Vedere il panorama dal “Campanile della Chiesa Madre” per me è stato sempre un sogno, forse un sogno è un pò esagerato, ma certamente la curiosità era forte; così la mattina del 13 ottobre arriva il grande giorno.
Chiedo il permesso a Don Gerardo, che come al solito è molto disponibile, e l’impresa ha inizio.Al Campanile si accede da una botola ubicata nel corridoio che dalla Chiesa porta alla sagrestia, botola raggiungibile solo con una scala a pioli; la prima sorpresa è in agguato: appena aperta la botola io e Don Gerardo veniamo raggiunti da una scarica di polvere, piume di piccioni e quant’altro, infatti gli oblò ed i finestroni sono aperti e gli uccelli svernano nel Campanile sapendo di non essere disturbati, ma questa volta qualcuno ha rotto le uova nel paniere, in effetti c’era un nido con due uova, ma non sono state rotte.
L’interno del Campanile è molto semplice, una pianta quadrata di non più di due metri per due metri, due rampe di scale in ferro, molto ripide, dalle quali si accede a due pianeroli: sul primo sono posti dei veri e propri oblò, sul secondo una serie di finestroni ad arco, ben visibili da molte parti del paese; in realtà si sarebbe potuti arrivare ancora più in alto, nella cupoletta, ma la botola stretta per la mia stazza, una nuova scala a pioli, un pò arrugginita, e la paura dell’altezza mi hanno fatto desistere dal tentare l’ultima e disperata impresa.
Mi sembrava di stare in mezzo alle nuvole, da qualunque parti mi girassi il panorama era mozzafiato: ad Est C.da S. Antonio, a Sud il Castello, ad Ovest C.da Castellaro ed a Nord i Fronti, questo era quello che mi appariva davanti agli occhi, ed ho girato tante volte su me stesso che alla fine mi girava anche la testa.
Scattate le foto, alcune delle quali le metto a vostra disposizione, sono ridisceso, costretto a pagare il pegno a Don Gerardo, pulendo alla meglio quanto dai piccioni lasciato in eredità nell’angolo meno visitato della Chiesa.
Non finirò mai di ringraziare Don Gerardo per avermi permesso di vivere questa esperienza, per quanto piccola, ma per me molto importante e suggestiva che riempie un vuoto della mia curiosità.
Pietro Mira{jcomments on}