Non la “presentazione” di un libro, per quanto piacevole e interessante: la “conversazione” con il prof. Pasquale Tucciariello di venerdì 24 luglio – organizzata dal Museo Parrocchiale di Ruvo nell’ambito dell’edizione 2020 dei “Venerdì al Museo” – è stata una grande opportunità di dialogo, un momento di elevato spessore culturale, che ha visto il pubblico presente intervenire e interagire, ponendo domande e offrendo sempre nuovi spunti di riflessione. Il tema della conversazione – “E’ un problema di libertà” – con le sue due parole-chiave, “problema” e “libertà”, sottintende la complessità dell’argomento, e anche il fatto che la libertà stessa possa essere un problema.
I saluti iniziali dell’Amministrazione Comunale sono stati portati dal Vice Sindaco Giovanni Marino, il quale ha sottolineato come la cultura sia un valore delle nostre comunità, e che pertanto le iniziative culturali vadano sostenute, e su di esse occorra investire, così come il Comune di Ruvo ha fatto in occasione di “Matera 2019”, ricordando il concittadino onorario e illustre romanziere Evan Hunter, e come continua e continuerà a fare.
Se da un lato la libertà è un concetto – ha esordito il prof. Tucciariello – un’idea astratta, filosofica, un’espressione coscienziale, se essa è autonomia, dall’altro deve essere una condizione di vita, deve garantire una crescita economica che non sia quantitativa ma qualitativa. I valori positivi della libertà e dell’autonomia devono essere il riflesso di ciò che nasce dalla persona umana come singolo e all’interno della famiglia e della società. Al centro deve essere posta la persona, alla quale è richiesta la responsabilità morale; le istituzioni devono fare in modo che la persona possa esprimere la propria energia per lo sviluppo e il progresso.
Partendo dalla mitologia greca – dalla figura di Elena, moglie del re di Sparta Menelao, il cui rapimento da parte del troiano Paride fu causa della sanguinosa e decennale guerra tra gli Achei e Troia: fu libera di scegliere, Elena, o il suo comportamento fu voluto dagli dei? – la conversazione ha attraversato il pensiero dei principali filosofi greci per approdare alla filosofia cristiana, passando per l’illustre poeta conterraneo Orazio da Venosa: le sue “discordanze” – che rendono il suo animo così difficile da penetrare – secondo il prof. Tucciariello sono dovute al fatto di non aver avuto una forte presa sull’etica, essendo il poeta morto pochi anni prima della nascita di Cristo. Si è parlato dei differenti destini di Giordano Bruno e Galileo Galilei, dovuti essenzialmente ai due diversi periodi storici in cui vissero: il primo (XVI sec.) condannato al rogo come eretico, il secondo (XVII sec.) processato e costretto ad abiurare le sue concezioni astronomiche. Più avanti, c’è stata poi la Rivoluzione Francese, preparata sulla spinta di intellettuali come Rousseau, secondo il quale l’uomo nasce libero, ma poi la società lo costringe alle catene. Passando attraverso l’”imperativo categorico” di Kant al quale è impossibile sfuggire, e lo “Spirito Assoluto” di Hegel, di cui la libertà è l’essenza stessa, più che una facoltà individuale, si è giunti a Marx, con la libertà come strumento di liberazione economica, sociale e politica.

Nella sua poliedrica attività di ex-docente, scrittore, giornalista, sceneggiatore e “Consigliere di Orientamento” per gli studi superiori e universitari, Pasquale Tucciariello ha sempre fatto della libertà un caposaldo. E straordinariamente liberi sono anche molti personaggi delle sue storie: nati dalla fantasia o realmente vissuti, ma sempre tratteggiati con cura e vividamente. Liberi e ribelli, come il “brigante” Carmine Crocco: la sua storia, quella dei suoi uomini, e dell’intero periodo storico, sono rievocate in uno dei suoi racconti più belli, in cui un cittadino rionerese – che l’Autore ha rivelato essere stato suo nonno – solo dopo aver fatto celebrare una misteriosa Messa, riunisce nella propria abitazione familiari e compaesani incuriositi e svela che la celebrazione era destinata a Carmine Crocco, nel cinquantesimo anniversario della morte (1955). I rioneresi, dapprima atterriti per la quasi certa scomunica del Vescovo, vengono in tal modo a conoscere la vera storia, sempre occultata nei documenti ufficiali. “E voi, non chiamateli briganti. Ribelli. Fu ribellione, non brigantaggio”, sostiene il protagonista del racconto.
E’ durata a lungo, la “conversazione” sulla libertà, e ancora tanto ci sarebbe stato da raccontare: il prof. Tucciariello ha osservato scherzosamente che il pubblico di Ruvo lo “ha spremuto come un limone”. Era questo, in fondo, lo scopo dell’incontro: il dialogo e lo scambio, che permettono di accrescere e migliorare sempre di più la conoscenza. A qualunque età.
Arrivederci al prossimo “Venerdì al Museo”, il 31 luglio.
Lina Spedicato
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