La sommatoria delle filiere non ha pagato

A qualcuno molto in alto non è sfuggito il mega flop del PD e del PDL lucani.

L’aver puntato sui “migliori” questa volta non è servito a nulla.

L’assemblaggio dei potenti di turno non ha prodotto alcun risultato utile.

Volevamo far comprendere, da Cassandre, qual siamo, che le vecchie “prassi” politiche  o si cibavano di seri  processi di discontinuità o implodevano.

Le sommatoria delle filiere non ha pagato.

Siamo stati oltremodo noiosi e ripetitivi nel trattare la questione energetica lucana  con l’ombra del Totem nero e delle ambigue triangolazioni del “South Streem”.

Volevamo orientare la campagna elettorale sulle nostre  proposte serie e concrete come la questione giovanile e quella occupazionale.

Un silenzio assordante, purtroppo, si è impossessato della boriosa classe dirigente lucana.

La nostra è stata una vox clamantis in deserto nonostante l’importanza e la priorità del tema energetico trattato.

L’arrogante sicumera, il politichese ipocrita e il politicismo autoreferenziale diconsoliani si sono sciolti come neve al sole con un tonfo del – 39%.

Abbiamo cercato con onestà intellettuale di far comprendere che in Basilicata lo tsunami poteva travolgere sia  il PDL e sia il partito-regione.

Ho inviato un SOS da isolato  elettore entropico (siamo oltre ventimila in Basilicata), abbiamo argomentato con lucida obiettività sul Quotidiano il fenomeno grillino lucano. Tutto è stato vano.

Per dirla alla Pellettieri siamo stati irrilevanti.

La casta dei garantiti non ha fatto alcuna autocritica si è fidata solo dei teatri e dei teatrini.

Siamo nel momento più scialbo e più ipocrita della nostra esistenza lucana.

Siamo, per dirla alla Giuseppe FAVA, il coraggioso giornalista ucciso dalla Mafia, in un momento dove si convive in Basilicata con uomini amabili e inutili, rabbiosi e impotenti.

I grillini hanno cavalcato la tigre del malcontento e grazie  alle gestioni fallimentari dei vecchi e nuovi governi nazionali e regionali hanno preso il sopravvento.

Tutti parlano  con livore adottando il linguaggio dei polemisti nudi e crudi.

La parola SPRECO è entrata anche  nel nostro vocabolario.

La fragilità  sociale ed economico-politica dell’Italia e della  Basilicata, in particolare  è sempre, purtroppo, presente.

Forse, nella miseria e nelle tristezze del momento politico dobbiamo ribadirlo che il partito-regione in questi ultimi anni  non  ha prodotto Nulla.

IL Nulla si è impossessato della vita politica lucana.

Il Nulla si è impossessato delle cosiddette opposizioni liberali ( ad eccezione del bonus benzina sic!).

Le nostre Vite rassegnate, vite meridionali, non potevano collimare con il malcontento giovanile.

Siamo scivolati ipocritamente in un declino  lento e inesorabile.

In questi ultime settimane nonostante il clima elettorale l’indifferenza e l’indistinto hanno prevalso su tutto.

Le nostre argute e semiserie considerazioni sul federalismo fiscale e sul relativo fondo perequativo  si sono perse nel vuoto.

Si è continuato a ciurlare tra derivati e manovre finanziarie “lacrime e sangue” con i  mai domi   interventi assistenziali.

L’unico intervento degno di essere menzionato in  questi ultimi anni  è  il fondo di coesione per i Comuni della Basilicata.

Hanno votato a favore anche le opposizioni liberali.

Un fondo di dubbia efficacia con una polverizzazione ambigua di interventi iperassistenziali.

I Comuni ancora una volta lucideranno i marciapiedi.

Ecco un altro enigma che non risolveremo mai.

La pura demagogia con la  spiccata transumanza si è impossessata del Palazzo.

Facciamo fatica a riconoscere provvedimeti equi e di ampio respiro.

Provvedimenti equi che latitano da diversi decenni compreso il tanto agognato nuovo Statuto.

Nessuno  però garantisce sulle piccole e medie imprese, vanto della creatività lucana fino agli anni novanta.

Con la gravissima crisi industriale lucana   sono prepotentemente ritornate in “auge” le problematiche riguardanti il nostro artigianato.

Lo  avevano confermato insieme alla preoccupante dioccupazione intellettuale giovanile del Sud e della Basilicata, in particolare,  i dati del Rapporto  Svimez ed Eurispes.

Un settore che sta patologicamente segnando il passo e che non è mai stato attenzionato dalla Giunta monca di De Filippo.

Sono lontani quegli  anni novanta e il grande successo dell’impresa artigianale artistica e non.

L’artigianato lucano e le micro imprese  sostenevano da sole, prima dell’avvento FIAT, occupazione e PIL.

Oggi l’artigianato lucano è in  piena recessione.

Esso non crea più effetti moltiplicatori non organizza più al suo interno canali di comunicazione e di innovazione.

I comparti legati alla carpenteria metallica sono in crisi strutturale da decenni.

Il settore non ha subito grandi innovazioni e non ha raggiunto gli attuali livelli standard di riferimento nazionale.

L’Università di Basilicata non si è mai  voluta uniformare alla dinamica evolutiva delle  piccole  imprese lucane presenti nei processi di crescita.

Le Facoltà di Agraria, Economia e Ingegneria non hanno mai attivato progetti e modelli plurispecialistici per intervenire organicamente sul settore nonostante i mega finanziamenti regionali.

Langue pure  il settore merceologico del legno e affini.

I giovani non hanno mai colto  le grandi occasioni del recente passato.

La dinamicità  del bel settore della ceramica non è stato  per nulla sfiorato da una nuova “creatività”.

La stagnazione da olttre un decennio  prende sempre più  il sopravvento sui processi economici e di sviluppo,  già oggi troppo lenti.

Non siamo pessimisti   ma, uno scenario così fosco si presta  sicuramente  ad una   unica certezza che,  in una regione a crescita zero e a  forte emorragia giovanile, il futuro non esiste e le speranze sono ridotte al lumicino.

Lo continuiamo a sostenere anche ora con la debacle democratica e berlusconiana lucana.

Vogliamo un SELVAGGIO Federalismo FISCALE, Vogliamo l’applicazione della vera devolution.

Siamo stanchi di essere COLONNIZZATI.

Siamo convinti che  per consentire alle nuove generazioni di poter gestire e controllare le immense ricchezze del sottosuolo lucano si debba cominciare con una seria,democratica e libera politica energetica.

Bisognerebbe chiudere con le  royalties e fare un discorso incentrato sulle politiche occupazionali e di “ricerca applicata”, con convenzioni  “CNR e /o Centri di Eccellenza” e con il coinvolgimento serio  dell’ Università  in grado di proporsi e reggere un mercato energetico.

Siamo stanchi di  essere considerati cittadini lucani amabili, ma, inutili.

Tante ricchezze energetiche  che non sono  riuscite a stagnare le “emorragie” di tanti seri e preparati giovani lucani ci devono far riflettere seriamente senza ipocrisie e senza infingimenti di sorta.

Se rappresentiamo il 10% delle fonti energitiche nazionali perchè dobbiamo soccombere.

Perchè non c’è un pizzico di salutare autodeterminazione e di autopropulsione?.

Perchè dobbiamo aspettare, Sergio Rizzo, Carlo Vulpio e Striscia la notizia per ottenere quello che ci è ingiustamente non riconosciuto da secoli?

Chiediamo più dignità e più sano orgoglio lucano (ormai caduto in disuso per colpa di una maggioranza silenziosa e di un  popolo bue sempre chino e supino).

Che ne pensano gli amici del PDL e del PD nazionale?

Sarei molto curioso di conoscere il pensiero di Bersani e soci e di Berlusconi.

Ora credo che debba scattare in noi un dovuto  e ritrovato sano  ORGOGLIO lucano condito da tanta reattività giovanile e grillina.

Una prima e seria risposta va nella direzione di un serio rinnovamento della Giunta De Filippo dopo l’ angosciante continuità perpetuata con la nomina del neo Presidente del Consiglio regionale Santochirico.

mauro.armando.tita@alice.it

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