria di scollamento e di smobilitazione nel mondo politico lucano che si avverte tanto e porta con se tanta fobìa.
C’è fobìa nei dipartimenti, c’è fobia nel sottogoverno, c’è fobìa nelle decisioni da prendere.
Si mira a rinviare sine die (il varo della nuova giunta nè è l’esempio più eclatante).Questa fase di grave stallo e di grave inerzia e di gravi inefficienze si ripercuote sui lavoratori precari e sui cassintegrati in deroga.
Ci si augura che venga il solito Messia a risolvere le tante questioni politiche e di governance, ferme da secoli.
I dipartimenti sono bloccati e non hanno ancora modificato gli assetti organizzativi adeguandoli, parzialmente, al nuovo sessennio europeo 2014/2020.
I fondi FSE, FERS e FEOAG hanno continuato in questi decenni ad agire avulsi dall’economia reale e hanno continuato a COMPENSARE politiche locali deficitarie, senza creare alcun serio impatto sul territorio, e, senza creare,concretamente, alcuna seria e duratura occupazione aggiuntiva.
Da ottimisti della volontà vogliamo credere al Cambiamento e al lumicino di speranza creato da Fabrizio Barca con la sua “mobilità cognitiva”.
Non siamo certo gli ingenui dal cuore d’oro, ma, siamo, quelli che, da sempre, hanno ammirato i fautori politici e manageriali del modello partecipativo, responsabile e consapevole.
Pertanto il processo della “mobilità cognitiva” auspicato da Barca ci appartiene.
Gianni Pittella conosce i nostri metodi, le nostre trasparenze e i nostri seri coinvolgimenti.
Seri coinvolgimenti che hanno governato positivamente problematiche occupazionali complesse.
Spero che il Ticket che si sta formando tra Fabrizio Barca e Gianni Pittella prosegua per il bene del PD lucano e della Regione Basilicata.
Siamo ancora nel campo del dichiarato e del poco praticato.
Cerchiamo pari opportunità, consensi e relativi finanziamenti per diminuire divari tra Nord e Sud , ormai insopportabili.
La competenza e il know how del duo Pittella /Barca rappresentano il valore aggiunto di un mondo politico lucano ormai rassegnato e soccombente.
Da un decennio assistiamo disarmati al declino del Mezzogiorno e della Basilicata.
Non c’è traccia di mega investimenti del Governo nazionale (ultimo in ordine di tempo i 1500 milioni promessi dall’ENI e i 200 milioni sull’elettrificazione della Potenza-Foggia).
Per esempio, cara Lucia,volendo essere seri ,qualche volta, ci chiediamo con una modesta e timida richiesta …quali sono i risultati e quali sono i benefici che hanno ottenuto i lucani a fronte dei tanti milioni investiti dalla Regione Basilicata a favore dell’UNIBAS?
Noi sappiamo , cara Lucia, che i milioni di risorse investiti si sono polverizzati in mille rivoli e in mille convenzioni, senza obiettivi e senza risultati palpabili e concreti.
Qualcuno dirà: come sono noiosi questi opinionisti del Quotidiano denunciano sempre le stesse consorterie e le stesse lobbies di sempre.
Per fare un esempio concreto, il Consigliere Venezia che chiedeva da persona normale un’analisi costi/benefici in tempi ragionevoli è stato immediatamente stoppato.
Il diktat politico di maggioranza ha bocciato tale lapalissiana richiesta.
Volevamo un briciolo di onestà da parte dell’UNIBAS per frenare , in particolare, l’esodo dei MIGLIORI.
Ci siamo ritrovati con i furbi di sempre e con selvagge ed agguerrite corporazioni.
Agguerrite corporazioni che sono l’antitesi alle sbandierate liberalizzazioni ,mai poste, in essere, dai governi liberali berlusconiani (sic!) e alla auspicata e mai concretizzata COMPETITIVITA’ regionale.
Competitività che resterà in Basilicata solo sulla carta, dopo secoli di risorse “regalate” ad un’imprenditoria “garantita” da sempre.
Fatta questa debita e amara premessa dobbiamo constatare che le buone intenzioni del ticket Barca / Pittella, condite da serie progettualità, forse, per il momento resteranno chiffons de papier scollati ,come sono ,dalla società e dalla politica che conta.
Al contrario le migrazioni intellettuali ,in special modo, quelle giovanili, saranno raddoppiate.
Non sono mai serviti i deboli correttivi e i modesti “percorsi di ritorno”.
La mobilità cognitiva di Barca e Pittella può rispolverare la dimenticata Questione Meridionale, in chiave moderna e innovativa, senza assistenzialismi desueti e politiche di nicchia.
Eppure la “Questione Meridionale” rivisitata e corretta da Giuseppe Galasso, qualche tempo fa , è stata una chiara dimostrazione di quanto oggi, purtroppo , non vi sia stata traccia concreta della stessa nelle politiche economiche dei governi nazionali che si sono succeduti in questi ultimi decenni.
Per queste ragioni auspichiamo una seria “mobilità cognitiva”.
Mobilità cognitiva che si ciba di crescita culturale e professionale di un popolo e si misura ancora con un rilevante e spiccato grado di partecipazione e con dosi di consapevolezza e responsabilità.
Questi tre “parametri” di riferimento: partecipazione, consapevolezza e responsabilità, lo diciamo a Barca e Gianni Pittella, sono stati del tutto vanificati dalla insipienza dei governi berlusconiani e dalla sordità dei governi di centro sinistra, dediti alla transumanza.
Transumanza supportata da una ulteriore e iniqua legge elettorale che ha dato ampio mandato ai partiti,a tutto discapito di un serio rinnovamento.
Forse con la “mobilità cognitiva” riusciremo a frenare il grillismo approssimativo odierno e a ripristinare un clima di forte emotività e di passione, come nei decenni passati (che ben conosce Gianni Pittella), solo se i Partiti della Sinistra avranno la volontà di esplicitare i Programmi in piena trasparenza.
La “verità” sulla ignorata questione meridionale è il frutto delle continue chiusure e di una presunta “globalizzazione” ,mai posta ,in essere ,in tutte le sue varie forme liberistiche, a cominciare dalle “professioni”.
Un mix di confusione e di chiusure porta alla definitiva emarginazione dei più deboli.
Un vero sistema integrato di educazione permanente rivolto agli adulti stenta a decollare.
Tutto è improvvisazione e purtroppo “sperimentazione di tipo elitario e oligarchico” senza alcuna calibratura dal basso.
Bonus, Borse di studio, assegni formativi, vouchers sono state tutte “combinazioni assistenziali” che non hanno realizzato nessun serio percorso di ritorno, come auspicato dai vari Documenti Strategici Regionali.
Su queste basi è difficile creare il NUOVO, è difficile ipotizzare percorsi innovativi di trasparenza e meritocrazia.
E’ difficile rivisitare correttamente e metodologicamente la “Questione Meridionale” quella auspicata da Manlio Rossi Doria e ripresa qualche mese fa da Galasso e Sergio Romano sul Corriere della Sera ipotizzando percorsi che andavano verso la definitiva riproposizione di quei progetti che, negli anni settanta , coniugavano “professionalità e cultura” e consentivano la vera “crescita democratica” delle nostre popolazioni.
Era un crescendo di attività e di controlli sociali dal basso che portavano “sviluppo e competitività” tra le varie aree del Sud.
In questo modo sono nati nel Sud tanti Comitati Popolari e sono nate tante aree industriali come quelle daune e come quelle del melfese.
Una popolazione “convinta e responsabile” si appropria del territorio e crea quei processi innovatori e globalizzanti che la economia e la politica odierna vorrebbero ridurre drasticamente.
Questi sono gli “spazi operativi” che Sergio Romano e Giuseppe Galasso auspicano per il nuovo Sud, partendo per l’appunto dai grandi meridionalisti come Nitti, Fortunato e Rossi Doria, rimasti ignorati per tanto tempo.
Rivisitare in chiave moderna con la mobilità cognitiva i tre grandi meridionalisti , testè citati ( senza alcuna vena storicistica) significa per noi lucani, in particolare, essere al centro dell’attenzione generale di un nuovo meridionalismo.
Ritroviamoci con passione e rispetto, per far si, che, anche, i lucani di buona volontà attraverso la mobilità cognitiva possano riappropriarsi del territorio e delle sane abitudini di un tempo.
Sane abitudini che il tiket Barca /Pittella possono riproporre e che sono l’orgoglio di noi tutti lucani.
Orgoglio lucano per aver dato i natali a insigni meridionalisti, come Giustino Fortunato, Rocco Scotellaro e Francesco Saverio Nitti, non dimenticando, come, da sempre, abbiamo sostenuto con forza e passione sulle pagine del Quotidiano, il pensiero forte di Pasquale Saraceno, la sensibilità di Carlo Levi e di Adriano Olivetti e la laicità asciutta di Manlio Rossi Doria, con il loro grande interesse e il loro incommensurabile amore per la nostra regione.
Mauro.armando.tita@alice.it