Pubblicato in grande Evidenza con relativa foto sul Quotidiano
La parziale ammissione del flop del Memorandum da parte del Governatore e le generiche linee di intervento a tal riguardo non sono foriere di speranza sul nostro immediato futuro economico-produttivo.
La “esorbitante” e smisurata relazione programmatica di Pittella pur nella sua abnorme ampiezza non ci ha chiarito i passaggi concreti e operativi del “fu” Memorandum.Non abbiamo ancora compreso come la Regione riuscirà a farsi garantire un futuro di dignitose royalties in una vera, disastrosa e perdurante situazione ammministrativa regionale.
Il “wiki – Lucania” di qualche tempo fa ci aveva confuso, ma ci aveva anche rasserenato.
Ci aveva confuso perchè avevamo scoperto che il nostro petrolio era al centro di ambigui rapporti internazionali e di trasversali triangoli (Russia-Turchia-Germania) mai chiariti.
Ci aveva rasserenato perchè il nostro greggio non era considerato tra i “migliori”.
Ci si nascondeva dietro il dito delle cosiddette “riserve energetiche nazionali”.
Oggi, le denunce del Governatore sulla mancata applicazione del Memorandum acquistano un sapore particolare.
La Basilicata, mera espressione geografica, non ha mai conosciuto l’elementare correttezza di rapporti tra le nostre istituzioni regionali e quelle dei governi nazionali di centro-destra e di centro-sinistra.
Il Centro-sinistra lucano ha sempre glissato sull’argomento. Poche le informative e pochi gli approfondimenti seri.
Il centro-destra non lo ha mai preso in seria considerazione nonostante il fatuo Memorandum.
Perfino, Scajola, già ministro dello sviluppo economico, (quello della casa acquistata al Colosseo) si era guardato bene dal rispondere alle oneste interrogazioni a Lui rivolte dagli ex parlamentari PDL lucani.
Berlusconi che conosceva bene il Progetto South Streem non aveva mai proferito un timido “grazie” alla Basilicata e alla sua popolazione disagiata da tanti “fumi”. Lo stesso dicasi del caro Letta.
Eppure la nostra regione aveva conosciuto caro Marcello Pittella momenti iniziali di euforia e di esaltazione con relativa e troppo ammiccante “desueta” sudditanza.
Aveva prevalso la legge del “Totem nero”, come definito dal Prof Alliegro dell’Università di Napoli sul Quotidiano di qualche anno fa.
Il Totem nero si era insediato indisturbato tra faggi e cerri, tra pascoli e sorgenti, tra campi coltivati e nuovi insediamenti artigianali, industriali e produttivi, in genere, senza pagare alcun fio e senza innalzare quel tenore e qualità di vita agognato da tutti i lucani della Val d’Agri.
Oggi ci ritroviamo con momenti di gravissimo “sconforto sociale” e con casi ambigui di società delle mogli e dei figli confermati dal caso Mazziotta. Tutto in continuità “didattica”.
La popolazione della Val d’agri ha preso consapevolezza e sono nati tanti comitati civici spontanei che denunciano ogni minuto su facebook l’attuale status quo, caratterizzato da: “Meno lavoro e più tumori, Meno terre da coltivare e più Espropriazioni”.
Ogni giorno il Comitato dei socialnetwork organizza e blocca nuove trivellazioni.
Questi Comitati ci ricordano che con la legge del Totem nero si è completato un processo di un Texas lucano, privo di una vera filiera.
Oggi il Governatore con la sua ammissione di fallimento del Memorandum ci fa, ancora, più GIUSTIZIA e ci conferma i nostri dubbi di sempre.
Lo sviluppo della Val d’Agri è una mera chimera. Gli ultimi dati sono disarmanti.
Interi nuclei familiari hanno ripreso l’odiata valigia.
Le royalties hanno fatto prevalere azioni municipali di piccolo cabotaggio e di interventi di basso profilo, senza alcun “respiro” e senza alcun effetto moltiplicatore.
Sono nate piccole cattedrali nel deserto con tanti impianti sportivi, senza il necessario bussiness plan, e, soprattutto, senza aver programmato seriamente i conseguenti alti costi di gestione.
Le royalties quelle indirizzate economicamente all’innovazione e agli investimenti produttivi languono da tempo.
A tal proposito bisogna far rilevare che milioni di euro giacciono inutilizzati nelle casse interessate.
Completa questo quadro desolante la mancanza di una legge regionale al riguardo.
La Basilicata, la regione europea con maggiore concentrazione di attività petrolifera su terra ferma, non si è ancora dotata di alcuna strumentazione legislativa specifica.
Lo abbiamo denunciato da secoli (caduto nell’oblìo di sempre).
A tutto ciò fa da contraltare una immotivata “gelosia” tra i territori e Sindaci interessati e territori contermini.
Conferma cruda e disarmante della figliopoli di Tempa rossa targate Total e della Società delle mogli targate ENI.
Per rispondere a questa annosa questione dobbiamo far ricorso come nel recente passato ad Alessandro Baricco e i suoi “Barbari”.
Lo slogan “Padrone a casa mia” e le già menzionate azioni municipali di basso cabotaggio e di tribale familismo uniti agli egoismi di sorta non sono certamente forieri di progetti di/ad ampio respiro.
In un simile contesto i vari, Geostock, ENI e Total avranno sempre Buon gioco.
I marciapiedi continueranno ad essere rinnovati e lucidi i giovani intelllettuali preferiranno il disgustoso e mai amato esodo.
Un Patto e una sinergia condivisa tra territori cozzeranno con il modus operandi delle Amministrazioni Comunali interessate.
Amministrazioni che, forse, ancora oggi, nonostante wiki lucania, nonostante tante nubi minacciose, intensificheranno i rapporti con le aziende estrattrici con accordi sempre più stretti e sempre più chiusi, a discapito dei buoni propositi, auspicati dalle poche “forze sane” della Basilicata.
In questa oggettiva situazione incresciosa resta il solo dato della desolante ripresa dell’esodo e del mancato miracolo che non si è mai tradotto in vero Sviluppo Economico e Sociale.
Il Totem nero del petrolio e del gas che non porta lavoro ha solo creato “La guerra tra i poveri”, “un’ aria irrespirabile”, qualche sospettoso aumento di “malattie tumorali” e tanti ambigui intrighi internazionali, poco chiari e poco comprensibili…alla maggioranza silenziosa dei lucani.
Ora che il Governatore ha pure ammesso il fallimento del Memorandum non ci resta che ARRENDERCI (non solo a cinque stelle o a Grillo, ma ai Forconi di casa nostra).
mauro.armando.tita@alice.it