” 2021 La speranza oltre la paura. Un anno di pandemia attraverso gli occhi di una bambina”

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È il romanzo per tutte le età, di Antonio Mariano Baldinetti, il ”Robinson” della porta accanto.

Il libro in attesa di sottoporsi al nostro severo giudizio critico è fresco di stampa e ci è stato consegnato brevi manu, accompagnato dalla parola d’ordine “recensione cercasi”, dallo stesso autore, nel corso di un evento letterario.

Il titolo dell’opera è eloquentemente attuale: “2021. La speranza oltre la paura. Un anno di pandemia attraverso gli occhi di una bambina” (PhotoTravel Editions, maggio 2021, Rionero in Vulture, Euro 15,00), ed è stato scritto da Antonio Mariano Baldinetti, giornalista-scrittore al suo terzo romanzo. Anche in questo caso si tratta di un libro pubblicato da uno dei cosiddetti “editori indipendenti”, volgarmente chiamati “editori a pagamento”, che, comunque definiti, vanno a colmare uno spazio lasciato vuoto dai grandi editori nazionali, attratti unicamente dai volti noti della Televisione, del cinema o dello spettacolo, negligendo tutte le altre proposte provenienti dai comuni mortali che affollano la nostra penisola. Tra questi annoveriamo Antonio Mariano Baldinetti, giornalista originario di Melfi, importante centro industriale e culturale famoso per il suo castello federiciano dove il grande imperatore Federico II di Svevia, il 1° settembre 1231, promulgò le Constitutiones Melphitanae. Il prodotto editoriale sotto esame si nota in primis per la sua ponderosità (ben 439 pagine!) e la bellissima copertina, fatta ad opera d’arte da mano esperta. Composto da una prefazione, un prologo e 5 capitoli con epilogo tutti, inusualmente, a firma dell’autore stesso, il corpus narrativo, sin dalle prime battute, absit iniuria verbo, denota l’assenza, in seno alla casa editrice, della figura essenziale, irrinunciabile dell’editor, figura deputata ad operare il necessario repulisti dei refusi del testo, scritto di getto, al computer, al ritmo del “flusso”, senza rinunciare alla mitopoiesi, giustapposta ed inserita in un continuum di sensazioni spesso gioiose, talvolta tristi, amalgamate in un afflato che lascia senza fiato. La grande mole di dati e circostanze citati e ripetuti incessantemente fino allo sfinimento, come una sorta di mantra infinito a mo’ di ammonimento, stanno a denotare una vena religiosa fatta di sangue e fede che attraversa tutta la narrazione dell’io narrante.

“2021. La speranza oltre la paura” è un romanzo di formazione, autobiografico, per tutte le età, in cui Antonio, accumulatore di dati numerici da Commissario di Polizia, grazie ai moduli espressivi e agli stilemi tipici del “diario”, incarna inconsapevolmente i panni di un moderno “Robinson”, con i frequenti richiami all’Alto: la Provvidenza, nella grande opera di Daniel Defoe. La verosimile storia d’amore paterno tra il giornalista ed Azzurra, bambina di soli 7 anni, che gli viene affidata pro tempore, come missione, durante il lockdown, in sostituzione della madre, Francesca, assente forzata perché impegnata ad assistere zia e madre anziane, infettate dal Covid-19 in una “RSA”, è emblematica di un momento pandemico vissuto tra Limbo e Purgatorio, lambendo l’Inferno. Azzurra, nome non casuale, metafora dell’Italia sofferente, rappresenta anche la speranza di chi non si arrende. L’eccesso di tautologie e replicatio, accompagnate talvolta da anacoluti, e verbi all’infinito ingiustificatamente tronchi, oltre alla disattenzione nell’attribuzione dei segni diacritici, sicuramente facilitati dalla velocità della scrittura elettronica, in questo caso non inficiano la bellezza di questo “romanzo struggente e accattivante che è anche diario attento e saggio dell’annus horribilis 2020”.
Il flashback ricorrente, al ritmo incalzante dell’accumulazione, ma bandendo le oscenità lessicali e la blasfemia, oggi, purtroppo di moda sono altri tratti caratteristici positivi di questo testo che, in ultima analisi, potrebbe essere definito un “cahier de doléances” influenzato dai “social”, con happy end a sorpresa. La dedica in quarta di copertina, agli operatori sanitari in prima linea nella lotta al Covid, è adeguata al contesto descritto secondo un’interpretazione anagogica dei fatti accaduti.

Prof. Domenico Calderone

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