Il tasso di sfiducia nelle istituzioni regionali regna sovrano anche se l’affluenza alle primarie del Centro-sinistra ci conforta parzialmente.
Non è stato, purtroppo, evidenziato da nessun organo di stampa quel dato negativo sulla paurosa assenza di migliaia di elettori.
Mancano all’appello oltre ventimila rispetto al suffragio bulgaro dato a Roberto Speranza.
Nel frattempo sembra che sia scoppiata una lunga sfida (vedi Lacorazza) tra i vari leaders del PD.Una sfida che ha un solo obiettivo: il rinnovo degli incarichi parlamentari nelle prossime elezioni del 2013.
Si sa bene che i tatticismi sono di casa nelle grigie stanze del potere lucano.
Iniziare una rincorsa e scaldare i motori molto tempo prima può modificare assetti e candidature.
Nel frattempo qualche voce isolata lancia l’ennesimo SOS sulla fuga dei cervelli dalla Basilicata.
Fuga dei cervelli che ha registrato picchi insostenibili nei mesi e negli anni scorsi.
Tanti laureati con master specialistici hanno preferito lidi più sicuri.
Da anni attendiamo una Convention (che fa paura ai politici di turno) sui risultati prodotti dai tanti Master finanziati dalla Regione.
Su questo versante tutto tace.
Pochi i monitoraggi e pochi i report.
Scarse le informazioni e le ricadute occupazionali di tante migliaia di risorse pubbliche investite.
Poi, quasi, per incanto, arriva il SOLONE di turno e si inventa la fatidica frase: “Tanti giovani talenti lucani possono “abbandonare” con tanta facilità la nostra amata terra.?”
Perchè i giovani talenti lucani sono sempre più demoralizzati di fronte ai middlescents di sempre?
Il Quotidiano negli anni scorsi (nel 2009, in particolare) e qualche giorno fa con la Vaccaro ha dedicato tanti repirtages a questa categoria sociale lucana fatta di talenti trentenni in esilio.
L’Università lucana che doveva rappresentare il fiore all’occhiello della nuova Basilicata pur con il movimentismo del suo Rettore giace sempre più nella sua Torre d’avorio scollata dal territorio.
E’ fuori da ogni sano ragionamento o progetto vocato allo sviluppo della Regione.
Sono lontane, quasi secolari, le denunce del Quotidiano sulla Unibas.
Il Quotidiano (la De Meo, in primis) con le sue incursioni “universitarie” ci aveva fornito nel dettaglio i vizi atavici di una società BoKassiana e di alcune ulteriori e ambigue perfomances.
I “posti al sole” erano e sono sempre più riservati ai figli della casta.
Mai ipotizzato un Premio Nobel e una eccellenza (vedi Quotidiano del 24 novembre scorso) nel campo energetico e ambientale.
La nostra corposa denuncia sulle royalties dell’Acqua è definitivamente caduta nell’oblìo.
Il Marchese del Grillo sul quale vantiamo da anni diritti di primogenitura) è sempre in agguato, oggi, più di prima, dopo le Primarie.
Il tanto agognato e inesistente “privato” e privato sociale non apre ai giovani.
Le crisi industriali e le perenni crisi nel terziario privato producono effetti devastanti nelle famiglie lucane.
L’esercito dei quarentenni licenziati e in cerca di occupazione, si è letteralmente raddoppiato nel corso degli ultimi mesi.
Ha fatto tanto scalpore qualche anno fa il pianto dell’operaio licenziato denunciato da Mons. Superbo.
E’ giusto richiamare l’attenzione, sul loro status di disoccupati ultraquarentenni in una regione sempre più egoista?
E’ sempre attuale l’analisi dello Svimez sull’ inesorabile esodo giovanile lucano?
Una Chiesa lucana, sempre più attenta e sensibile, verso le nuove generazioni, può produrre un serio turbamento alle forze politiche lucane?
Il deficit di fiducia dei cittadini lucani verso la “politica” e le Istituzioni regionali produce serie riflessioni o favorisce l’indifferenza totale?
Eppure è tornata d’impeto su tanta letteratura e su tanti saggi un’attenzione, tutta particolare, per i nostri meridionalisti, in primis, Giustino Fortunato e Francesco Saverio Nitti, oltre ai pluricitati Rocco Scotellaro e Manlio Rossi Doria.
Proviamo un certo “sconcerto” per le citazioni di uomini di governo (vedi Passera) verso le nostre ignorate riserve energetiche e, soprattutto, proviamo tanta indignazione per la scarsa considerazione riservata ai nostri territori e alle nostre genti lucane.
Solo sfruttamento delle risorse e nessun accenno ai tanti giovani talenti lucani già pronti con la valigia.
Continuano da anni gli effetti perversi di pseudo politiche rivolte al Mezzogiorno.
Speriamo di essere smentiti.
Abbiamo tante belle intelligenze “accantonate” da un dio minore.
Un esempio per tutti è dato dal Consigliere UNESCO materano Arch. Laureano.
Sono convinto che l’arch. Laureano possa diventare un buon parlamentare lucano.
Lo abbiamo ribadito fino alla noia (senza essere, mai ascoltati) che la crescita di un popolo, (ancora, di più, dopo le Primarie) come quello meridionale e lucano in particolare, si misura, soprattutto, su tre parametri di riferimento:
-Il primo è quello della consapevolezza;
-Il secondo è quello della partecipazione;
– Il terzo è quello della responsabilità.
Questi tre parametri sui quali si fonda la vera Politica languono da anni in Basilicata, nonostante il successo delle Primarie.
Sembra che tutta la partitiocrazia lucana abbia perduto l’ARCA e l’entusiasmo.
Tutto è dato da una improvvisazione oligarchica paurosa.
Il controllo sociale dal basso nonostante la buona performance delle Primarie non esiste più.
L’intolleranza regna sovrana.
E’ aumentato a dismisura il tasso di violenza e di insensibilità verso gli Ultimi.
Lo ribadiamo senza tema di essere smentiti il Volontariato “retribuito ” produce prestazioni sporadiche e asettiche.
E’ certamente l’antitesi delle vecchie forme solidaristiche votate e vocate al bene comune.
Queste misure governative devono cessare perchè non producono che effetti devastanti per le giovani generazioni.
Una prova provata e un esempio per tutti lo confermiamo ancora una volta è data dalla Formazione professionale presente nelle Regioni del Sud.
Migliaia i Soggetti gli Organismi e le Istituzioni religiose coinvolte.
Poca l’occupazione prodotta.
Al contrario, vi è stata una marea e un esercito di docenti di F. P. assunti che ha raggiunto negli anni scorsi quote superiori ai quaratamila addetti.
Gli ultimi esempi dei precari APOFIL sono la riconferma di questi vecchi “vizi formativi”.
Eravamo e siamo ,ancora, oggi,stanchi di una formazione fine a se stessa.
Vogliamo una vera formazione finalizzata all’occupazione e non all’ibrida occupabilità.
Vogliamo che i nostri piccoli e medi imprenditori rispolverino la loro vecchia funzione di manager formativi con l’assunzione concreta e non effimera di tanti giovani talenti lucani.
mauro.armando.tita@alice.it