Le Sardine lucane e i nostri movimenti anni settanta

Il risveglio di tanti giovani lucani attraverso il movimento delle Sardine con forme e metodiche di autogestione senza supervisori, marpioni politici o cattivi maestri mi rincuora nonostante uno scivolone ingenuo con “La sgradita foto con Benetton”… (avrei preferito una foto con i familiari delle vittime del Ponte Morandi).

Sembra di rivivere i “nostri” momenti migliori, quelli del Movimento studentesco lucano , quelli del Raduno dei 10mila dell’ottobre 1969 a Piazza Prefettura, frutto di tante Assemblee unitarie, (la più bella e la più numerosa fu quella del Sacro Cuore aperta anche ai giovani del Movimento giovanile DC).

Le nostre stupende iniziative degli anni settanta sono state la “vendetta” di una generazione periferica  appartata dal centro della grande storia.

Sono state le dinamiche di una economia debole e di una Sinistra lucana e meridionale degli anni settanta, vivace e  propositiva, consumate , per dirla alla Vainieri, in stupende esperienze di movimenti giovanili e di vero riformismo.

Lo vorrei dire con affetto alle Sardine lucane… nei nostri movimenti degli anni settanta la coesione sociale, i diritti civili, i Comitati democratici per il Divorzio e l’Aborto, il rinnovo dei servizi socio-sanitari, la chiusura dei manicomi, l’industria di natura chimica, inquinante e distruttiva, la tossicodipendenza e la deprivazione culturale delle nostre spopolate aree interne erano il nostro Vangelo, erano le nostra priorità assolute.

La Basilicata era in quel momento (spinta pure dal Movimento dei Preti del dissenso) tra le regioni italiane quella che maggiormente esprimeva tali pulsioni.

Le Sardine lucane devono richiamarsi a queste nostre stupende esperienze collettive cominciando ad operare nelle Comunità Marginali lucane.

Nella Comunità marginale lucana la presenza ingombrante della maggioranza di anziani crea una forte difesa della cultura tradizionale. E’ logico che in queste condizioni i problemi rischiano di non essere recepiti e, quindi, risolti.

Cari giovani, care sardine il vostro compito in Basilicata è terrificante, lo scarso spazio politico in cui organizzarsi nelle nostre povere Comunità marginali ha creato in questi ultimi venticinque anni solo egoismi, approssimazioni e pressappochismo .

Manca la vera Comunità, per dirla alla Bauman, quella Comunità che racchiude il senso della collettività.

Una “collettività amica” frutto del lavoro e dell’intervento sul campo di una moltitudine di giovani preparati e sensibili potrà incalzare la fatalista gente lucana e, soprattutto, potrà, finalmente, dopo anni di sordità istituzionale e politica far uscire le nostre genti dal “ghetto” della scarsa coscienza individuale e collettiva tanto presente nella maggioranza dei piccoli Borghi lucani .

Auguri e Buon lavoro da un Sociologo di Strada degli anni settanta del Novecento.

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